Per lui si tratta di riaffermare la propria credibilità nel mondo criminale. Questo richiede un piano molto, molto arzigogolato, in cui è coinvolto un amico gentilmente disponibile a fingersi il “vero” Raymond Reddington. Qui l’attore Jake Weber ha fatto un buon lavoro nel cercare di riprodurre toni e manierismi del personaggio interpretato da James Spader. Le scene in cui incontra Lizzie sono anche una citazione diretta di quelle dell’episodio pilota, anche se certo fra i due non scatta la scintilla. Questi corsi e ricorsi storici potrebbero spiegare perché, nelle scene iniziali, Kate Kaplan si mette le cuffie nelle orecchie e ascolta musica mentre svolge il suo compito di “donna delle pulizie” sulle scene del crimine.
Ok, film e telefilm ci hanno abituati a vecchi ispettori di polizia prossimi alla pensione, induriti e disillusi, i quali si mangiano cheti cheti il loro panino davanti a cadaveri smembrati, carbonizzati e simili, ma ascoltare musica, un allegro brano disco dance, mentre si devono, in pochi minuti, far sparire corpi senza vita e tracce di un delitto non ha molto senso. A meno che la canzone scelta, “Right back where we started from” di Maxine Nightingale, non sia un messaggio in sé: “siamo tornati esattamente al punto di partenza”. Sia come sia, il piano funziona, ma ha uno sgradevole effetto collaterale: gli amici della Task Force si rendono conto di non avere, in realtà, nessuna garanzia al 100% che il Reddington da loro conosciuto negli ultimi anni sia chi dice di essere (fino a prova contraria, non lo considereremo un impostore).
Il percorso dell’ex agente Keen per riprendersi la propria vita, invece, comprende innanzitutto andare a trovare l’ex marito. I due usano saggezza, prudenza e temperanza, giusto quanto basta per non commettere atti osceni in luogo pubblico, regalando un momento di gioioso relax anche agli spettatori. Come scrisse Beaumarchais, mettendo il sottotitolo al suo “Barbiere di Siviglia”, tutto quello che gli altri possono fare per ostacolare l’amore di due giovani “è precauzione inutile”. Questa parte della trama certo riserverà emozioni e sorprese nelle prossime puntate. Abbiamo infatti già avuto uno scontro tra Red e Tom Jacob degno del manzoniano “questo matrimonio non s’ha da fare” e d’altronde lo sappiamo: Mr. Reddington è gentiluomo di vecchia scuola, per lui il concetto di proteggere Lizzie, garantendole sicurezza e felicità, farebbe rima col costruire una torre d’avorio nell’isola più remota e mettercela dentro, certo con tutti i confort e la servitù.
I due uomini, però, non sanno ancora che la loro amatissima è incinta (fino a prova contraria, considereremo Tom Jacob come il padre della creaturina). Come farà lei a dar loro la notizia? Come reagiranno loro? Red prenderà un fucile a pompa e andrà a cercare il genero all’urlo di “Me l’hai inguaiata!”? Si sentirà sciogliere alla prospettiva di diventare nonno, almeno honoris causa? Una rallegrata dopo il cupissimo “Va’ all’inferno, saluta gli amici e di’ che arrivo fra non molto” gli ci vorrebbe. Certo però, baby Keen si troverebbe a venire al mondo da due persone che, sostanzialmente, una vera famiglia sanno cosa sia solo per sentito dire. Per tacere l’essere nipote della super spia Katarina Rostova.
Ammesso, ovviamente, che la creatura riesca a sbarcare in questo mondo sana e salva. Questo è molto probabile: perdere il bambino butterebbe su Lizzie una cappa di tristezza nociva per l’economia dell’intera serie. Molto più probabile dare la creatura in adozione una volta nata, come Lizzie fu affidata a papà Sam, tanto più in un telefilm che ama spiegare cosa è successo ad un personaggio facendo vivere ad un altro vicende analoghe. Certamente, dati i tempi brevi di una gravidanza umana, questo comporterà decisioni vitali da prendere abbastanza in fretta.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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The Director – Conclusion 3×10 | 7.47 milioni – 1.6 rating |
Mr.Gregory Devry 3×11 | 7.42 milioni – 1.6 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).