É arrivata un po’ in sordina nel panorama seriale di questo autunno, con il debutto ormai datato settembre 2024. Eppure, Doctor Odyssey aveva sin da subito tutte le carte in regola per far parlare di sé, almeno per quanto riguarda i suoi protagonisti: da un lato, Ryan Murphy nel ruolo di creatore, dall’altro Joshua Jackson come protagonista.
L’approdo su Disney+ a fine novembre, potrebbe però far avvicinare maggiormente il pubblico italiano a questa nuova serie che, dopo la visione del pilot, si presenta con tutte le carte in regola per intrattenere nel modo più semplice e genuino possibile. Non sempre una garanzia ormai.
DR. JACKSON
Si sa, la divisa ha sicuramente il suo fascino, e anche il camice bianco del medico non fa eccezione. Ovviamente a seconda del tipo di dottore interpretato. Dopo aver vestito i panni del medico psicopatico in Dr. Death, Joshua Jackson cambia totalmente tipologia di carattere, riproponendo quelli che sono i suoi tratti attoriali più distintivi.
Charme e carisma diventano dunque i caratteri chiave del dottor Max Banckman che si presenta al pubblico come un cliché, ma allo stesso tempo riesce totalmente a catturare sia la scena che l’interesse del pubblico.
Il nuovo personaggio interpretato da Jackson, infatti, non spicca di certo per originalità. Un medico rinomato e sicuro di sé che, come al solito, nasconde un passato difficile. A questo proposito, bisogna dire che la serie non ha giocato tanto per le lunghe: i primi flashback apparsi sembrano essere stati già svelati nella chiacchierata di Banckman con l’infermiera Morgan. Tempi difficili e malattie superate che hanno portato al cambio vita del dottore.
Una presentazione, questa, abbastanza velocizzata, ma che in realtà ben si amalgama al tipo di costruzione dell’episodio. La serie, dopotutto, nonostante la caratterizzazione da medical drama, mantiene uno spirito leggero e ironico, lasciandolo trasparire dai comportamenti dei suoi protagonisti.
Il personaggio di Joshua Jackson si cala bene nel contesto, riuscendo a catalizzare l’attenzione sia dello spettatore che dei suoi colleghi.
GREY’S ANATOMY AL LARGO
Prendendo il singolo pilot, il paragone con un mini Grey’s Anatomy è facilmente riscontrabile. Si tratta di una narrazione più veloce, ma i temi tra casi medici e flirt tra colleghi sono protagonisti assoluti dell’episodio.
A favorire questa narrazione dinamica ci pensano anche i personaggi che compongono l’equipaggio. Pochi ma buoni, visto che, al momento, a trainare la storia sono appena in quattro. Oltre il dottor Max, c’è infatti l’infermiera Morgan e il suo collega Tristan, caratterialmente opposti e per questo ben distribuiti nel proporre approcci, azioni e reazioni differenti. Il tutto monitorato dal capitano della nave, Robert Massey, che appare sin da subito come un guru pronto a guidare Max anche da un punto di vista personale.
Tutti elementi che prendono vita in un unico posto: una nave da crociera, luogo portante dell’intera narrazione. L’ambientazione chiusa potrebbe di certo appesantire con lo scorrere degli episodi, ma per ora, insieme a qualche gita fuori porto, funziona bene. Lo spettatore deve infatti scoprire ancora per bene la nave e tutte le caratteristiche che offre, mentre per quanto riguarda i passeggeri, questi variano a seconda degli ospiti a bordo.
Insomma, la struttura sembra varia e dinamica proponendo una serie leggera e senza impegno, ma che si fa guardare e anche apprezzare nonostante la riproposizione dei soliti stilemi.
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Una serie senza troppe pretese ma che svolge adeguatamente il suo compito di intrattenimento. E poi, il duo Joshua Jackson e Ryan Murphy non può passare inosservato.
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.