Dr. Manhattan: “Miracoli termodinamici. Eventi talmente improbabili da essere praticamente impossibili. Come l’ossigeno che si trasforma spontaneamente in oro. Mi piacerebbe molto vederne uno. Eppure, in ogni accoppiamento fra umani, mille milioni di spermatozoi competono per un unico ovulo. Moltiplica queste probabilità per innumerevoli generazioni con le probabilità che i tuoi antenati siano vissuti; si siano incontrati; abbiano generato proprio quel figlio; quella figlia. Fino a che tua madre non si innamora di un uomo che ha tutti i motivi per odiare, e da quella unione, dei mille milioni di bambini che competono per la fecondazione, sei stata tu, tu sola a emergere. Distillare una forma così specifica dal caos dell’improbabilità è come trasformare l’aria in oro. È l’improbabilità suprema. Il miracolo termodinamico.”
Durante il finale della seconda stagione di Lost, uno sgomento Michael si rivolge a Benjamin Linus, nascosto dietro il consueto e beffardo sorriso che lo contraddistingue, domandandogli chi fossero esattamente lui ed il suo gruppo di adepti. Benjamin mostrandosi colpito per questa domanda risponderà semplicemente con un vago: “Noi siamo i buoni”. Perché iniziare una recensione di Watchmen, opera che annovera come proprio creatore quel Lindelof così indissolubilmente legato a doppio filo con il celebre prodotto di casa ABC? Perché mai in un prodotto tanto variegato come Watchmen la definizione di buoni e cattivi, noi ed altri, appare multipla, frastagliata e di complicata esposizione? E’ una singola azione a definire la bontà o la cattiveria di una persona? Oppure è la reiterata messa in moto di determinati meccanismi a renderla tale?
In una realtà dove il diario di Rorschach è stato preso come cardine fondamentale da parte della Seventh Kavalry, un gruppo suprematista, risulterebbe quasi scontato avvicinare il simbolo (la maschera) proprio dell’ormai ex membro dei Watchmen al lato dei cattivi. E la deduzione logica spingerebbe ad identificare come buoni i poliziotti, mascherati e disposti ad ogni più bieca azione. Ma come può Rorschach essere avvicinato alla fazione dei cattivi se il suo stesso sacrificio è dovuto al suo impegno profuso per smascherare le bieche azioni del suo ex “collega” Ozymandias (un Jeremy Irons in grande spolvero)?
Purtroppo (o per fortuna) le sfumature sono infinite ed è proprio all’interno di queste sfumature che gli sceneggiatori cercano di far giocare la serie con il proprio pubblico. Ogni singolo personaggio è costruito e viene presentato come possibile antagonista della narrazione o complice di qualcosa di effimero, per poi riacquistare valore nella scena successiva. Vorrebbe dire mentire il cercare di mascherare il carisma che personaggi ambigui come l’agente Blake (figlia del Comico e di Silk Spectre) riescono ad infondere nei dialoghi o nella loro semplice e banale presenza in scena.
Si prenda ad esempio il confronto tra Angela e Laurie avvenuto in conclusione dello scorso episodio ma che qui viene riproposto all’interno di un claustrofobico abitacolo di una macchina: Laurie è sprezzante, a tratti arrogante, nel tentare prima di far sentire a disagio Angela parlandole del confronto avvenuto con suo marito, poi cerca di mostrarsi invulnerabile rivelandole la sua vera identità, la sua famiglia. “Cerca”, sì, perché come mostrato in modo particolareggiato durante lo scorso episodio l’agente Blake non è emozionalmente inattaccabile, anzi. E’ una guerra di nervi e di imposizioni quella che sembra andare avanti tra le due protagoniste femminili di questa serie tv. Una guerra destinata a diventare via via sempre più predominante soprattutto con l’introduzione di Lady Trieu e della sua azienda, strettamente correlata con William, scomparso sul finale del secondo episodio.
“Happy birthday. Welcome to the manor. I am your master. You are still a few hours away… from gaining the ability to speak but by now, you should be able to understand. Do you know what you are? No… Of course you don’t. You are flaws in this thoughtless design. For while I may be your master I am most definitely not your maker. I would never have… burdened such pathetic creatures… with the gift of life. For to be alive you have to have purpose and you have none. Except… to serve.”
Menzionato in precedenza, ma meritevole di particolare attenzione è Ozymandias/Adrian Veidt, mostrato ancora una volta nelle vesti di distruttore e padrone (dal momento che lui stesso afferma “I am most definitely not your maker”). Un piccolo gioiello narrativo la messa in scena della creazione (o sarebbe meglio dire pesca) di Mr. Phillips e di Ms. Crookshanks, impreziosita da un monologo dal tratto marcato e carico di piccole rivelazioni e risposte per il pubblico.
“Four years. Four years since I was sent here. In the beginning, I thought it was a paradise. But it’s not. It’s a prison. So…with your help, with your lives, with your… broken, mangled old bodies, one way or another, I will escape this godforsaken place.”
Watchmen prosegue con il proprio inattaccabile percorso stagionale e pur non essendo una benedizione (si continua ad avere la sensazione che manchi qualcosa…) la votazione continua ad attestarsi ad alti livelli.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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She Was Killed by Space Junk 1×03 | 0.65 milioni – 0.2 rating |
If You Don’t Like My Story, Write Your Own 1×04 | ND milioni – ND rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.