The Lady 2×02 – Episodio DueTEMPO DI LETTURA 4 min

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Nella première di stagione di quello che ci siamo sentiti di definire “un capolavoro postmoderno” – per l’evidente portata culturistica culturale – Lory Del Santo, fattasi carico di soggetto, sceneggiatura, scenografia, costumi, fotografia, camera, editing di colonna sonora e sound mix, montaggio e regia (ché mancavano solo pulizia dei bagni e volantinaggio e avevamo fatto l’en plein), dimostra ancora una volta tutta la sua conoscenza acquisita in ben due settimane di studi approfonditi su tutte queste tecniche del cinema, presentando l’ambientazione e i personaggi di questa seconda stagione di The Lady.
Nella puntata che ci apprestiamo a recensire ci addentriamo ancora di più nel mondo, torbido e sfavillante, costruito dalla Del Santo: un mondo fatto non solo di bellezza – come tutti gli uomini a petto nudo e che si allenano in mezzo di strada senza un motivo specifico dimostrano – ma anche di compromessi e sacrifici, di schiaffi in faccia e nemici che spuntano da ogni dove. Lo sa bene la nostra eroina Lona, che a breve sarà costretta ad affrontare la villain di stagione, Zora, la quale per il momento trama nell’ombra (dove per ombra si intende il campetto fuori da un ex centro sociale della periferia milanese) insieme alla sua crew di karate kid di Bollate. Ed è proprio su di lei che si concentra l’occhio vigile della Del Santo, deus ex machina della narrazione, dedicando all’approfondimento psicologico del suo personaggio il minutaggio iniziale; approfondimento affidato alle parole dell’uomo che la ama e che l’ha vista crescere da donna “ingenua, pura, dolce, sensibile, generosa, fragile” a “donna con la doppia A“. Il format da web serie con i suoi circa 13 minuti a puntata, è molto difficile da adattare alla descrizione approfondita di più personaggi, soprattutto se questi si muovono su un tessuto narrativo in costante evoluzione, come è il caso di The Lady. Le doti linguistiche della Del Santo le hanno però permesso di superare questo ostacolo trovando nel linguaggio, crudo, diretto, quasi surreale nel suo realismo, il veicolo per mostrare, senza troppi giri di parole, l’anima dei personaggi.
Naturalmente è coadiuvata in questo compito dalle prove attoriali degli ex tronisti, e compagnia cantante, imprestati alla serie: le elucubrazioni filosofiche di Lona sulla giustizia non avrebbero lo stesso effetto esilarante riflessivo nello spettatore se non fossero accompagnate dallo sguardo estraniato della Contreras, ormai immersa nel suo personaggio (come avevamo abbondantemente assaporato nella scena dark del primo episodio); la recitazione piatta di Manuel in realtà è voluta proprio per rendere il carattere misterioso del personaggio che non lascia intendere ciò che vuole né a Lona né al pubblico, a volte non lascia intendere e basta; così anche tutta la schiera di uomini e donne, dai fisici prorompenti, che popolano il mondo della Del Santo, e che mostrano tutto il loro background teatrale shakespeariano.
Si è accennato a inizio recensione al mondo complesso che The Lady vuole rappresentare; se quello che vedevamo nella prima stagione ci sembrava un omaggio della regista al mondo del lusso e della bellezza, in questa seconda stagione – pur mantenendo un punto di contatto con l’ambientazione precedente – è evidente la volontà di svegliare il pubblico dal torpore intellettuale per denunciare un mondo che è ben più complesso: giovani di bell’aspetto sono costretti ad affrontare subdoli direttori di casting che li trattano come animali (“eeeee… molta toreria!“), e lottare con le unghie e con i denti, con le cerette e il gel nei capelli, per dimostrare che dietro quei corpi c’è una personalità unica e irripetibile. Lory si spinge persino più in là di questo: un osservatore attento avrà notato che ai provini veniva chiesto solo ai ragazzi di spogliarsi mentre le fanciulle dicevano le battute senza calpestare la propria dignità denudandosi; è una critica all’interno della critica, praticamente una metacritica dell’artista che, da insider dello show biz quale è, vuole denunciare al pubblico un cambiamento di direzione del sessismo di cui, ora, sono vittime i giovani aspiranti attori.
Si trova anche il modo di affrontare il tema dello smarrimento dell’identità tramite riferimenti en passant alla vita umana filtrata dai social (la scena del partecipante ai provini che si lamenta dell’intricato rapporto che ha con le fan su Facebook, basato su menzogne esistenziali) dove, pensate, c’è gente che chiede se il tuo profilo è proprio il tuo o se l’hai creato per nasconderti (eh?). Con l’interazione finale dello stesso modello che chiede alla ragazza se ha Facebook per invitarla a uscire in discoteca, la Del Santo chiude il cerchio sul tema facendo riflettere lo spettatore sul fatto che spesso siamo i primi a criticare un fenomeno di cui in realtà siamo noi stessi schiavi e promulgatori. Grazie Lory.
In conclusione, The Lady in questo secondo episodio riesce di nuovo a stupire ed ammaliare grazie a temi, tecnica e recitazione encomiabili che farebbero dire a qualsiasi altro show: “Mi do all’equitazione! Devo sfogare la mia rabbia!“.

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Critica e metacritica
  • Chang, che si chiama così pure nei titoli di testa!
  • Maccio Capatonda: che ruolo avrà?
  • L’attesa del Mercolady aumenta sempre di più
  • 13 minuti sono troppo pochi
Con la maestria che la contraddistingue, Lory utilizza questo episodio di The Lady per rivelare le contraddizioni di un mondo che non è solo lustrini e luci della ribalta, ma sacrificio e compromesso, tramite dialoghi studiati e approfondimento dei personaggi. Che dire? “Beh, tooooroooo!

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