Sense8 2×10 – You Want A War?TEMPO DI LETTURA 7 min

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Ci sarebbe di che arrabbiarsi. Arrabbiarsi, come sempre più spesso capita, quando si ha a che fare con serie tv che proseguono la loro corsa sorrette unicamente dal fatto di mostrare ciò che il pubblico vuole vedere e niente più.
Motivo in più per cui sarebbe lecito perdere le staffe è l’irrefrenabile bisogno di avere subito a disposizione la prossima stagione. E, a questa frase, non seguiranno parentesi facenti riferimento all’incertezza sul futuro della serie e bla bla bla, rinnovo, bla bla bla, series finale eccetera eccetera. Perché Sense8 verrà rinnovata. Aldilà del cliffhanger con cui “You Want A War?” lascia lo spettatore, Sense8 verrà rinnovata perché ha smesso di essere una serie tv pura per diventare un marchio, un brand a cui Netflix difficilmente rinuncerà. I personaggi a cui si voleva bene sono ormai dei portabandiera, capaci ognuno di loro di poter sorreggere intere sottotrame (adatte unicamente a delle comedy, in alcuni casi), ognuno costruito per piacere e far sentire rappresentato un particolare tipo di persona in base all’etnia, al grado sociale, all’orientamento sessuale. Ma sarebbe troppo semplice così: ogni personaggio costituisce anche un diverso ramo scenico. Da ognuno di loro potrebbe nascere un diverso show, di diverso genere, ognuno adatto per i relativi gusti dei fan. Un raffinato esempio di “fusion televisiva”? Oppure un ricercato risultato di “indagine di mercato”, atto ad attrarre il più alto numero di spettatori? La “non-trama” di questa seconda stagione sembra far protendere per la seconda opzione.
Nella prima fetta di episodio sembra si voglia protendere per una particolare scelta: dare vita al finale di una sottotrama inerente uno dei personaggi, trascurando totalmente la storia di altri (non che alcune di esse avessero suscitato chissà quanta curiosità). Indubbiamente Sun, durante tutta la seconda stagione, ha avuto una progressione costante, attivando la curiosità dello spettatore in merito alla sua sorte e a una giustizia che avrebbe meritato e che, anche nel finale di questo episodio, non sembra aver ottenuto. L’intera sequenza della festa suscita però alcune perplessità. No, forse una sola, che però è anche quella che mette in moto l’intera vicenda. Il problema è che solitamente, in un ambito narrativo, quando un uomo potente viene accusato di un qualche crimine, difficilmente si fa prendere dalla frenesia di buttarla in caciara. Vi sono sempre team di avvocati a difenderlo, campagne di (dis)informazione. Quando il “cattivo” è ad una festa da lui stesso organizzata, dopo aver tenuto auto-celebrativi discorsi pubblici, non c’è motivo per rifiutarsi di seguire un agente di polizia. Si può giustificare lo sparo nascosto al detective, fingendo la presenza di Sun (che poi c’era veramente) che poteva aver sparato a distanza. Però la reazione disperata, la fuga improvvisa e la reazione a sorpresa sono sempre caratteristiche tipiche dell’uomo ormai messo all’angolo, che non ha più nulla da perdere. Non sembrava proprio il caso del fratello di Sun, in una condizione privilegiata di gran potere. E però si dovevano far vedere combattimenti tamarri, inseguimenti ancora più cafoni e del rallenty qua e là. Come resistere alla tentazione? Che poi Sun non ottiene niente, viene ri-arrestata e ri-evade. Praticamente dopo mezzo episodio sta punto e a capo come in tutta questa seconda stagione.
Nomi e Martha Jones Amanita decidono di sposarsi. Momento tenero e toccante, se non fosse che, matrimonio di Teagan a parte, le due hanno passato tutta la stagione a fare le Harold Finch della situazione, insieme ad uno dei personaggi più macchiette di sempre. E vabbè.
Sotto traccia, anche la storyline di Kala prende una piega interessante. Il marito (uno di quei personaggi secondari utili a far disprezzare i sapiens in favore dei sensorium), si rivela essere collaboratore di un’indagine, mai troppo approfondita. Sembra quindi ci sia terreno fertile per un incontro fisico tra Kala e Wolfgang, come fu nella prima stagione per Will e Riley, ecco quindi tra i due una nuova scena sdolcinat… Come dite? C’è anche una trama orizzontale in questa stagione? La prima stagione finiva con la prima dichiarazione di guerra tra Whispers e i sensates e in questa seconda stagione si è temporeggiato tantissimo e sono stati solo aggiunti pochi e dispersivi dettagli? Rimediamo subito. Ah, sono rimasti solo 20 minuti? Capito.
Si inserisce un personaggio traditore da una parte, agguato dall’altra, rapimento di un personaggio un po’ maledetto che in questa stagione aveva avuto relativamente poco spazio. Dopodiché si uniscono tutti i sensates in missione di salvataggio. In una delle sequenze più rapide della storia della televisione.
Lo spettatore è in evidente stato di agitazione, svegliato dal torpore di scene sussurrate e di sensorium biker allupati. Tutto avviene di corsa. Biglietti aerei, aeroporti, strana rapidità e sincronia nei voli, mancanza di fuso orario, e tutti sono a Londra. Bruciato così il primo incontro fisico tra i protagonisti, avvenuto fuori scena, senza pathos alcuno. Ad eccezione della liberatoria scena in cui viene rivelata effettivamente la presenza fisica di Will al cospetto di Milt.
L’esperienza fa lo spettatore saggio. Da adesso fino alla terza stagione, dovranno tutti fare questa associazione di pensieri nel confrontarsi con future aspettative:

