Vikings 5×18 – BaldurTEMPO DI LETTURA 5 min

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Dopo l’episodio della scorsa settimana, che può essere descritto tranquillamente come uno dei più noiosi della sua storia recente, Vikings inizia a definire i punti cardini che segneranno il finale di questa quinta stagione.
A soli due episodi dal termine infatti, la maggior parte dei protagonisti sembra ritrovarsi ad una svolta all’interno delle proprie storyline, con azioni e situazioni che finalmente sembrano portare da qualche parte. Tuttavia, ciò non sta a significare la piena riuscita di “Baldur”.
Quella che un tempo era una serie dinamica e totalmente d’azione, ma che sapeva anche presentare alla perfezione i rapporti e le relazioni umane, adesso non è altro che l’ombra di se stessa e, con le battaglie e i combattimenti che diventano sempre più rari, ciò che prevale di episodio in episodio è una sensazione di stanca staticità, con fatti e personaggi che si trascinano faticosamente senza riuscire a coinvolgere in nessun modo lo spettatore.
Eppure, rispetto agli ultimi episodi, “Baldur” propone degli elementi decisamente più interessanti e, come già anticipato, questo accenno di movimento lo si deve senza dubbio all’avvicinarsi del season finale.
Innanzitutto, vengono accolte positivamente le nuove prese di posizione di Ubbe e Hvitserk; i due fratelli sono rimasti nell’ombra per troppo tempo e, seppur Ubbe aveva iniziato già da qualche episodio a prendere in mano la situazione grazie all’alleanza con Re Alfred, si iniziavano a perdere le speranze di vedere Hvitserk ribellarsi al regime di Ivar. Il percorso intrapreso da quest’ultimo a partire dal finale dello scorso episodio, lascia una porta aperta ad una storyline decisamente più appetibile per il suo personaggio ma anche per le sorti dell’intera serie: con Hvitserk da una parte e Bjorn dall’altra decisi entrambi ad attaccare e riprendersi Kattegat, la possibilità di una nuova guerra si fa sempre più concreta, seppur presumibilmente bisognerà aspettare la prossima sesta (ed ultima) stagione per vederla fiorire.
Intanto, con Hvitserk momentaneamente impegnato a superare le prove di Re Olaf, accompagnato da un Tyrion Lannister dei poveri, e Bjorn tutto intento a festeggiare il  suo ennesimo matrimonio, è Ubbe il Lothbrok che prova a regalare qualche soddisfazione in ambito di dinamismo narrativo. La protezione del regno del Wessex sta tirando fuori uno spirito molto più propositivo a questo personaggio che, di episodio in episodio, sembra somigliare sempre più a Ragnar anche nei modi di fare e di approcciarsi alle situazioni in battaglia. Il semi-accordo raggiunto con i danesi è un buon compromesso a livello politico, tuttavia, a livello scenico e per tutti gli spettatori sempre più orfani dell’azione vera e propria, il combattimento uno-contro-uno che si prospetta assume contorni decisamente più intriganti, senza contare che un risultato positivo potrebbe definitivamente consacrare il personaggio di Ubbe (o, in caso di sconfitta, affossarlo anche).
Per le ultime due puntate in arrivo, però, rimane del tutto avvolta nel mistero la storyline di Lagertha. Ritrovata in stato di shock, completamente svuotata della propria essenza combattiva ma anche di quella identitaria, l’ex regina di Kattegat si ritrova, al momento, senza alcuno scopo e appare appunto difficile capire dove la porteranno gli ultimi momenti della stagione. Tuttavia, bisogna sottolineare come la stessa Lagertha sia stata, in questo episodio, protagonista di alcuni dei minuti più belli della storia recente di Vikings. I sogni e gli elementi mistici sono sempre un elemento essenziale per questa serie, ma usarli per rivedere Ragnar negli ultimi istanti della sua vita, ripercorrere quei momenti emotivamente potenti che lo hanno visto protagonista per l’ultima volta e, rivederli attraverso gli occhi di Lagertha, hanno reso il tutto estremamente più magico e sicuramente nostalgico.
A portare lo spettatore sul viale dei ricordi però, ci pensa anche Ivar, che mentre si ritaglia sempre più il titolo di tiranno in quel di Kattegat, si ritrova ad affrontare il dilemma morale più forte di tutti, sulle orme di suo padre. Così come aveva provato a fare Ragnar, ma ancor più convinto dalla consapevolezza della propria esistenza, il gioco del destino presentatogli sotto forma di un figlio deforme (seppur non davvero suo) acquista un duplice valore a livello narrativo: se da un lato è stato ben proposto questo suo ripercorrere la scelta di Ragnar nell’abbandonare un figlio nato con una deformità, dall’altro apre un grosso punto interrogativo su ciò che la rabbia e il dolore potrebbero generare in un Ivar che, negli ultimi tempi, aveva decisamente abbassato gli standard del suo personaggio.
Infine, non si può non nominare la sempre tetra trama di Floki. Una delle storyline più brutte e mal gestite della storia che forse adesso sta davvero giungendo ad un punto di svolta: se la grotta trovata sul finale di episodio sarà davvero Helgrind, l’entrata che porta, nella mitologia norrena, verso il regno di Hel, allora forse forse qualcosa da raccontare questa trama inizierà ad averlo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La visione di Lagertha che rivive gli ultimi momenti di Ragnar 
  • Ubbe e Hvitserk ad una svolta
  • Il destino di Ivar nei confronti del figlio deforme
  • Bjorn per ora sempre più fuori dai giochi 
  • Ultima chance per salvare l’insalvabile stagione di Floki 
  • Lagertha senza la minima traccia di un vero e proprio obiettivo

 

Alcuni piccoli e mirati eventi riescono a salvare “Baldur” e renderlo un episodio con qualcosa da dire. L’avvento del season finale aiuta a mantenersi un po’ più attivi, tuttavia, la strada per salvare la stagione sembra ormai davvero impraticabile.

 

The Most Terrible Thing 5×17 1.53 milioni – 0.4 rating
Baldur 5×18 ND milioni – ND rating

 

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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