Star Trek: Strange New Worlds 2×09 – 2×10 – Subspace Rhapsody – HegemonyTEMPO DI LETTURA 5 min

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Star Trek: Strange New Worlds 2x09Premessa doverosa alla recensione: chi scrive odia i musical. Trova ridicolo che la gente si metta a cantare in contesti in cui invece si parla e non vuole sorbirsi venti, trenta, quaranta minuti di canzoni eseguite da gente che nella vita fa tutt’altro.
Il problema è che agli statunitensi i musical piacciono. Basti pensare a quanto sia importante Broadway e a quanti grandi attori si siano formati in quel mondo, o continuino addirittura a praticarlo accanto alla recitazione “normale”. Anche il mondo delle serie tv non è estraneo a questa passione e capita sempre più spesso che vengano realizzati episodi musical. Uno dei più famosi in tal senso è “Once More, With Feeling” della sesta stagione di Buffy.
Ma al recensore sottoscritto non interessa se i musical hanno una lunga e consolidata storia. Li trova comunque ridicoli. Così ridicoli che quando c’è un episodio canterino nei Simpsons lo salta a piè pari. E avrebbe saltato anche “Subspace Rhapsody”, andando direttamente al finale di stagione, se non fosse che il dovere di recensore viene prima di qualsiasi cosa, anche delle proprie fisime.

ENTERPRISE’S GOT TALENT


C’è da dire che “Subspace Rhapsody” si sforza almeno di dare una spiegazione pseudoscientifica all’irrefrenabile bisogno di cantare che assale la ciurma dell’Enterprise. Una tecnobubbola che chiama in campo quantistica e realtà alternative, ma almeno cerca di rendere meno stramba la piega presa dall’episodio.
E anche le ragioni narrative dietro la scelta del musical non sono campate per aria. L’equipaggio dell’Enterprise è costretto, ora dalla propria natura (vedi Spock), ora dalle regole sociali, ora dalle circostanze, a nascondere i propri sentimenti e i propri pensieri più profondi. E il canto diventa un’ottima occasione per tirare fuori tutto ciò che hanno dentro, i buoni sentimenti così come i pensieri negativi.
Con una scrittura più sapiente e un effettivo scavo interiore dei personaggi, “Subspace Rhapsody” avrebbe potuto avere un senso anche agli occhi di chi odia i musical per partito preso. Il vero problema sta appunto nel fatto che questa scrittura curata non c’è. I personaggi appaiono piatti e soprattutto immaturi. Questo lo si vede soprattutto con le coppie a bordo che sembrano tutte uscite da un teen drama di infima categoria e fanno rimpiangere persino certe relazioni di Discovery. E infine le canzoni sono melense e banali, secondo un gusto che evidentemente piace tanto agli americani.
Ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: il cast fa il suo e si impegna, come se ci credesse davvero in queste canzoncine e in questi siparietti musicali. La regia non è da buttare. Le interazioni fra i due fratelli Kirk sono piacevoli, e ce ne vorrebbero di più. Inoltre i Klingon che danzano sono un siparietto così cringe da risultare inaspettatamente divertente.

Star Trek: Strange New Worlds 2x10

ROMPERE IN CASO DI GORM


Per fortuna, Strange New Worlds sa come farsi perdonare e l’episodio successivo, che poi è anche il finale di stagione, è di tutt’altro livello. Con “Hegemony” non solo si ritorna su binari più seri ed epici, ma viene riesumata la minaccia dei Gorm che con il loro aspetto e la loro crudeltà si prestano ad essere degli ottimi antagonisti.
La trama imbastita per il season finale ibrida Star Trek con un sottogenere della fantascienza ben preciso, quello dello space horror che ha spaziato dal cinema alla letteratura, dalle serie TV ai videogiochi ma che ha il suo apice indiscusso nel capolavoro di Ridley Scott Alien. L’estetica di “Hegemony” è lontana anni luce dalla bellezza (si fa per dire) dello stile di Giger, ma l’episodio pesca comunque a piene mani da quell’opera per confezionare una storia claustrofobica e orrorifica, nonché tragica, con tanto di sacrificio di un personaggio importante.
La tensione viene comunque alleggerita dall’inserimento, tutt’altro che forzato e per una volta riuscito, di una vecchia gloria della serie originale. Montgomery Scott, il futuro ingegnere capo della Enterprise, fa la sua comparsa in una sua versione più giovane ma non meno geniale e creativa.
L’attacco dei Gorm mette in evidenza anche un altro aspetto, non sempre messo a fuoco dalle serie Trek. La Flotta Stellare è circondata da un alone di eroismo e di virtuosità, ma di fatto è solo il braccio armato di un governo interplanetario che deve a volte prendere decisioni dettate dalla politica più che dall’etica. Salvare l’equipaggio della Cayuga prigioniero dei Gorm sarebbe la scelta più giusta da un punto di vista umano, ma comporterebbe anche complicazioni nei rapporti con i Gorm, se non addirittura una guerra. Ed ecco che all’Enterprise viene ordinato di non fare niente, di rimanere a guardare. Cosa che ovviamente Pike non farà, ma è comunque interessante vedere una Flotta Stellare disposta a sacrificare i suoi stessi membri per difendere lo status quo.
Unica nota veramente negativa di “Hegemony” è il finale. Il cliffhanger tagliato con l’accetta crea sicuramente suspense e hype per la terza stagione, ma di fatto non conclude la storia. E con lo sciopero degli sceneggiatori in mezzo e le emittenti televisive capaci di cancellare anche show virtualmente rinnovati, un po’ di paura è naturale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’episodio musicale: gli attori almeno si impegnano, c’è una spiegazione pseudoscientifica e il balletto Klingon è cringe al punto giusto
  • Riesumata la minaccia dei Gorm
  • L’atmosfera à la Alien del season finale
  • Il lato “oscuro” e meno eroico della Flotta Stellare
  • Scotty!
  • L’episodio musicale: canzoni scialbe, personaggi piatti e storie d’amore indecenti
  • L’indecente cliffhanger che chiude la stagione

 

Facendo una media, fra l’abisso di delusione di “Subspace Rhapsody” e la soddisfazione di “Hegemony”, si ottiene comunque un voto più che sufficiente. Strange New Worlds si è confermata anche quest’anno la vera erede dello spirito di Roddenberry.

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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