Senna ha un po’ quel fascino di quei prodotti Netflix della prima ora. Quando il servizio streaming iniziava a sfidare i colossi della televisione proponendo show avvincenti, che provocavano dipendenza verso un binge watching sempre più sfrenato.
In particolare, stavolta si parla della divisione brasiliana dell’ormai colosso dello streaming, che sembra aver realizzato un prodotto non privo di difetti, ma che si lascia molto ben guardare, lasciando allo spettatore un sorriso stampato sul viso, impegnandosi a tramandare alle nuove generazioni la leggenda di Ayrton Senna.
Con i due episodi centrali di questa miniserie in sei puntate si entra nel cuore della carriera di Beco in Formula 1. Dalla scalata che l’ha visto passare dalla piccola Toleman alla parentesi sfortunata in Lotus, fino ad arrivare ad un top team con l’approdo in McLaren. È questa anche l’occasione per narrare la leggendaria rivalità tra Senna e Alain Prost, pilota francese che sarà una spina nel fianco per il campione brasiliano per l’intera carriera, oltre a dare uno sguardo anche alla vita privata con la relazione con la showgirl Xuxa.
VERSO IL PRIMO TITOLO
“Ambition” narra sostanzialmente l’ascesa di Ayrton da pilota promettente e velocissimo – talvolta fin troppo per le macchine che guida – fino a consacrarsi come campione del mondo nel Gran Premio del Giappone del 1988. Un episodio di gran lunga superiore ai precedenti, probabilmente aiutato anche dall’epica sportiva raccontata, ma anche e soprattutto grazie all’ottima regia, accompagnata da un montaggio delizioso. Senna prende ciò che aveva funzionato alla grande nel film di Ron Howard del 2013 Rush e lo ripropone in un prodotto televisivo: le macchine.
In gran parte dell’episodio è la mitica McLaren MP4/4 la protagonista, mettendola al centro di scene emozionanti durante i giri in pista. Ogni singolo dettaglio viene esaminato mentre Senna gira e rigira spingendola sempre più al limite, entrando persino in una sorta di trance agonistica. Si parla chiaramente della sequenza durante il GP di Montecarlo, magistrale sotto ogni aspetto, capace di provocare una suspense incredibile ad ogni passaggio delle gomme della McLaren di Ayrton a centimetri dal muro. E per chi non conoscesse la storia, diventa emozionante anche la penultima gara in Giappone, quella del titolo, in cui viene narrato l’ennesimo miracolo sportivo del campione brasiliano.
AMORE DA RED CARPET
Gran parte di “Passion”, invece, si focalizza sulla love story da favola, molto intensa, ma purtroppo breve tra due giovani star costrette a fare da giramondo per inseguire le rispettive carriere.
Si parla ovviamente di Xuxa, interpretata dalla bellissima Pâmela Tomé, figura famosissima della televisione brasiliana degli anni ’80/’90 (che fu in precedenza anche la fidanzata di Pelè). Per quanto viene ben costruito questo amore da sogno, è un colpo al cuore scoprire quanto poco sia durato, a causa dell’impossibilità dei due di viversi pur vivendo la propria vita professionale.
È anche l’occasione di mostrare un lato inedito, più personale, intimo, di Beco, oltre a quello che si vede in pista. Un aspetto già mostrato brevemente in “Calling”, ma in maniera molto diversa, infatti la sua liaison precedente era al servizio della sua storia in Formula 1 e non viceversa. Qui invece il focus si sposta dalle gare alla relazione sentimentale, percorrendo anche un burrascoso paragone con la maledetta stagione 1989, che grida ancora vendetta per Senna.
FERITA ’89
Tuttavia “Passion”, seppur dilungandosi parecchio nell’affair tra Ayrton e Xuxa, non perde di vista l’obiettivo di narrare le gesta del campione in pista, ed ecco che si passa subito al mondiale del 1989, con Senna campione in carica ancora a bordo della McLaren per difendere il titolo. Analogamente a come va a sfiorire la storia tra i due innamorati, anche le gare vedono i favori della classifica andare verso il rivale e compagno di scuderia Alain Prost, in una patata bollente difficilissima da gestire per Ron Dennis.
Ancor di più dopo l’annuncio del passaggio di Prost nella scuderia rivale, la Ferrari, annunciato durante il Gran Premio di Monza, giusto in tempo per inimicarsi le orde di tifosi italiani (in una scena che strappa più di un sorriso per il fanatismo italiano verso il cavallino rampante). L’epilogo del mondiale, però, è una batosta ancora peggiore. Prost gioca sporco cercando di “abbattere” Senna su un tentativo di sorpasso e i giudici di gara decidono di premiarlo, oscurando l’incredibile rimonta che aveva fatto il campione in carica brasiliano, ripartendo con l’alettone danneggiato e vincendo il Gran Premio. Una sconfitta dolorosa, che dà il via anche alle battaglie politiche di Senna contro la F1, di cui si vedranno probabilmente le conseguenze nel prossimo mondiale, e nei prossimi episodi.
| THUMBS UP 👍 | THUMBS DOWN 👎 |
|
|
Toccando alcuni picchi, come la scena del GP di Montecarlo o la chimica tra Xuxa e Beco, questi due episodi si assestano su un livello certamente superiore ai precedenti. Si paga probabilmente la scelta ambiziosa di non essersi soffermati su una porzione di vita di Senna, dovendo quindi spesso correre negli anni per condensare tutta la vita del campione brasiliano in soli sei episodi.
