The Witcher 3×07 – Out Of The Fire, Into The Frying PanTEMPO DI LETTURA 3 min

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The Witcher 3x07 recensioneChi scrive queste righe si sente un pesce fuor d’acqua ogni volta che guarda una puntata di The Witcher e prova una costante sensazione di straniamento. Le motivazioni sono fondamentalmente due e sono dovute in parte al susseguirsi di situazioni senza senso e in parte ad una pletora di personaggi che si alternano costantemente senza mai lasciare il segno. Character secondari dai nomi piuttosto simili e sempre dimenticabili, per non dire interscambiabili, che popolano le scene di ogni puntata confondendo lo spettatore.
La strana sensazione che si prova porta paradossalmente il pubblico a sentirsi in colpa per non aver capito porzioni di trama o specifici dialoghi, invece che, come sarebbe giusto, addossare le responsabilità alla produzione e alla scrittura di sceneggiature che sono chiaramente colme di buchi e poco incisive. Quindi ci si trova a guardare gli episodi con sempre più attenzione per provare a capire qualcosa che non è molto chiaro e che è reso ancora più difficile dall’arrivo di nuovi personaggi che, improvvisamente, diventano rilevanti per la trama pur mancando di caratterizzazione. E questo è proprio l’esempio di Falka.

FALKA, TU QUOQUE


Per gli amanti dei romanzi e per i videogiocatori, il nome Falka non è nuovo anche spesso era stato affiancato dall’appellativo “sanguinaria” (in inglese Bloody Falka) e fa riferimento alla principessa di Redania che aveva ucciso padre, matrigna e fratellastri per vendetta, salvo poi morire tramite un’esecuzione. Falka ha tutti i connotati per essere un villain in The Witcher e per essere anche dietro parte del potere di Vilgefortz (anche se questa è mera speculazione a questo punto), eppure non era mai stata menzionata da nessuno prima (qui si fa sempre riferimento alla memoria dello spettatore medio che si è anche sforzato di cercare informazioni su Google e forum vari) e pertanto rappresenta un character interessante ma che rientra in quella categoria di personaggi la cui caratterizzazione è piuttosto dubbia e/o comunque non all’altezza.
Giusto per enfatizzare ancora di più la situazione, Hiftu Quasem, l’attrice che interpreta Falka in questo episodio, non è mai comparsa prima nella serie ma ha partecipato, solo come doppiatrice, a The Witcher: Blood Origin per dar voce alla Luce blu che parlava a Sage Balor. Un “chiaro” collegamento che si può appurare solo a visione postuma e dopo un’attenta ricerca ma che sarà sicuramente passato in secondo triplo piano per lo spettatore che non può fare questa connessione e non deve nemmeno dover faticare così tanto per poterla fare.
È quindi presumibile che, per quanto la puntata sia Ciri-centrica e per quanto il primo utilizzo della magia del fuoco sia un passo fondamentale verso un cambiamento di Ciri totalmente influenzato da Falka, l’idea di creare questo collegamento diretto nella stanza degli sceneggiatori non sia andata così a buon fine.

Ciri:I think I have the power to change things.
Falka:You’re not the first person to feel that way. But you, my friend, you could be the last.

L’idea di fare una puntata Ciri-centrica è sicuramente buona, fatta eccezione per quei brevi momenti ad inizio e fine episodio che sono un po’ estemporanei. Con il futuro addio di Henry Cavill, Freya Allan deve sicuramente salire di livello sia a livello recitativo che a livello carismatico e questo episodio lascia intendere che ci sia una buona possibilità. Specialmente se Ciri proseguirà il cammino della “fire magic” che non vuole nemmeno intraprendere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Apprezzabilissima la scelta di concedere un episodio totalmente dedicato a Ciri
  • Scenari e regia degni di nota
  • Evoluzione nella trama
  • Falka può essere apprezzata veramente soltanto dai fan dei romanzi e del videogioco
  • Piuttosto banale il modo in cui Ciri è stata piegata per finire nel lato oscuro
  • Soliti buchi di trama

 

Nel complesso questo è un episodio che sembra quasi necessario per lo spettatore a questo punto: arriva per rispondere a certe domande, ne genera altre e, in generale, dà un po’ di spazio ad un character che, teoricamente, è una dei protagonisti dello show. Se solo ci fosse più attenzione per lo spettatore medio (che alla fine è quello che tiene vivo The Witcher) sarebbe bellissimo.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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