Revolution 1×13 – The Song Remains The SameTEMPO DI LETTURA 4 min

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Il titolo da solo dice già tutto: la canzone rimane la stessa. Se, come me, vi aspettavate molto da questa puntata per via delle promesse fatte da Kripke circa la rivelazione del vero motivo del blackout ora posso immaginare il vostro stato d’animo: completamente neutrale. Sopra il logo di Revolution sembra cappeggiare sin dagli albori del
pilot un grosso “ni” che segna nel bene o nel male tutte le puntate che sono state trasmesse fino ad ora. Ho sempre pensato che il momento della rivelazione della causa del blackout sarebbe stato pompato al massimo mettendo tutto in secondo piano, in fin dei conti è il segreto cardine del telefilm ed è una sorta di jolly che puoi giocare solo una volta, una di quelle rivelazioni che fungono da pilastro per la mitologia della serie e che poi ti sconvolgono l’ecosistema della stessa. Le mie supposizioni erano ovviamente troppo banali per poter funzionare con un telefilm come Revolution e quindi scordatevi le rivelazioni in pompa magna perchè, sebbene sia stato spiegato chi e cosa provoca il blackout, rimane comunque il fatto che Rachel Matheson lo sia andato a spiegare ad una delle due sole persone della serie che non hanno motivo di esistere: il ciccione di Google. L’altra inutile era ovviamente Nora. No words.
Il pregio della puntata, se possiamo chiamarlo così, è il fatto che sia quasi priva di pecche su cui soprassedere durante la recensione per non farsi venire istinti omicidi. Non ci sono momenti in stile WTF in cui domandarsi se gli autori erano sotto effetto di acidi durante la stesura della sceneggiatura, tuttavia non ci sono nemmeno scene epiche in cui gridare al miracolo televisivo. Ricordo che stiamo parlando di Revolution e non di Lost. L’episodio vive per l’ennesima volta in una sorta di limbo in cui i momenti importanti perdono spessore, non tanto perchè siano scene di blanda importanza ma perchè la carica emotiva non riesce a passare lo schermo e rimane lì, stantia, tra le battute di personaggi monodimensionali che non sanno bene cosa fare. Fatta eccezione per un sempre grande Giancarlo Esposito (da solo tiene su la baracca tra interrogatori al vetriolo, Lionel Richie e utilizzo di viti arrugginite che neanche i boyscout potrebbero sognare), il resto degli attori, con una piccola eccezione di Elizabeth Mitchell comunque sotto tono, sono da prendere a sprangate perchè affossano scene, dialoghi e sentimenti recitando come se fossero costretti.
Perfino il pubblico americano si è reso conto che la “serie evento” dell’anno non è poi tutto questo granchè. Rating e share si sono praticamente dimezzati rispetto al pilot (rispettivamente 4.1/11 per la 1×01 e 2.3/6 per la 1×13) e mi viene da dire che sono calati in proporzione alle aspettative della serie stessa, passata da telefilm di punta per il rilancio della NBC a ripiego serale per famiglie annoiate il lunedi sera. Eppure le carte per una grande serie c’erano tutte, a partire dalla spiegazione di tutto: “a couple hundred quadrilions” di minicomputer della dimensione di un virus con i soli compiti di assorbire elettricità e replicarsi. Cioè, se non è una genialata questa cosa io non lo so, però è una genialata sprecata da autori, produzione e attori e questa è la vera causa del perchè Revolution è piatto come una tavola di legno.
Non ho ancora parlato del bacio tra Miles e Rachel ma non voglio neanche farlo. Inutile, incoerente e totalmente dimenticabile. Non mi ha fatto nè caldo nè freddo vederlo e questo la dice lunga…
Perchè continuare a seguirlo? Francamente non lo so perchè “The Song Remains The Same” è chiaramente un episodio importante che funge da spartiacque tra quello che c’è stato e quello che sarà il resto della stagione, il gruppo si divide nuovamente e pare per sempre (non che ce ne freghi molto francamente) e mentre Charlie e Miles rimangono a bighellonare in giro per la Repubblica di Monroe, Rachel ed il ciccione di Google intraprendono l’ennesimo viaggio per 1) cercare la Torre e 2) provare a far dimagrire il ciccione. Riusciranno nella loro impresa? Solo i più audaci di voi riusciranno a scoprirlo se armati di litri di caffè e tempo da perdere.

PRO:

  • Rivelato finalmente il motivo del blackout
  • Giancarlo Esposito, il suo interrogatorio e la sua freddezza. Più lo guardo e più me lo immagino ancora in Breaking Bad
CONTRO:
  • Continua la moria di personaggi secondari. E’ record ormai se qualcuno supera i 3 episodi.
  • Piattezza dei personaggi
  • Ennesimo viaggio noioso

Ho sparato tanta merda fino a qua, ne sono conscio, e se vi domandate perchè il voto è più che sufficiente la risposta è che direttamente funzionale al numero di gaffe che non ci sono state nell’episodio. Detto ciò non credo che Revolution riuscirà mai a raggiungere un voto superiore per il resto degli episodi anche se spero il contrario.

VOTO EMMY

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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