“Real love is to offer your life at the feet of another.”
Let The Right One In è l’ennesimo adattamento del romanzo svedese di John Ajvide Lindqvist. Il primo e più riuscito secondo le valutazioni di critica e pubblico, è il film del 2008 del regista svedese Tomas Alfredson alla cui prese parte, nella stesura della sceneggiatura, lo stesso Lindqvist.
Il secondo adattamento avvenne due anni più tardi, prodotto dalla Bad Robot Productions che aveva acquistato i diritti del romanzo, con regista Matt Reeves e con la musica di Michael Giacchino. Adattamento altresì apprezzato da Lindqvist, nonostante non fosse stato chiamato in causa per la stesura della sceneggiatura.
La produzione di una serie televisiva tratta dal romanzo era già in sviluppo nel 2004 da A&E. Ad agosto 2016 lo sviluppo passa a TNT che un anno più tardi metterà in vendita i diritti avendo scartato la possibilità di produrre uno show di questo tipo. Verranno acquistati a marzo 2021 da Showtime che ne ordina conseguentemente un pilot.
Ad ottobre di quest’anno, a ridosso dell’uscita dei primi episodi dello show, Lindqvist ha informato i propri fan che non ha nulla a che fare con la produzione di questa serie tv facendo altresì menzione di aver inavvertitamente venduto i diritti del proprio libro anche per uno show televisivo oltre che per il già citato adattamento del 2010.
Una produzione travagliata che vede quindi il nome principale dell’opera, Lindqvist, lontano dalla produzione stessa. Si tratta questo di un importante punto debole per lo show oppure rappresenterà la possibilità per Let The Right One In di far scoprire un piccolo gioiello ad un pubblico ben più ampio?
LET ME IN: DI COSA PARLA?
Per chi non conoscesse la storia del romanzo (o gli adattamenti), questa una piccola sinossi: la vita di Eleanor e Mark è cambiata nel momento in cui la ragazzina si è tramutata in vampiro, rimanendo quasi sospesa nel tempo all’interno di un corpo di una ragazzina di 12 anni. Dopo essersi trasferiti a New York City, Eleanor farà amicizia con Isaiah, un giovane ragazzo che fatica a fare amicizia con chiunque a causa dei suoi peculiari hobby (magia) ed il suo modo di fare.
Elemento fondamentale per lo show era quello di riuscire ad azzeccare il casting. I personaggi di Oskar, Håkan ed Eli dovevano riuscire ad essere rappresentati e consegnati al pubblico in maniera indelebile. Cosa che, per quanto sia forse troppo presto ora per dirlo, sembra essere riuscita. Demian Bichir, Ian Foreman e soprattutto Madison Taylor Baez riescono a mostrare fin da subito la giusta chimica on screen. In particolar modo i due giovani attori (che interpretano Isaiah ed Eli) nelle poche scene filmate insieme sembrano voler sottolineare come lo show funzioni a tutto tondo.
Il cast non si compone, come è facile intuire, di nomi altisonanti. I volti conosciuti compaiono in realtà tra i personaggi secondari: Grace Gummer (Mr. Robot) e Kevin Carroll (The Leftovers, The Walking Dead).
Una scelta interessante è quella di partire raccontando la storia di Eli ed Isaiah mettendo sullo sfondo sia la ricerca di una cura (da parte di più personaggi), sia una narrazione parallela di altri personaggi e della loro personale presa di coscienza rispetto al vampirismo. Fattore questo che potrebbe aiutare lo show a superare l’impasse narrativa rappresentata dalla decisione di costruire uno show composto da 10 episodi, forse troppi considerando il romanzo di Lindqvist.
UNO SPLATTER… MA CONTENUTO
Si tratta in generale di un buon pilot, anche se i flashback della vita passata di Mark ed Eleanor sembrano essere dosati in maniera poco oculata ed attenta: potrebbero essere sfruttati maggiormente, ma soprattutto lasciano lo spettatore con l’acquolina in bocca riguardo al passato dei due senza mai aggiungere qualcosa di “scenico”. Magari la narrazione del passato ritenuta più interessante verrà mostrata solo più avanti, tuttavia c’è anche la possibilità che questo potenziale rimanga inespresso. Si tratterebbe di una grande colpa anche perché avendo un’ora a disposizione da coprire, alcuni flashback ben piazzati rappresenterebbero una boccata d’ossigeno niente male per lo spettatore.
Altro elemento solamente accennato e lasciato in sospeso è l’amicizia tra i due ragazzini, vera colonna portante del romanzo. La dinamica di amicizia tra i due è stata introdotta con i loro primi incontri ma dovrà riuscire a ritagliarsi maggiore spazio per essere presentata sufficientemente bene esattamente come accaduto nell’adattamento svedese.
Nonostante lo show venga incasellato come horror e la protagonista sia un vampiro, questo pilot è in maniera molto circoscritta uno “splatter”: il sangue ed Eleanor che si ciba vengono celati agli occhi dello spettatore. Solo il corpo sfigurato della vittima e poche altre scene superano questo livello di “splatter contenuto”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un pilot convincente, nonostante alcuni punti deboli che potrebbero rappresentare una vera spina nel fianco visto e considerato che la stagione si compone di 10 episodi.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.