Star Trek: Strange New Worlds 2×05 – CharadesTEMPO DI LETTURA 5 min

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Star Trek Strange New Worlds 2x05 Recensione“Charades” rientra in quel filone di episodi leggeri grazie a cui Star Trek è riuscito a conquistare un fandom duraturo oltre i decenni. La sostanza, l’anima alla base dello show di Roddenberry viene riesumata perfettamente da una puntata volta ad analizzare, anche in chiave umoristica, uno dei personaggi cardine del franchise: Spock. L’ufficiale scientifico è infatti famoso per essere metà Vulcaniano e metà umano, un figlio di due popoli che ha, tuttavia, sembianze e comportamenti del tutto Vulcaniani. È sempre interessante però andare a scavare il lato umano del personaggio portato in scena in maniera solida da Ethan Peck.
C’è spazio per una digressione anche per la madre, Amanda, il cui nome non è affatto casuale. Un’umana che ha scelto di vivere su Vulcano, tra i Vulcaniani, raccogliendo la più difficile delle sfide e vivendo una vita fatta di sguardi sprezzanti e offese malcelate. Star Trek: Strange New Worlds è anche questo: prende personaggi storici e li rielabora, li cala in situazioni nuove, moderne, regalando una freschezza del tutto nuova capace di unire fan vecchi e nuovi. Un modello da seguire.

SPOCK, L’UMANO


Raramente era venuta a galla la metà terrestre di Spock. Una semplice informazione en passant nella serie originale, molto presente nei film di J.J. Abrams e appena accennata nel suo ritorno sul piccolo schermo in Discovery. L’incidente sulla luna di Kerkhov diviene un’occasione per indagare approfonditamente su questo aspetto, mai venuto a galla finora. Spock viene accidentalmente trasformato in umano, risparmiando all’interprete il tempo dell’applicazione del trucco prostetico. Tuttavia la sfortuna fa capitare questo imprevisto proprio in concomitanza con un importante rituale Vulcaniano, in cui l’ufficiale dovrà chiedere la mano di T’Pring a sua suocera, Vulcaniana della peggior specie.
Da tutto ciò ne nasce una simpatica commedia degli equivoci. Spock, che di prima battuta sperimenta tutto la sfera delle emozioni umane, in seguito comprende la necessità di dover imparare a sopprimere i propri sentimenti per non sabotare il suo fidanzamento. In questo si può percepire la bravura di Ethan Peck, che insieme a Jess Bush regala un’ottima performance, nel mostrare o meno i propri sentimenti, celandoli o sopprimendoli a seconda delle esigenze di sceneggiatura.

RAZZISMO VULCANIANO


Si potrebbe proprio definire così quello che caratterizza l’odioso personaggio di T’Pril, madre di T’Pring, futura suocera di Spock. Una Vulcaniana piena di pregiudizi nei confronti del “puzzolente” popolo terrestre, rigida e severa nel richiedere che vengano rispettate le sue tradizioni, ma totalmente sprezzante della cultura di una specie che non gli appartiene. Una metafora, quella tra Vulcaniani e umani, che non può non ricordare analoghi episodi di razzismo, tuttavia tra persone appartenenti alla stessa specie, che magari si differenziano per colore della pelle, orientamento sessuale, religione o abitudini.
In tal senso risulta particolarmente soddisfacente l'”arringa” finale che Spock indirizza a T’Pril, fino a quel momento interessata più a giudicare dall’alto verso il basso il fidanzato di sua figlia che altro. Ne viene fuori molto bene anche il personaggio di Amanda, presente sin dalla serie originale ma mai analizzato fino in fondo. Una vera e propria “emigrata” in un mondo che non le appartiene, a cui si è riuscita ad adattare con immenso sforzo, al punto di toccare teiere bollenti senza batter ciglio per paura del giudizio altrui. Una panoramica bellissima su una donna mossa dall’amore, e che per amore (Amanda non è un nome a caso) di suo marito e suo figlio ha dovuto sopportare molte ingiustizie nella sua vita.

Spock:Because it would have been impossible for a human to have gone through this ritual successfully? […] So, it must be a great embarrassment to know that this entire ritual was performed by a human, not a Vulcan. […] You refer to my human side as a handicap. Yet my mother is the most resilient, compassionate, tolerant person I have known. One who has been judged by Vulcans her entire life. And yet she stands by… for love, for family, for me.

L’AMORE VINCE


Se da una parte c’è T’Pring, l’altro lato della medaglia che è il cuore di Spock è rappresentato dall’infermiera Christine Chapel. È stato già discusso come il Vulcaniano più volte avrà interferenze amorose in futuro con questo personaggio, terminando però sempre con un nulla di fatto. Per questo “Charades” rappresenta un’importantissima svolta narrativa che vede per la prima volta un lieto fine tra Spock e Christine. Una svolta che arriva non grazie alla trasformazione di Spock in umano, ma nasce prima, e quindi proviene dall’ufficiale Vulcaniano stesso, dal suo inconscio.
Un bel lieto fine, appagante e a lungo atteso, che porta con sé, però, un retrogusto dolceamaro. Nella serie originale, che è ambientata anni dopo rispetto a Strange New Worlds, la relazione tra i due è molto regredita, con Spock ancora promesso sposo di T’Pring. Uno status quo molto simile a quello di inizio puntata. Chissà come gli autori hanno intenzione di sviluppare questa dinamica, e se finirà per spezzare il cuore dello spettatore.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Uno Spock del tutto inedito
  • Le motivazioni e il silenzioso personaggio di Amanda
  • La tenera Christine
  • La love story tra Spock e Christine
  • L’odioso personaggio di T’Pring
  • Nulla di importante

 

Un altro passo incoraggiante per Strange New Worlds, autentico fiore all’occhiello di Star Trek. Nonostante la quasi totale assenza di aspetti negativi, tuttavia, “Charades” non raggiunge il massimo dei voti per la sua colpa di non ambire al massimo dei voti. La puntata è un esercizio di stile, calando il genere della rom-com all’interno di Star Trek con esito più che positivo, regalando anche qualche sussulto ai fan di vecchia data.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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