In questo quinto episodio vi è un cambio di scenario rispetto alla puntata precedente e, una volta abbandonati sia Terminus che la missione del Generale Bel Riose, la narrazione torna a concentrarsi sul viaggio verso Ignis di Hari Seldon, Gaal e Salvor, mentre a Trantor continua la faida sotterranea tra Giorno e Tramonto, con la Regina Sareth pronta a compiere le proprie mosse nel complicato agone politico imperiale.
LOTTA TRA IMPERATORI
Nella crepa che si è aperta tra l’Imperatore Giorno, sempre più accentratore e audace nel suo modo di regnare, e l’Imperatore Tramonto, emblema invece della conservazione imperale a ogni costo, si inserisce perfettamente il nuovo personaggio di Sareth, interpretato da Ella-Rae Smith e in grado di scombussolare completamente i delicati equilibri interni dell’Impero.
La giovane Regina di Dominion infatti, oltre ad avere una special relationship con l’Imperatore Alba, è scaltra e intraprendente e riesce a tenere testa sia a l’imperatore Giorno che a Demerzel, risultando un’ottima aggiunta al parco personaggi in grado di movimentare la porzione di trama ambientata nella corte imperiale di Trantor.
Il confronto tra gli Imperatori Alba e Tramonto con il capostipite della dinastia Cleon I risulta interessante e criptico, aggiungendo un ulteriore tassello allo scontro sottotraccia che si sta delineando tra Giorno e Tramonto su come regnare e che direzione debba prendere la dinastia genetica dei Cleon, visto la possibilità di avere un figlio naturale di Giorno con la Regina Sareth.
IL PIANETA IGNIS
Il nuovo Hari Seldon, nemmeno a dirlo splendidamente interpretato da Jared Harris in ogni sua versione, presa ormai confidenza con il suo nuovo corpo umano si dirige sul Pianeta Ignis che, secondo i piani almeno, dovrebbe essere la sede di una seconda Fondazione, ma che al contrario di quanto preventivato non è disabitato come dovrebbe essere.
Le scene ambientate su Ignis, così come quelle su Trantor a dire il vero, sono splendide a livello visivo e confermano come la resa scenica di questo show televisivo sia sempre di alto livello, figlia di un ottimo comparto tecnico e un budget sicuramente all’altezza della situazione. E d’altronde sarebbe stato ingiustificabile se non fosse stato così.
Qui Seldon, Gaal e Salvor, trio che a livello narrativo sicuramente funziona visto la diversità dei character che vanno in qualche modo a compensarsi, vengono però catturati dai Mentalisti, una sorta di setta dai poteri telepatici e in grado di leggere la mente, guidati da Tellem Bond.
Dopo un iniziale scontro, la leader dei Mentalisti accoglie i tre character in maniera benevola ma il finale di puntata chiarisce come in realtà sia a conoscenza dei piani di Hari Seldon e voglia ostacolare in ogni modo la creazione di una seconda Fondazione.
Giunti ormai alla metà di questa seconda stagione la carne al fuoco è veramente tanta e le storyline numerose, destinate ovviamente a ricongiungersi negli episodi finali, con la speranza che lo show riesca a gestire in maniera ottimale la mole considerevole di personaggi, pianeti e dottrine scientifiche e religiose che popolano l’universo di Foundation, un compito sicuramente arduo.
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Foundation continua a essere un’ottima serie di fantascienza, anche se distante dall’opera di Isaac Asimov a cui è ispirata, ma che cerca di rielaborare il pensiero dello scrittore in chiave moderna e con una spruzzata di mainstream ovviamente. I fedelissimi lettori di Asimov sono ovviamente scontenti, ma per chi si approccia alla storia da semplice spettatore non si può negare la qualità dello show prodotto da Apple TV+. La valutazione della puntata è ampiamente positiva e non ci sono particolari elementi negativi da segnalare, anche se i tempi non sono ancora maturi per attribuire il massimo dei voti.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.