  • come finiva la prima stagione/riflessione generale sul crescendo che aveva portato a tale finale;
  • stragrande maggioranza di sequenze della seconda stagione – non si discute il valore estetico e il significato profondo di molti momenti;
  • come finisce la seconda stagione/cambio di passo improvviso, quasi violento;
  • qualora la prossima non sia una risolutiva stagione finale, come sarà la maggioranza delle sequenze (e degli episodi)? Votate alla trama orizzontale o si tornerà ad approfondimenti sui personaggi e al consolidamento del marchio Sense8 in tutta la sua esplosione di suggestive immagini?
Edit del 03/06/2017
 
Invece, contro tutte le previsioni di inizio recensione, Sense8 è stata cancellata. 
La piattaforma Netflix porta avanti un’azione di risparmio che tanto sta facendo innervosire il pubblico e la discreta fan base che la serie si è creata.
Netflix lo aveva annunciato che avrebbe iniziato a prenderci gusto con la “mietitura seriale” e Sense8 forse non ha risposto alle aspettative della prima stagione, soprattutto considerando l’onerosissima spesa che la sua produzione ha comportato. 
A mente fredda e a distanza di qualche settimana dalla fine della visione di questa seconda stagione, viene da chiedersi il perché gli autori abbiano sprecato in maniera così lampante un’occasione data dal rinnovo alla seconda stagione che, visti i festeggiamenti dell’epoca, tutto era meno che scontato. Uno speciale natalizio di 2 ore e altri 10 episodi erano sufficienti per portare avanti la storia e magari anche darle una parvenza di chiusura, utile sia in caso di rinnovo per la terza stagione, sia in caso di cancellazione. 
Si avverte ovviamente la necessità di un finale che magari arriverà pure, sotto forma di episodio speciale o di mini-serie. Dipende sempre se la piattaforma deciderà di ascoltare le diverse voci che in coro stanno sollevando una protesta contro questa controversa cancellazione. 
Dando un colpo al cerchio e uno alla botte, vista la gestione attendista della storia, viene anche da chiedersi se sia proprio tutta colpa del network, che ha reciso il tutto dopo cotanto cliffhanger. Probabilmente gli autori non si sono dimostrati in grado di gestire una programmazione a lunga gittata della storia, oppure gli attori (in scadenza di contratto) hanno sparato alto, rischiando così di minare ancora di più le finanze di Netflix. Probabilmente non si saprà mai.
Grazie alle fonti di RecenSerie, sembra sia stato estrapolato un dialogo tra i vertici e il team creativo:
 
Netflix: “Avete già idee per la prossima stagione?”
Autori: “Sì sì, l’empatia, la globalità, la comunità, la diversità, and I say hey hey hey…”
N: “Sì ma la storia continua? Lo sapete quanto spendiamo a episodio?”
A: “Australia, Islanda, Corea…”
N: “La trama!”
A: “…il Messico, folle oceaniche…”
N: “Ancora non avete scritto una riga eh?”
A: “What’s going ooon.”
N: “Era così anche la scorsa stagione eh?”
A: “…”
N: “Arrivederci e grazie.”
 
fine edit

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Svolta di trama orizzontale nella – seppur rapida – sequenza finale
  • Sun fomenta sempre
  • Valore estetico della rappresentazione scenica, in generale
  • Vaga speranza che la prossima stagione possa essere meno “temporeggiatrice”
  • Sequenza su Sun, sì travolgente, ma un po’ fine a se stessa (il risultato finale la riporta alla condizione “di partenza”)
  • Finale rapido e anche un po’ confuso
  • Il personaggio di Bug

 

C’è da arrabbiarsi e viene da ridimensionare non poco l’intero progetto Sense8, anche e soprattutto dopo il successo enorme della prima stagione. Indubbiamente questa seconda avrà rafforzato l’affetto di molti fan. La storia, tuttavia, è sembrata del tutto piegata nei confronti della continua e ripetitiva caratterizzazione dei personaggi. Personaggi che comunque piacciono a tutti e quindi va bene così.

 

If All The World’s A Stage, Identity Is Nothing But A Costume 2×09 ND milioni – ND rating
You Want A War? 2×10 ND milioni – ND rating

 

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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