The Blacklist imbocca il rettilineo finale e la caccia a Raymond Reddington è ufficialmente aperta. A dare le carte è l’agente Jordan Nixon, molto determinato, molto fedele al senatore Hudson. Pure troppo.
Gli unici momenti in cui la corsa si interrompe per un attimo sono il dialogo di Red con Paula e quello fra Ressler e Hudson. Nel primo caso, si crea l’occasione per commemorare degnamente Glen. Ciò è bene, ma forse i tempi non sono stati dosati nel modo giusto, come si avrà modo di dire.
Nel secondo caso, il pugno tirato dal buon Donald al senatore è sacrosanto. Le condoglianze per la morte di Jonathan sono assolutamente fuori luogo.
In tutto questo, gli uomini della Task Force hanno qualche comprensibile problema a mantenere il bilanciamento fra il senso del dovere e i sentimenti verso il loro informatore di fiducia, ma riescono sempre a tenere dritto il timone.
L’INCENDIO
Citazione particolare, in questo senso, merita Dembé.
Stavolta ricupera la memoria e si rivela prezioso per capire le mosse del Concierge del Crimine. Quest’ultimo, dal canto suo, non ha il minimo problema ad organizzare un incendio in una casa per poter scappare dall’accerchiamento della polizia, travestito da pompiere.
Il personaggio, dunque, rimane fedele a se stesso fino alla fine, per quanto si senta la morte alle calcagna.
L’uso del fuoco sembra rimandare anche alla mitologia della serie, con la Notte dell’Incendio e la casa di famiglia fatta saltare da Red nella prima stagione. Tutto, comunque, rimane ad un livello estetico e superficiale. Non viene spiegato nulla di nuovo. Il ritmo della puntata se ne giova enormemente, ma la frustrazione del pubblico rimane.
Sempre nell’ambito della Task Force, una citazione di merito va a Siya e a Herbie. Gli ultimi arrivati danno un notevole apporto alla caccia, con coscienziosa professionalità.
LA SPARATORIA
Raymond Reddington è stato presentato, fin dall’episodio pilota, come un personaggio oscuro, violento e pericoloso.
Lecito quindi aspettarsi, a conclusione delle sue peripezie, la morte in una sparatoria. La sua o quella di un qualche terribile nemico finale.
Il conflitto a fuoco, a dire il vero, c’è. Ha persino in sottofondo Pendulum dei Pearl Jam, già colonna sonora del celebre momento “Are you my father?” (7 secondi di pausa) “No“.
Ad avere la peggio è il senatore Hudson. Muore, vien da dire, come ha vissuto: in un momento di panico, spara e Red lo fredda con un colpo in testa.
Dispiace che non sia stato utilizzato, per potenziarlo, il personaggio di Blair Foster. La sua presenza, perciò, risulta poco incisiva, per quanto funzionale a fondamentali sviluppi della trama. Il fatto che ferisca gravemente Dembé (già sospettato di favoreggiamento e ammanettato) è solo l’ultimo di essi.
PRONTI AL GRAN FINALE
Anche Ressler rimane ferito, ma viene salvato dal giubbino antiproiettile. (Dettaglio realistico: si frattura alcune costole).
La sparatoria, comunque, crea il giusto cliffhanger per passare la parola alla seconda parte della serata, cioè all’ultima puntata della serie.
Resta ancora, negli spettatori, una flebile speranza di ricevere qualche risposta alle domande che si trascinano ormai da anni.
Altro centro d’interesse sarà vedere se Red manterrà la promessa fatta a Weecha di rivedersi in Bolivia, una volta che tutto sarà finito. Il protagonista dello show, tutto sommato, ha sempre mostrato una notevole carica di fascino e simpatia (momenti terrificanti a parte), per cui non dispiacerebbe nemmeno se per lui ci fosse una forma di lieto fine.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Puntata dal buon ritmo. I personaggi sono fedeli a se stessi e anche lo show, almeno dal punto di vista dell’aspetto esteriore.
Ci si chiede se anche altre figure saranno oggetto di una commemorazione come Glen. Non che l’uomo della Motorizzazione non la meritasse, così come il suo compianto interprete Clark Middleton, ma non sarebbe male, per esempio, tirare fuori anche solo una foto di figure fondamentali come Lizzie e Tom Keen.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
3
Nessun voto per ora
Tags:
Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).