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Dragon Ball Super: Super Hero
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Dragon Ball Super: Super Hero

Nonostante l'assenza del protagonista storico della saga, Dragon Ball Super: Super Hero non delude e, anzi, forse il suo maggior pregio è proprio quello di riportare al centro dei riflettori Gohan e Piccolo, offrendo un prodotto diverso dal solito film.

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Magenta, figlio del comandante dell’armata del Fiocco Rosso, convince il Dr. Hedo, nipote del famigerato Dr. Gero, che la Capsule Corporation e i Guerrieri Z stanno portando avanti da anni un complotto per conquistare il mondo. In questo modo scatena contro di loro la forza di due nuovi androidi, Gamma 1 e Gamma 2, e di una versione ancora più potente di Cell. Il guaio è che Goku e Vegeta sono impegnati negli allenamenti con Whis e per questo irrangiungibili; toccherà a Gohan e Piccolo salvare la Terra.

 

Dragon Ball sta vivendo da qualche anno una seconda giovinezza. Il successo dei film Battle Of Gods e Resurrection Of F ha dato vita alla serie televisiva Dragon Ball Super e al corrispettivo manga, cui sono seguite la pellicola dedicata a Broly e la serie di ONA Super Dragon Ball Heroes, tuttora in corso. Il nuovo lungometraggio Super Hero si inserisce dunque in questo nuovo corso della creatura più celebre di Akira Toriyama, destinato a durare chissà quanti altri anni.
E benché non sia un capolavoro, non sfigura nel confronto con altri prodotti del fortunato franchise nipponico.

UN NEMICO DAL PASSATO


La caratteristica principale di Super Hero è la forte componente nostalgica e citazionistica. Lo si vede fin dalla scelta del nuovo nemico, che in realtà è l’erede di una vecchia conoscenza: il Fiocco Rosso, l’organizzazione militare che Son Goku smantellò da bambino e della quale faceva parte anche il Dr. Gero, il creatore dei temibili androidi e di Cell.
Per l’occasione vengono introdotti il figlio del comandante del Fiocco Rosso, Magenta, e il nipote del Dr. Gero, il Dr. Hedo. Se il primo ricorda il genitore in tutto e per tutto (compreso l’essere un omino molto meno minaccioso dei suoi sottoposti), il secondo è l’esatto opposto del nonno: un ragazzetto geniale ma tutt’altro che malvagio, anzi affascinato dai supereroi.
Difatti Magenta riesce a convincere Hedo a lavorare per lui facendo leva sul senso di giustizia del giovane, dipingendo la Capsule Corporation e i Guerrieri Z come esseri malvagi che stanno portando avanti da anni un complotto per dominare il mondo. Un chiaro riferimento (e presa in giro) ai complottisti dei nostri tempi, compresa l’allusione ai rapporti che Bulma e la sua società avrebbero con gli alieni (e che nell’universo di Dragon Ball sono effettivamente veri, anche se non a fin di male).
In definitiva, quindi, quello che dovrebbe essere l’antagonista del film, Hedo appunto, finisce per essere solo una povera vittima, situazione simile a quella di Broly nel film del 2018.

IL MOMENTO DI PICCOLO E DI GOHAN


Raramente un film di Dragon Ball ha rinunciato al protagonista della saga, Goku, tant’è che le eccezioni si contano sulla punta delle dita di una mano: La Minaccia Del Demone Malvagio nel 1993, Sfida Alla Leggenda nel 1994 e L’Irriducibile Bio-Combattente dello stesso anno (forse il film più brutto di tutta la saga).
Ecco, con Super Hero il numero delle pellicole non Goku-centriche arriva a 4, perché si sceglie di concentrare l’attenzione su due personaggi messi abbastanza da parte nelle ultime opere: Piccolo e Gohan. Anzi, Super Hero fa un passo in più: mette al centro del film il rapporto fra queste due figure, forse il più bello di tutta l’opera di Toriyama. Difatti, grazie a Gohan, il namecciano ha fatto emergere il lato più “paterno” e umano di sé, mentre Piccolo ha permesso al giovane Saiyan di diventare un grande guerriero, fondamentale in alcune battaglie per il destino della Terra.
Nella pellicola c’è spazio per approfondire ulteriormente questo aspetto, ad esempio mostrando Piccolo nei panni di babysitter della piccola Pan (quindi di fatto è come se fosse stato promosso a nonno o zio) o la rabbia di Gohan che scaturisce quando il suo maestro è in pericolo. Di Gohan è portata in scena anche la doppia natura di guerriero e insieme uomo di pace, il contrasto fra il desiderio di dedicarsi soltanto allo studio e alla ricerca da un lato e il dovere dell’eroe dall’altro.

