Watchmen 1×09 – See How They FlyTEMPO DI LETTURA 6 min

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Stavolta non è stato un episodio capolavoro ma, come series (?) finale, questo “See How They Fly” va bene anche così.
Lindelof confeziona un buon episodio conclusivo dove chiude tutte le trame e lascia spazio a possibili nuovi sviluppi. Va detto: il grande tradimento all’opera di Moore è stato compiuto ed è stata una bellissima esperienza.

Angela:So, that’s a thing you can do? Give someone your powers?
Dr. Manhattan:I suppose, I could transfer my atomic components into some sort of organic material. If someone were to consume it, they would inherit, as you call them, my powers.
Angela:So, you could put them in this egg, and if I ate it, I could walk on water?
Dr. Manhattan:Theoretically, yes.

Si è molto parlato di questo “tradimento” verso l’opera originale…


Diciamolo subito: mai si era visto un così totale rispetto al senso, all’approccio e alle intenzioni dell’opera originale, in una trasposizione tra le più rischiose di sempre. Watchmen fumetto è un’opera chiusa. Nata per svolgersi all’interno di 12 numeri in un fumetto figlio di metà anni ’80. Anche se con un finale aperto (come anche nelle serie tv), Moore l’aveva concepita come opera a sé stante. Qualsiasi tentativo di sviluppare nuove strade non aveva semplicemente senso.
A Lindelof però succede il miracolo. Fino all’episodio scorso tutto è stato semplicemente perfetto ed appassionante. È in questo episodio che compie il primo vero passo falso. Piccolo, sia chiaro, e per il sottoscritto ampiamente giustificabile. Si è spinto tanto oltre che, semplicemente, riuscire a chiudere in maniera ciclica tutte le storie, come fatto da Moore, sarebbe stato impossibile. Pertanto l’episodio chiude (e riapre) tutto il ciclo e lo fa attraverso molti momenti “spiegone”, perdendo quel coinvolgimento raggiunto negli ultimi episodi.
Attenzione: l’episodio finale rimane molto buono e sconta il fatto di venire a ridosso dei precedenti dove tutto raggiungeva punte di perfezione. Qui le trame riguardanti The Seventh Cavarly e la Dottoressa Treu sono risolte molto velocemente, così come quella di Ozymandias. È sicuramente una scelta volontaria, quella di Lindelof, in linea con la necessità di de-costruire i cliché supereroistici legati ai cattivi che devono necessariamente spiegare i loro piani in maniera pedante. Quindi molte delle loro motivazioni risultano poco approfondite e in qualche modo molto superficiali.

Un ulteriore difetto?


Il grande “scontro finale” e le sue conseguenze fanno convergere in pochi metri molti posti chiave della trama sviluppata lungo tutta la stagione. Il magazzino dove viene imprigionato Manhattan, il Millenium Clock, il cinema dove è iniziata tutta la storia si trovano tutti vicini, troppo. Si aggiunga anche che praticamente tutti i personaggi si trovano nello stesso posto e nello stesso momento, richiamando sicuramente il rapporto col tempo che rende peculiare il personaggio del Doc ma, il tutto, rimane comunque molto forzato (si veda per esempio Angela che trova nel cinema proprio Will coi suoi figli, permettendosi uno bello scambio, ma forse un po’ rischioso visto quanto stava succedendo lì fuori). Sembra quasi che si volesse chiudere il tutto temendo di perdere l’attenzione del pubblico. Forse un timore mal posto visto il tanto tempo che ci era presi prima per introdurre questo mondo.
Ripetiamo: sono difetti quasi necessari per tenere in piedi tutta la struttura poderosa creata di Lindelof. Una serie che ha offerto mille spunti interessanti sviluppandone tantissimi. Spesso si è letto in giro di come molti di questi si leghino alle presunte mode tematiche del momento, cioé la demonizzazione dei suprematisti bianchi e il politicamente scorretto. L’accusa assurda è stata quella di rendere Watchmen-serie tv un travisamento del Watchmen fumetto, come se quest’ultimo fosse un fumetto completamente avulso da tematiche politico-sociali. Il discorso che fa Lindelof è molto più complesso e molto in linea con quanto aveva fatto Moore anni fa: mostrare i desideri e le paure della società americana, in costante lotta con se stessa. Desiderosa di avere un potere per combattere le ingiustizie subite e comandare gli altri seguendo una presunta giusta via, dettata solo dalla morale distorta di una singola persona.
È chiaro che non esistono buoni e cattivi in questa serie. Ognuno tenta di compensare e risolvere i disagi avuti nella propria vita. Rispetto a Moore, forse emerge uno spirito più ottimista verso il futuro, in linea del resto con altre opere di Lindelof. Moore rimaneva dentro ad un nichilismo senza speranze. Il Moore anni ’80 più precisamente, visto che successivamente lo stesso bardo di Northampton ha dimostrato di nutrire aspettative migliori nei confronti della vita e del futuro.
Capire se Angela abbia o meno assorbito i poteri di Manhattan rimane un aspetto di secondo piano che, secondo l’autore, non merita nemmeno di essere esplorato in un’altra stagione.

Let’s for a second assume that there are two possible outcomes for what happens when Angela takes a step onto the swimming pool. Outcome number one is that she just sinks to the bottom of it and just misunderstood everything that Cal told her and ate a raw egg and should probably go be treated for salmonella. Outcome number two is that she starts to walk on water and realize that she is imbued with godlike powers. […] I think neither one of those stories are going to particularly make for a compelling season of television. Others may disagree. But that’s my feeling.

È importante, per Lindelof, riprendere il discorso sul miracolo termodinamico, mostrando come anche la scelta di disinteressarsi del mondo fatta da Osterman sia una colpa forse più grande del volerlo dominare. Rimane anch’esso un atteggiamento profondamente egoistico, che non ha nulla di nobile e quindi superiore, come il Dio che lui in qualche modo incarna.
L’ultima azione di Manhattan sta tutta lì: scegliere di amare una persona per un periodo limitato della propria esistenza e donarle il potere di decidere cosa vuole fare per rendere la sua vita (e quella degli altri) una vita che valga la pena vivere, ben sapendo che il male non potrà mai essere estirpato, neanche attraverso la paura o il dominio, ma solo equilibrato dalle proprie scelte e responsabilità.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • I piccoli momenti toccanti dove qualche lacrima scende giù
  • Il non prendersi troppo sul serio, soprattutto coi cliché
  • Finale aperto
  • Qualche scelta forzata di troppo per chiudere al meglio tutte le trame
  • Le aspettative degli spettatori troppo alte per un finale impossibile

 

Watchmen è stata bellissima. Col senno di poi, ne è valsa la pena vederla e un plauso a Lindelof che ci ha dimostrato che nulla è intoccabile se solo si è capaci di tradire e allo stesso tempo rispettare l’opera originale. Personalmente non vediamo come una seconda stagione abbia senso e possa avere le stesse potenzialità. Staremo a vedere.

 

A God Walks into Abar 1×08 0.82 milioni – 0.3 rating
See How They Fly 1×09 0.93 milioni – 0.4 rating

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Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.

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