Outlander 7×08 – Turning PointsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Outlander 7x08 recensioneCon “Turning Points” si conclude questa prima parte del settimo ciclo stagionale di Outlander e la sensazione è che si sia temporeggiato a lungo, con troppi episodi statici, per lasciare il meglio nelle ultime puntate. La gestione delle tempistiche è discutibile, visto che in questi 60 minuti vi sono diverse svolte narrative che potevano tranquillamente essere gestite con meno fretta e maggior approfondimento.

LA BATTAGLIA DI SARATOGA, PARTE II


La battaglia di Saratoga è convenzionalmente suddivisa in due diverse battaglie in realtà: la battaglia di Freeman’s Farm, mostrata nell’episodio precedente, conclusasi con  la vittoria parziale delle truppe inglesi, coadiuviate da quelle assiane, e la battaglia di Bemis Heights, mostrata invece in questa puntata e terminata con la vittoria americana, uno dei punti di svolta della Rivoluzione delle colonie.
La famosa battaglia campale, un classico in ogni stagione di Outlander, in realtà viene messa in scena in formato ridotto, visto che il minutaggio dedicatole è breve rispetto a quanto ci si poteva aspettare, per quanto bisogna ammettere che la resa scenica è ottimale e il risultato finale soddisfacente.
Interessante inoltre l’introduzione del celebre traditore Benedict Arnold, eroe della battaglia di Saratoga, così come senza dubbio è toccante l’addio tra Jamie e Simon Fraser, parenti ed entrambi scozzesi, morte utilizzata anche come punto di svolta narrativo e modalità d’incontro tra Jamie e il figlio William, nemici sul cambio di battaglia.
A non convincere invece è la lovestory tra Rachel ed Ian che al momento non ha molto da offrire agli spettatori, per quanto già si capisce dove si voglia andare a parare con tanto di vendetta servita su un piatto d’argento.

TEMPI SBAGLIATI


C’è un unico grande punto negativo che accomuna tutte le diverse storyline che compongono questa puntata: la pessima gestione delle tempistiche.
Il ritorno in Scozia di Jamie e Claire non può che far piacere agli spettatori di Outlander, tuttavia viene da chiedersi che senso abbia aspettare per un’intera stagione lo scoppio della Rivoluzione americana, preparandola passo dopo passo, per poi liquidare tutto in due puntate con l’escamotage di riportare una salma in Scozia. Al momento la partecipazione dei coniugi Fraser alla Rivoluzione è molto breve e deludente.
Lo stesso si può dire di quanto accaduto a Lallybroch, con la fuga di Rob Cameron che rapisce Jeremiah e viaggia nel tempo: anche qui ben venga il plot twist per un filone narrativo che sembrava immobile, ma con il viaggio attraverso le pietre di Roger e suo cugino Buck MacKenzie si assiste a un doppio viaggio temporale in soli due episodi, forse un po’ troppo visto che tecnicamente questo tipo di viaggi dovrebbero essere complessi e dall’esito incerto e  non dovrebbe essere tutto semplice come bere una birra al pub.
Viene da chiedersi allora, rispetto a quanto visto sino a questo momento, perché mettere in scena sei episodi complessivamente molto lenti e poi inserire in un solo episodio, anche se si tratta di un mid-season, diversi time skip e diverse svolte narrative che prevedono cambi di location ed ere temporali.
I diversi filoni narrativi meritavo senza dubbio una gestione diversa e più accorta.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Benedict Arnold
  • La battaglia di Saratoga…
  • Ben venga il ritorno in Scozia di Jamie e Claire…
  • La trama di Lallybroch si muove ed è un bene…
  • L’addio tra Simon e Jamie Fraser
  • Lovestory Ian- Rachel poco interessante per ora
  • …anche se in formato ridotto
  • …ma la partecipazione dei coniugi Fraser alla Rivoluzione è fin troppo breve
  • … ma anche qui la gestione delle tempistiche lascia a desiderare

 

Una puntata deludente per essere un mid-season e sinceramente ci si aspettava di più, anche se complessivamente non si tratta certo di un episodio brutto. Ma a far discutere è la gestione delle tempistiche in questo specifico episodio, così come nell’intera stagione. La valutazione quindi non può andare oltre una sufficienza piena, in attesa di guardare i restanti episodi. La seconda metà di questa settima stagione dovrebbe andare in onda il prossimo anno per una serie che complessivamente però sta perdendo il suo smalto stagione dopo stagione.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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