0
(0)
In un’epoca in cui il cinema preferisce prendere una tangenziale preferibilmente reboottante, The Lady cavalca ovviamente ciò che è il trend del momento, inseguendo (come sempre) il gusto per il bello e il superficiale. Qualcuno potrebbe dire che i membri della crew di The Lady siano, in realtà, nati con qualche cromosoma in meno, deficienza che permette loro di apprezzare e santificare ciò che è in realtà robaccia di cattivo gusto. Chi la pensa così, vuol dire che è imprigionato in una tipica mentalità da pvovincialotto di pvovincia tendenzialmente pvovinciale, abituato a guardare il listino prezzi prima di andare a mangiare in un ristorante. Per il bello, il piacere, il gusto, non c’è prezzo che tenga, sapevatelo. Davanti a questa spiazzante rivelazione acquistata leggendo al contrario un verso di Gabriele D’Annunzio, con la capacità visionaria ereditata da Stanley Kubrick, il capolavoro post-moderno di Lory Del Santo raggiunge un’autentica epifania: rifacciamo la filosofia.
La chiave per capire il quinto episodio, e forse anche la serie (diciamo forse, perché le chiavi di lettura sono sempre molteplici e spesso mutabili, come tutti i volitivi personaggi di The Lady) risiede nella frase: “Tesoro, più svestita sei, più fai colpo“. Nel sentire le sensuali parole dello stilista, improvvisatosi in questa puntata un rapper del ghetto di Busto Garolfo, Lory regala ai suo indegni spettatori un poetico Santo Graal etereo, ovvero il manifesto per vivere correttamente e secondo la #GiustaIdeologia™ che gli Italiani hanno sempre cercato e sempre voluto: il nichilismo mentale, a favore della Vera Immagine. In parole povere: pubblico, armatevi di picconi e miccette e distruggete la Filologia manco fosse il Muro di Berlino. Perché studiare i testi letterari al fine di ricostruire la loro forma originaria? La forma originaria è out perché non può permettersi una vita ai limiti dell’estremo, una vita in cui conta solo il necessario e l’essenziale in grande quantità.
Quel carpe diem, quella frase che prima o poi bisogna tatuarsi sul braccio (insieme al nome del fidanzato in cinese, mi raccomando) il celeberrimo cogli l’attimo, è da intendere come “approfitta dei saldi“. Quindi facciamo un remake del carpe diem, perché è ormai legato a vecchi stilemi di vita appartenenti ad un periodo in cui la Vera Immagine aveva raggiunto la morte estetica, e chiamiamolo scarpe diem. Le scarpe sono l’emblema della vera verità della #GiustaIdeologia™ : avere e avere tanto, per essere sempre al massimo, ma togliere tutto il superfluo, perché più svestiti si è, più si fa colpo. Svestiti, ovviamente, di pesanti zavorre che impediscono a chi vuole abbracciare il credo di The Lady il raggiungimento delle vere cose importanti della vita: i soldi, il sesso, la mattanza.
Al quinto episodio della sesta stagione, è ormai noto: The Lady è il nuovo punk. London’s Calling, ma non perché Londra è il simbolo del successo del menagment, ma anche perché quando qualcuno ci va, l’album delle foto scattate nella capitale inglese deve chiamarsi così. Rock The Casbah, ma togliamo pure sto bah e lasciamo il resto, perché l’importante è proprio scuotere il denaro che si tiene in mano, far vedere che sti soldi ce li hai. Come i precursori della filosofia DelSantiana: i The Clash, che per esser più fashion e irraggiungibili avevano messo sta L in mezzo al loro vero obiettivo. Eccolo qui il vero punk, quello di Zio Paperone. Evviva i cashi, perché così possiamo avere un mutuo da pagare. E se non hai un mutuo da pagare, sei un coglione. The Lady è il nuovo punk che grida “trasformiamo i difetti in virtù“. La prova che The Lady si concentra di più sull’istruire i suoi spettatori su come veramente comportarsi nella vita, arriva dal fatto che la trama generale è poco sviluppata, presentando solo un piccolo accenno al piano per spodestare la nostra illustrissima protagonista.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
In questo episodio riflessivo e dedito a dare nuovi significati alla cultura pop di contorno, arrivano le grandi rivelazioni come “La pace è come un vento di tempesta, un tempo dove tutti si armano, per iniziare a combattere“. Già dalle palese parole poetiche, con un retrogusto di critica pro-militarista, dovevamo capirlo che avremmo prima o poi assistito ad una rinascita underground e borderline della filosofia. Un episodio storico, questo “Episodio Cinque”, da accostare a grandi capolavori come il brano “Numero 8” di Barney Gumble. E’ così che si va su nuovi, alternativi orizzonti.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora