The Witcher 3×05 – The Art Of IllusionTEMPO DI LETTURA 3 min

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the witcher 3x05 recensioneQuesta terza stagione è partita con una premiere che si portava dietro l’enorme spada di Damocle riguardante il recasting futuro del protagonista principale, una vera e propria follia dopo tre stagioni intere.
Ma, a ben vedere, questo è niente rispetto alla scrittura approssimativa e superficiale di questi primi cinque episodi, vero problema della serie ed elemento negativo riscontrabile in tutte le puntate andate in onda sino ad ora.

IL RICEVIMENTO DI ARETUZA


Più che un ricevimento in grande stile prima del conclave della Confraternita dei Maghi, ad Aretuza va in scena un vero e proprio banchetto di corvi, dove le prede sono Yennefer e Geralt, anche se i due sono ancora vivi.
Interessante notare come tutti i personaggi coinvolti, anche quelli secondari o a cui è stato dedicato uno screen time ridotto, tramino per arrivare a Ciri e quindi provino a convincere l’eroina di Sodden e il Lupo bianco a passare dalla loro parte, visto il ruolo di madre e padre che hanno assunto verso l’ex Principessa di Cintra.
Ma a conti fatti, nonostante le mille soluzioni narrative a disposizione, rimane ben poco da salvare in questa ora di minutaggio, caratterizzata da una modalità narrativa che non ha convinto: la scomposizione cronologica degli eventi, tramite flashback e i dialoghi a letto del witcher e delle maga, crea gran confusione e rallenta molto il ritmo narrativo.
Il risultato finale non è dei migliori per usare un eufemismo, senza contare l’eccessivo spazio dedicato alla lovestory tra Geralt e Yennefer e la pessima gestione dell’affaire Stregobor, liquidata in mezzo secondo dopo diversi episodi di preparazione.
Non basta l’interessante plot twist finale riguardante Vilgefortz a salvare la puntata, per quanto si tratta di un deciso rimescolamento di carte sicuramente positivo vista la stasi in cui si trova la serie in questo momento.

COMING SOON


Gli ultimi tre episodi di questa terza travagliata stagione andranno in onda su Netflix a partire dal prossimo 27 luglio, quindi forse lo show deve ancora mostrare il meglio, tuttavia, la sensazione è che Lauren Schmidt Hissrich abbia perso la bussola per una trama molto complicata da gestire visti i numerosi personaggi in scena e le altrettante questioni aperte che riguardano persino mondi diversi.
Quello creato da Andrzej Sapkowski è un mondo estremamente complesso e stratificato di per sé e portarlo sul piccolo schermo è un’impresa ardua, ma se si procede con questa lentezza e con questa confusione il risultato finale non può che essere negativo.
Con la Caccia Selvaggia completamente messa da parte e la guerra tra l’Impero di Nilfgaard e i Regni del Nord che fatica a decollare, si è scelto di dedicare troppo spazio alle questioni personali dei character, una scelta che non sta pagando al momento.
Il tempo e il materiale per produrre uno show di qualità ci sono, ma senza un’inversione di rotta decisa si rischia un vero e proprio disastro e sarebbe un peccato visto che, con tutte le sue imperfezioni, la seconda stagione complessivamente era stata buona.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le trame politiche  di tutti i personaggi per arrivare a Ciri
  • Plot twist finale
  • Il puzzle narrativo con la decomposizione cronologica degli eventi non giova alla riuscita della puntata: il ritmo è lento e si crea una gran confusione
  • Troppo spazio alla lovestory tra Yennefer e Geralt
  • Pessima gestione dell’affaire Stregobor

 

Un episodio molto sottotono di un terzo ciclo stagionale che per ora ha deluso enormemente le aspettative degli spettatori, nessuno escluso tra lettori della saga originale, videogiocatori e chi si approccia per la prima volta al mondo di The Witcher. La valutazione della puntata è sicuramente insufficiente e la delusione è tanta visto l’ampissimo materiale a disposizione e un budget degno di tal nome che certo non manca. Si può e si deve fare molto di più, sperando in un repentino cambio di rotta negli ultimi episodi stagionali.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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