Tre episodi al termine di questa prima metà di stagione, e Outlander continua a faticare a entrare nel vivo della narrazione, alternando trame sostanzialmente inutili a situazioni e dinamiche già viste in questi quasi dieci anni di messa in onda.
Sebbene – per fortuna – le porzioni di trama dedicate a Claire siano molto ridotte, almeno fino al prossimo rapimento o rogo che costringerà Jamie all’ennesima operazione di salvataggio, la serie non riesce a regalare comunque grandi emozioni utilizzando gli altri character a disposizione, e anzi sfocia spesso in situazioni estremamente prevedibili che non aiutano lo show a risollevarsi dal pantano in cui sta lentamente sprofondando da settimane.
Occorre dunque sperare che la serie stia soltanto cercando di prendere tempo in attesa di costruire qualche colpo di scena incredibile per la seconda parte prevista per il 2024, altrimenti l’ottava (e ultima) stagione con annesso spin-off prequel sui genitori di Jamie – per i temerari che decideranno di avventurarsi in questa folle avventura – potrebbero rivelarsi davvero difficili da digerire.
GENERALE FERMOY, ABILE STRATEGA
Generale Fermoy: “No man could drag a cannon to that summit, Highlander or otherwise. […] I assure you, Burgoyne will not dare attack from a mountain across the water.”
Parlando dunque delle suddette situazioni prevedibili, come non menzionare l’estrema lungimiranza del generale Fermoy, che dall’alto della sua esperienza in campo bellico decide di lasciare scoperta un’altura a portata di cannoni dal forte di Ticonderoga, garantendo così agli inglesi una comoda soluzione per fare breccia all’interno del loro campo base. Naturalmente, Jamie viene deriso dal generale e dai suoi sottoposti, praticamente confermando allo spettatore che da lì a poco l’esercito britannico farà esattamente ciò che il protagonista ha previsto.
Neppure la simulazione in tempo reale servirà a convincere Fermoy il quale, con un accento che ricorda un po’ l’interpretazione di Stanis La Rochelle nel ruolo del Dr. Zingler, se ne esce con qualcosa del tipo “dovrei farti mettere in catene ma non mi ricordo dove le ho messe” (da leggere con marcato accento francese) e che poi, una volta resosi conto di averla fatta grossa, passa il resto del tempo a guardare Jamie con il classico sguardo “se lo dici alla mamma ti ammazzo”, pregando che il suo superiore non gli strappi la parrucca in un impeto di rabbia.
Nel frattempo Claire, sebbene il minutaggio a lei dedicato sia ben proporzionato alla sua reale utilità, riesce comunque a trovare il tempo di farsi insultare malamente per aver proposto di sterilizzare degli strumenti chirurgici (il che la dice lunga sul grado di tolleranza medio nei confronti della sua persona) e di abbandonare un amputato nelle mani degli inglesi lasciandogli una boccetta di laudano – una miscela di alcol e oppio – dandogli indicazioni molto poco precise sul dosaggio (“non prenderne troppo”) per poi uscire di scena come farebbe Milord in un qualsiasi episodio di Sailor Moon.
LO SPERMIOGRAMMA DI IAN
“Uncle Jamie told me about…the sperm.“
Nel frattempo Ian, incaricato di portare un messaggio al suo villaggio, incontra la sua vecchia fiamma Wahionhaweh (grazie Imdb), che nell’imbarazzo generale lo lascia in compagnia del figlio “lucertola più veloce”, e che per dargli il contentino visto che il bambino è figlio del suo spirito ma non del suo sperma, decide di concedergli l’onore di dargli un nome che con tutte le probabilità non userà mai nel corso della sua vita. Una concessione effettivamente molto toccante, ma di cui forse il buon Ian si approfitta un pochino, dando al ragazzino il suo stesso nome, in pura tradizione calabrese, per la sicura gioia, una volta che lo verrà a sapere, del vero padre del bambino.
Una menzione particolare va al momento in cui Ian chiede a Claire delucidazioni in merito alle ragioni che avrebbero portato alla morte prematura della sua bambina, durante il quale la donna finalmente riesce a fare qualcosa di buono rassicurandolo in merito alla conta dei suoi spermatozoi, ma che solleva molte domande in merito a come il giovane ragazzo e Jamie si siano ritrovati, in passato, a conversare di sperma.
Inoltre, parlando nuovamente di situazioni estremamente prevedibili, è già possibile prevedere futuri risvolti amorosi tra Ian e Rachel Hunter. L’incontro tra i due, con la proposta di offrire “protezione” alla ragazza, insieme alle parole di Claire in merito a una futura donna che sicuramente Ian riuscirà a ingravidare, costituiscono infatti segnali inequivocabili sulla direzione narrativa intrapresa dai due character.
NON FATEMI GIRARE LE TURBINE
Nel presente, invece, Brianna affronta le difficoltà di inserirsi all’interno di un contesto lavorativo esclusivamente al maschile, subendo scherzoni divertentissimi da parte dei suoi colleghi australopitechi, i quali decidono che imprigionare una ragazza senza fonte di illuminazione all’interno di tunnel potenzialmente molto pericolosi sia una trovata geniale.
Naturalmente la ragazza si dimostra molto più intelligente dei suoi colleghi mattacchioni e riesce a trovare la via d’uscita senza troppi problemi, tra l’altro attraversando una sorta di portale blu del quale stranamente la ragazza non fa menzione neppure a Roger una volta tornata a casa, e finendo col minacciare, ovviamente, tutti i suoi sottoposti una volta incrociati al pub.
Un po’ didascalica la presunta acquisizione del rispetto dei suoi colleghi, avvenuta apparentemente in un microsecondo soltanto alzando un po’ la voce e comportandosi da figura autoritaria, ma che potrebbe comunque essere una finta in attesa di nuovi scherzoni divertentissimi ai danni di colei che, almeno in teoria, avrebbe il potere di licenziare tutti all’istante.
Non esattamente il segmento di trama più interessante per il momento, ma le strane apparizioni attorno alla proprietà dei MacKenzie, unite al misterioso portale blu attraversato da Brianna, potrebbero comunque portare a risvolti di trama più stimolanti nei successivi episodi.
Nel complesso, comunque, un’altra puntata abbastanza dimenticabile.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Una stagione che finora si trascina avanti abbastanza a fatica. Tre puntate alla fine della prima metà di questo settimo arco narrativo e niente di effettivamente interessante è ancora avvenuto. Quantomeno ci si può rallegrare del fatto che il minutaggio dedicato a Claire sia sempre più contenuto. Fino al prossimo rapimento, naturalmente.
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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.