Vikings 6×04 – All The PrisonersTEMPO DI LETTURA 3 min

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Dopo un ottimo inizio di stagione, Vikings si prende una pausa tirando le fila delle diverse storyline e ponendo le basi per gli sviluppi dei prossimi episodi.
Senza dubbio King Olaf e Oleg The Prophet rappresentano una boccata d’ossigeno vitale per la serie, da troppi anni appiattita sulla dicotomia cristiani/norreni: l’introduzione dei variaghi risulta ad ora la cosa migliore della stagione, con il Principe di Kiev che ha una visione fortemente mistica della vita, così come Re Olaf, che per il suo modo di fare in parte ricorda Floki.
A quanto pare, dopo la disfatta del precedente episodio, Bjorn Ironside riceve un’offerta irrinunciabile dal personaggio interpretato da Steven Berkoff, diventare il Re di tutti i Norreni e porre fine alla lunga scia di sangue causata dalle numerose guerre civili vichinghe.
Al di là delle numerose insidie, resta da vedere chi si opporrà e se Re Harald sia veramente d’accordo, un tale sviluppo di trama è senza dubbio molto affascinante perchè, se eletto, il primogenito di Ragnar comanderebbe un numero sterminato di guerrieri e potrebbe non solo tener testa a Oleg, ma anche invadere nuove nazioni.
Nonostante sin dalla season premiere siano sorti dubbi sulla permanenza di Lagertha all’interno dello show, è da notare la bellezza dei dialoghi riservati alla guerriera in questo sesto appuntamento, dove la shieldmaiden emerge ancora una volta come leader della comunità e garante delle credenze norrene, con un forte orgoglio e senso di appartenenza al suo popolo.
Certo fa impressione vedere l’ex Jarl di Hedeby nonchè ex Regina di Kattegat  ridotta a combattere in semplici schermaglie tra contadini e skogarmaor, una situazione che certamente non si addice alla caratura del character, tuttavia la morte finale di Hali apre ulteriori scenari interessanti, visto che Bjorn vorrà sicuramente vendicare la morte del figlio maschio.
Non ci sono invece dubbi di sorta sulla completa inutilità della porzione di trama riguardante Hvitserk, ridotto alla follia dai suoi fantasmi e per ora insignificante nell’economia dello show; mentre i suoi fratelli sembrano aver trovato ognuno il proprio ruolo, perfino Ubbe che nonostante le indecisioni nel passato sembra ormai un character di un certo peso, Hvitserk ad ora rappresenta la parte peggiore di questa sesta stagione.
E’ interessante notare come anche tra i variaghi vi siano diversi problemi, con Ivarr e Oleg ,i quali già in “The Prophet” sembravano un duo inossidabile, che iniziano a diffidare l’uno dell’altro ancor prima che l’invasione abbia inizio; in particolar modo The Boneless, come era prevedibile, non sembra gradire il ruolo di sovrano burattino a cui il Principe di Kiev vuole relegarlo.
Sicuramente una piega inattesa degli eventi visto l’ottimo rapporto iniziale tra i due, ma non così assurda, vista la forte personalità che contraddistingue entrambi i character, la quale rappresenta una piacevole sorpresa, a patto che la storia incentrata sui Rus continui a evolvere, non divenendo una lungaggine narrativa caratterizzata da dialoghi infiniti e bloccata tra tradimenti e congiure, ma priva di azione.
Questo sesto appuntamento rappresenta il classico episodio di transizione, un passo indietro parziale rispetto alle prime tre puntate, ma utile per l’economia generale della serie; nonostante alcune criticità riguardanti determinati personaggi, la morte di Hali e il piano di Olaf rendono l’episodio comunque interessante soprattutto per lo sviluppo della trama orizzontale, motivo per cui si opta per una valutazione sufficiente.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • King Olaf e il suo piano
  • Il nuovo ruolo di Lagertha
  • Le prime crepe nell’asse Ivarr-Oleg
  • La morte di Hali
  • Il delirio di Hvitserk
  • Il nuovo ruolo di Lagertha

 

“Send word out to all the kings and Jarls to gather here to elect Bjorn Ironside King of all Norway!”

 

Ghosts,Gods And Running Dogs 6×03 ND milioni – ND rating
All The Prisoners 6×04 ND milioni – ND rating

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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