The Path 2×06 – For Our SafetyTEMPO DI LETTURA 5 min

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Qualcosa è cambiato in The Path. Dopo il risveglio diegetico messo in moto nel precedente episodio, il telefilm decide di non mollare la presa e conferisce ulteriore spinta alla narrazione sfruttando, come suo solito, il tema relativo alla fragilità  della volontà umana. Fragilità onnipresente e mai nascosta a noi spettatori, tanto passivi e impegnati a guardare scorrere davanti a noi in rapida successione infinità di frame, quanto consci delle emozioni provate da ciascuno dei personaggi messi in scena dalla Goldberg.
Cominciamo con una rapida premessa: a livello organizzativo la serie appare gestita particolarmente male. Gli elementi che immediatamente saltano all’occhio sono sostanzialmente due: la continua riproposizione di triangoli amorosi (Cal/Sarah/Eddie, Cal/Mary/Sean, Sarah/Eddie/Chloe, Nicole/Abe/Jocelyn) e l’iniqua parcellizzazione del minutaggio a favore di segmenti narrativi di scarso interesse. Questione di gusti naturalmente, fatto sta che il tempo dedicato all’inutile Hawk risulta oltremodo esagerato se considerata la scarsa empatia maturata dallo spettatore nei confronti della sua piatta caratterizzazione, resa se possibile ancor più futile dalla totale mancanza di espressività di Kyle Allen.
Nulla da fare per la questione acqua avvelenata, totalmente dimenticata se non per la frecciatina di Hawk diretta alla madre durante uno dei suoi soliti momenti di rivolta adolescenziale. Stessa sorte riservata allo sviluppo della storyline riguardante l’indagine condotta da Abe, talmente tirata per le lunghe da risultare quasi noiosa, nonostante il potenziale interesse che potrebbe scaturire da una disamina più accurata dell’attuale situazione dell’agente sotto copertura. Facendo mente locale è impossibile non rendersi conto di tutte le possibilità offerte dal suo character e dalla sua attuale posizione all’interno del movimento, senza contare il fragile equilibrio che accompagna tutte le sue attuali relazioni, amorose e non, pronto a disgregarsi al minimo passo falso. Abe risulta diviso in tre personalità ben distinte, ognuna mossa da sentimento e motivazione diversi. Accanto a Sam, la falsa identità assunta per infiltrarsi all’interno del movimento, abbiamo “Abe padre di famiglia”, disposto a tutto pur di provvedere ai bisogni della propria famiglia e “Abe marito frustrato” traviato da un rapporto difficile con un padre assente. Già a partire da questa premessa ci possiamo rendere conto del potenziale interesse che il personaggio potrebbe suscitare, purtroppo però, almeno per ora, gli autori sembrano avere l’intenzione di tenere ai margini questo segmento, concentrandosi quasi esclusivamente sulle vicende del nostro Heath Ledger della domenica.
L’episodio comunque, preso in considerazione per quello che è, risulta assolutamente godibile. Nella sua inutilità, la figura di Hawk è funzionale a sottolineare l’ipocrisia celata dietro il comportamento di sua madre, disposta a tutto per difendere il movimento e ciò che esso rappresenta, fintanto che a pagarne il prezzo non siano i propri cari. In tal senso il primogenito dei Lane incarna perfettamente la figura del fanatico religioso, molto più dei cosiddetti custodi della Luce, rivelando, nel primo dialogo con Noa, l’estremismo alla base delle sue convinzioni. Nonostante il fine ultimo di Hawk risulti, senza dubbio alcuno, la ricerca di un bene comune, è lui stesso a tradire i suoi stessi propositi attraverso una affermazione breve ma concisa: “We should be forcing people to see color“. In questo caso, nonostante la costrizione risulti a pieno titolo una deviazione dal sentiero del movimento, risulta impossibile accusare il ragazzo di ipocrisia – come già detto, semmai si potrebbe parlare di estremismo -, cosa che invece non può dirsi del trio delle meraviglie Eddie/Sarah/Cal, tutti e tre messi alle strette dai propri scheletri nell’armadio.
L’infedeltà di Eddie diventa così l’innesco per un effetto domino devastante che colpisce, direttamente e indirettamente, tutte le persone a lui vicine. L’apparente felicità di Sarah per il ritrovato rapporto con il marito, sebbene si tratti solo di fugaci rapporti sessuali dalla dubbia utilità, finisce per farle mettere in dubbio tutto ciò in cui crede. E’ chiaro però, e lo si capisce in uno degli scambi d’opinione con Eddie, come la fede di Sarah risulti già intaccata in maniera irreversibile, a prescindere dalle sue affermazioni. La ricerca di una spiegazione, quasi sempre irrazionale e basata solo e unicamente su un sentimento di fede, denota un’evidente disperazione della donna, la quale infatti arriverà a confessare, probabilmente per fare ammenda più con se stessa che con gli altri appartenenti al movimento, la verità su lei ed Eddie, menzionando anche il suo viaggio in Perù e dunque aprendo la strada a nuovi sviluppi circa la morte di Steve e al marchio comparso sulla sua schiena.
Cal scopre il segreto di Sarah prima che sia lei a confessare e, naturalmente, il maestro della manipolazione decide di sfruttare l’entusiasmo di Hawk per punire la madre, rea di essere tornata tra le braccia di suo marito invece che tra le sue, e gli offre di salire al 2R con lui. L’astio, ben visibile sul volto di Cal, appare qui motivato maggiormente da un’intensa gelosia di fondo piuttosto che dalla consapevolezza di una sua trasgressione rispetto alle regole del movimento. Nel frattempo, con Mary, la situazione sembra sfuggire di mano al custode della Luce, che si trova costretto a regalare frigoriferi in cambio di un po’ di silenzio e a minacciare la ragazza per evitare che qualche indiscrezione trapeli fino ai piani alti. Indiscrezione che sicuramente porterebbe alla rovina, non soltanto della sua reputazione, bensì dell’intera struttura del movimento.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Episodio che mette a nudo gli scheletri nell’armadio dei protagonisti
  • Meyerismo = fiera dell’ipocrisia
  • Notevoli spunti di trama per questo cammino verso il finale di stagione
  • Hawk basta fare Ueeeee
  • Troppo minutaggio dedicato a trame inutili
  • Sta cazzata di The Bachelorette ve la potevate evitare

 

The Path si mantiene sulla buona strada e ci regala un altro buon episodio. I difetti ci sono ma la maggior parte appare oramai legata indissolubilmente alla natura stessa del telefilm. Perciò, tenendo conto dei pro e dei contro della puntata – e della serie in generale -, questa settimana, a metà tra il Save e il Thank, decidiamo di rimanere sulla sufficienza, nella speranza di poter terminare la stagione con una bella onda verde di ringraziamenti e benedizioni.

 

Why We Source 2×05 ND milioni – ND rating
For Our Safety 2×06 ND milioni – ND rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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