La regia in genere nei telefilm non è una cosa che viene tenuta molto in considerazione dal pubblico. Certo ci può essere un pilot diretto da un regista di fama internazionale come per Believe o Revolution ma di norma, a parte questi casi eccezionali, il più delle volte non interessa quasi a nessuno. Stavolta però nella recensione vorrei soffermarmi anche sul regista perchè, come già accaduto in “Heartache” con Jensen Ackles, anche qui viene concessa l’opportunità ad un membro del cast di dirigere un episodio. Il fortunato oggi è Misha Collins.
Quello che c’è da dire su “Mother’s Little Helper” non è poi molto e d’altronde era anche prevedibile che, dopo l’evoluzione vista in “Blade Runners“, ci si prendesse del tempo per elaborare il tutto. Questo è uno stile ormai ampiamente adottato da Supernatural e d’altronde ci piace anche per questa sua forse a volte troppo eccessiva riflessività, tuttavia nel suo piccolo anche questo diciassettesimo episodio ci dà qualcosa su cui ponderare. Parlo innanzitutto di un approfondimento del personaggio di Abaddon che viene finalmente delineata non come la semplice ribelle che vuole sovvertire il potere ma come un cavaliere che da molto tempo sta cercando il suo spazio nel mondo e se lo sta ritagliando tramite la creazione di nuovi demoni che le siano fedeli. La trama un po’ blanda che vede Sam alla ricerca di una spiegazione per il suo caso è in realtà una scusa per mostrare cosa sta veramente architettando Abaddon e vista in quest’ottica è anche perdonabile, tuttavia l’assenza di Dean dalla scena pesa alquanto visto che in questo modo Sam viene forzato a legare con personaggi secondari di scarso peso. Si ok, la storia della ex suora dà un po’ di spessore al tutto ma non è così importante da dedicargli tutto quello spazio, almeno non se ci fosse stato anche Dean.
Come dicevo però “Mother’s Little Helper” mette sotto i riflettori il disagio interiore del maggiore tra i due Winchester che, in un gesto di quasi disperazione, fa uno squillo perfino a Crowley pur di trovare un po’ di conforto. Lo sconforto che si respira durante le loro scene è quasi toccante e va inquadrato in un’ottica più ampia di guerra “fratricida”, perchè di questo ormai si tratta. Crowley come al solito gioca sporco ma il suo gioco è “lecito” perchè consta nell’ammaliare a tal punto Dean da muoverlo come pedina nel suo grande scacchiere perchè, in fin dei conti, i due Winchester sono sempre due esseri umani che si ritrovano a fronteggiare due rivolte in contemporanea, angelica da una parte ed infernale dall’altra, e questo Crowley lo sa più che bene.
Quindi tutti sono utili ma nessuno è strettamente indispensabile in guerra, quindi va benissimo allearsi per fronteggiare il nemico comune chiamato Abaddon ma l’alleanza termina nel momento esattamente successivo alla morte di quest’ultima. La differente percezione degli eventi è però dovuta all’animo umano di Dean rispetto a quello demoniaco di Crowley perchè se Dean, per sua stessa ammissione, non si preoccupa delle conseguenze dell’uso della First Blade, Crowley invece sta bene attento e vive progettando pragmaticamente ogni mossa e così facendo è almeno tre passi avanti ai Winchester.
In tutto questo Misha Collins pondera bene ogni inquadratura riuscendo ad incanalare molto bene la depressione che pervade Dean e soprattutto, anche per merito di un innegabilmente dotato Jensen Ackles, la resa su schermo appare ineccepibile. Possiamo quindi promuovere la prima opera di Misha ed anche il riflessivo “Mother’s Little Helper” nonostante il ritorno di Henry Winchester non sia stato quello che ci auguravamo.
PRO:
- (Perchè siamo di parte) La regia
- Interpretazione notevole di Jensen Ackles
- Tridimensionalizzata la figura di Abaddon
- Puntata molto più introspettiva e lenta del solito
- Poca collaborazione tra Dean e Sam
Blade Runners 9×16 | 1.86 milioni – 0.9 rating |
Mother’s Little Helper 9×17 | 2.25 milioni – 1.0 rating |
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.