Tales Of The City 1×01 – Coming HomeTEMPO DI LETTURA 4 min

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Nel mese del Pride, che a Giugno manifesta l’orgoglio della comunità LGBT, Netflix non poteva esimersi dal lanciare in orbita una serie che ha come sfondo narrativo quell’assoluta libertà di colori, scelte e sessualità.
Così, il 7 Giugno scorso, sulla piattaforma streaming vengono rilasciati i 10 episodi che compongono la prima stagione di Tales Of The City, un drama sviluppato dal produttore esecutivo Lauren Morelli.
Ma la storia di questa serie non nasce di certo oggi; Tales Of The City, infatti, ha i suoi natali nell’omonima serie di romanzi scritti nientemeno che tra il 1978 e il 2014 dall’americano Armistead Maupin, che ha dato vita a questa serie di racconti tutti ambientati nella città di San Francisco. Tuttavia, quella di Netflix non è neanche la prima trasposizione televisiva dell’opera, che nel 1993 ha esordito su Channel 4 con una miniserie basata sul primo romanzo, dando il via ai primi adattamenti che nel corso degli anni hanno portato sullo schermo tre dei nove romanzi di Maupin. Il Tales Of The City del 2019 targato Netflix, dunque, non è altro che un revival di tali precedenti opere già andate in onda.
A livello narrativo, la storia che questa serie vuole raccontare non si presenta di certo come una perla di originalità (almeno durante lo scorrere di questo pilot): al centro di tutto si pone il ritorno di tale Mary Ann Singleton, donna un po’ impacciata e ciarliera che torna a casa, a San Francisco, dopo un’assenza di ben venti anni, scappata dalla sua città per perseguire i suoi sogni professionali. La reunion e i rapporti con le persone che hanno fatto parte in passato della sua vita si pongono senza ombra di dubbio in primo piano nella storia, lasciando spiccare su tutti la relazione con la figlia Shawna, messa da parte da Mary Ann durante la sua fuga dalla città.
Di rilievo, poi, risulta la figura della novantenne matriarca Anna Madrigal, proprietaria dello stabile 28 di Barbary Lane, punto focale di tutta la narrazione. La donna, che già si pone subito al centro della trama, sarà poi la protagonista di un moderato cliffhanger finale utile a spingere in avanti la narrazione nei prossimi episodi.
La storia presentata in questo pilot si mantiene dunque abbastanza semplice e mirata per lo più verso segreti e problematiche famigliari, ma a porsi come elemento primario e tema portante dell’intera narrazione è soprattutto il contorno di libertà che permane attraverso la maggior parte dei protagonisti coinvolti. L’omaggio al mese del Pride, infatti, traspare attraverso la vita e le scelte compiute dai personaggi, dove l’assoluto assortimento di generi e la totale accettazione sessuale mantiene il primo posto in quasi tutte le storyline di ciascun character. E questa totale diversità che si pone come elemento principale riesce ad alimentare un po’ più la verve narrativa di una storia altrimenti fin troppo piatta.
Tales Of The City, però, si presenta anche con un bel assortimento per quanto riguarda il cast: ad interpretare il personaggio di Shawna Hawkins spicca Ellen Page (ormai di casa nelle serie Netflix dopo essere già una delle protagoniste di The Umbrella Academy); da non tralasciare, poi, l’attore Charlie Barnett, recentemente visto al fianco di Natasha Lyonne nella serie Russian Doll. Ma ad aggiudicarsi il primo piano sono soprattutto le due donne protagoniste che riprendono i loro ruoli dopo averli già interpretati nelle passate rivisitazioni di Tales Of The City: come già accaduto nella precedente versione che nel 1993-1998-2001 ha messo in scena i primi tre romanzi, anche in quella del 2019 l’interpretazione di Mary Ann viene affidata all’attrice Laura Linney già vincitrice, tra gli altri premi, di due Golden Globe ed attualmente protagonista della serie Ozark; mentre il ruolo della matriarca appartiene ancora ad Olympia Dukakis, ormai il volto ufficiale di Anna Madrigal.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Una storia con il giusto contorno per celebrare il mese del Pride
  • L’aria di libertà di scelta e di genere che rende più dinamica la narrazione
  • Il cast con gli interpreti storici
  • Trama al momento abbastanza debole

 

Per ora il folcloristico contorno vince a mani basse sulla trama. Ma se si vuole passare qualche pomeriggio estivo senza impegno, si potrebbe anche dare una chance agli altri episodi… tanto sono tutti lì comodamente su Netflix.

 

Coming Home 1×01 ND milioni – ND rating

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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