ANTAGONISTI POCO ISPIRATI


Benché il titolo “Super Hero” facesse inizialmente pensare a un ritorno di Great Saiyaman, l’alter ego super sentai di Gohan, i supereroi della pellicola sono invece i due androidi costruiti dal Dr. Hedo, Gamma 1 Gamma 2. Benché offrano degli spunti molto interessanti, come il fatto di non essere realmente malvagi e di essere raggirati dal vero cattivo, i due nuovi personaggi finiscono per non essere molto approfonditi nel film, così come non lo è il loro creatore, ridotto a una macchietta.
Va ancora peggio con quello che di fatto è il boss finale di Super Hero: Cell Max. Un tentativo pacchiano di offrire un nemico ancora più potente, ma che sa di già visto (l’idea di riciclare un vecchio progetto del Dr. Gero era già stata usata in Dragon Ball GT con Super C-17) e non si discosta molto dall’infinita galleria di energumeni senza cervello e bravi solo a urlare che costellano i film di Dragon Ball. Con un’aggravante: essendo un mostro che nemmeno parla, Cell Max non ha un briciolo del carisma di gente del calibro di Broly, Janemba o Cooler, mentre qualsiasi tentativo di confrontarlo al Cell originale fallirebbe miseramente.

TANTE SANE MAZZATE


Se c’è qualcosa in cui Super Hero non delude è la parte relativa ai combattimenti. L’assenza di Goku e Vegeta non pesa più di tanto, e anzi la presenza di Piccolo, Gohan e persino Crilin è l’occasione per riportare in scena tecniche come il Taiyoken, il Kienzan e il Makankosappo, questa volta eseguito da Gohan e non da Piccolo. Quest’ultimo si cimenta invece nella tecnica di ingigantimento che i fan di vecchia data ricorderanno bene durante il suo scontro con Goku durante il torneo Tenkaichi e mai più rispolverata da allora. Goten e Trunks regalano invece la solita spassosa fusione fatta male, e tuttavia inaspettatamente utile nel combattimento contro Cell Max.
Non mancano le trasformazioni, tra una nuova forma combattiva di Piccolo che si potrebbe definire la risposta namekkiana al Super Saiyan e un nuovo livello di combattimento di Gohan che sembra ricordare l’Ultra Istinto ma allude anche al fatto che il personaggio in questione, potenzialmente, è il più forte dell’intera saga.
Questo “potenzialmente” è d’obbligo, perché già si sà che Gohan, passata questa minaccia, tornerà alla sua vita di studio e di pace. Chi invece non smetterà mai di allenarsi sono proprio i grandi assenti del film, Goku e Vegeta. Ai due è dedicata una breve ma significativa scena che li vede allenarsi sul pianeta di Whis e Beerus insieme a Broly: in questo modo lo spettatore conosce il destino di quest’ultimo, ma potrebbe trattarsi anche di un indizio del futuro della saga, perché se i Saiyan si stanno ancora allenando vuol dire che presto o tardi dovranno tener testa a una nuova minaccia. Del resto Dragon Ball continua a essere una grande macchina macina-soldi ed è difficile che la Toei voglia fermarsi proprio adesso.


Dragon Ball Super: Super Hero non delude, nonostante l’assenza del protagonista storico della saga. Anzi, forse il suo maggior pregio è proprio quello di riportare al centro dei riflettori Gohan e Piccolo, offrendo un prodotto diverso dal solito film dragonballesco Goku-centrico.

 

TITOLO ORIGINALE: Doragon Bōru Sūpā Sūpā Hīrō
REGIA: Tetsuro Kodama
SCENEGGIATURA: Akira Toriyama
INTERPRETI: Masako Nozawa, Toshio Furukawa, Ryō Horikawa, Yūko Minaguchi, Hiroshi Kamiya, Mamoru Miyano, Aya Hisakawa, Miyu Irino, Volcano Ota
DISTRIBUZIONE: Toei Company
DURATA: 99′
ORIGINE: Giappone
DATA DI USCITA: 11 giugno 2022 (Giappone), 29 settembre 2022 (resto del mondo)

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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