Star Trek: Strange New Worlds 2×08 – Under The Cloak Of WarTEMPO DI LETTURA 5 min

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Star Trek Strange New Worlds 2x08 RecensioneForse un giorno si smetterà di incensare così tanto Star Trek: Strange New Worlds, ma sicuramente non è questo il giorno. Non dopo un episodio come “Under The Cloak Of War”, tra i più cupi e dark degli ultimi anni del franchise nato dalla mente di Gene Roddenberry. Una bellissima parentesi dedicata a uno dei conflitti più famosi, quella tra Federazione e Impero Klingon, che ricorda moltissimo la filmografia statunitense sul tema della guerra in Vietnam. Ciò che ne viene fuori è infatti un episodio molto coraggioso, per i temi, e soprattutto per il messaggio finale affidato all’ufficiale medico M’Benga.
Circa quaranta minuti che, come nella migliore tradizione trekkiana, vanno a colpire dritti nella morale dello spettatore, lasciandolo con molte domande a cui rispondere per scoprire meglio sé stessi. C’è spazio anche per una digressione sulle differenze di pensiero tra umani e klingon, così come per una vera e propria sindrome da stress post-traumatico. La guerra, vista sorgere nella prima stagione di Discovery, prende le persone e le cambia profondamente. Solo un altro ottimo episodio, bravi tutti.

VIETNAM NELLO SPAZIO


È una metafora senz’altro affascinante quella tra il conflitto vietnamita, più e più volte raccontato sul piccolo e grande schermo, e la guerra klingoniana. Impossibile che allo spettatore non salti in mente qualche titolo come Apocalypse Now durante i vari flashback su J’Gal, che dimostrano ancora una volta la versatilità della tecnologia StageCraft (nata con The Mandalorian), alla base dei mezzi impiegati per produrre questo show. Il protagonista di quest’episodio è l’ufficiale medico M’Benga, che insieme con Chapel e Ortegas, rappresenta il gruppo di veterani di guerra a bordo dell’USS Enterprise.
Il suono del teletrasporto è il geniale escamotage utilizzato per riconnettere passato e futuro, come simbolo dei feriti che venivano teletrasportati nel campo medico. Una guerra a cui non tutti gli ufficiali hanno preso parte, come ad esempio il capitano Pike, che non ha dovuto fortunatamente vivere sulla propria guerra tali orrori. Ed è proprio Christopher Pike un’interessante contraltare, in quanto si trova nel mezzo per mediare tra i suoi subordinati e un ospite a dir poco scomodo. La scena della cena ne è un esempio più che valido, con un clima di tensione affilatissimo a dominare il quadro, ben diretto, e una sceneggiatura, come al solito, efficace.

IL MACELLAIO


L’episodio ruota attorno al caso della settimana, un personaggio nuovo, una guest star che va a rompere gli equilibri a bordo dell’Enterprise del capitano Pike. Il soggetto in questione si fa chiamare Rah, ex generale dell’Impero Klingon, ora ambasciatore per la Federazione. Un personaggio controverso, sicuramente magnetico su schermo e anche per il background fornitogli dagli autori. La leggenda che si porta dietro è quella del “macellaio di J’Gal”, assassino senza scrupoli di umani, compresi donne e bambini, oltre che Klingon, pur di giungere ad un cessate il fuoco.
Una storia certamente affascinante, che però si dimostra non del tutto esatta. La scena del Mok’bara, ovvero il Judo Klingoniano, è chiarificatrice in tal senso. I disturbi che affliggevano M’Benga non erano relativi solo all’orrore che ha vissuto coi suoi occhi, ma principalmente per il ricordo di quello che è stato, seppur brevemente, su J’Gal. È proprio M’Benga il “macellaio di J’Gal”, non Dak’Rah. Una metamorfosi che simboleggia l’orrore della guerra, e quanto la guerra può trasformare un uomo. Una differenza che Pike non può comprendere a fondo, e che M’Benga ha imparato sulla propria pelle.

FILOSOFIA KLINGON


Un altro aspetto importante curato in “Under The Cloak Of War” è la differenza tra l’etica umana e l’etica Klingon. Un aspetto affrontato spesso e volentieri soprattutto in The Next Generation, attraverso il personaggio di Worf, ma che anche qui riesce a trovare una nuova luce. La grande bugia alla base della leggenda del “macellaio di J’Gal” riguarda i due personaggio al centro dell’episodio: M’Benga e Rah. Umano e Klingon, ufficiale medico e generale, nemici in battaglia in una guerra atroce e sanguinosa. Rah è ritenuto essere il “macellaio”, in quanto artefice dell’assassinio di molteplici innocenti pur di porre fine al conflitto. Un metodo estremo ma onorevole nel mondo Klingon, mentre ritenuto quanto di più atroce dall’etica umana. Dall’altro lato della medaglia, però, c’è la verità.
Il “macellaio” è M’Benga, che ha assassinato tutti i collaboratori del generale Klingon per vendicare le morti dei suoi pazienti, in preda ad un raptus omicida. Una vergogna che il medico non può sopportare, mentre diventa una medaglia d’onore per il veterano Klingon. Due facce della stessa medaglia che, a seconda delle culture d’appartenenza, possono significare vanto o disonore. Una bellissima storia che trova un degno epilogo nel faccia a faccia finale, con la morte di Rah che rappresenta il compimento finale della missione del “macellaio” e le parole dell’ufficiale medico dell’Enterprise.

M’Benga:Rah was a living lie. I saw his real face. What if I told you he murdered children? Not his men. He did it. What if I started the fight then? Would that be so bad?
Pike: “Even if he had secrets, there’s due process. That’s why we have tribunals.
M’Benga:The Diplomatic Corps knew who he was, and they still let him represent the Federation.
Pike: “The Federation believes anyone deserves a second chance.
M’Benga:What about justice? What about the victims? Doesn’t everyone deserve to pay for their actions?
Pike: “So who decides? Who pays and who gets redemption? Where’s the line?
M’Benga: “You’re right, Chris. We’ve known each other for a very long time, see eye to eye on most things. But you haven’t lived my life. You have the privilege of believing in what’s best in people. Me? I happen to know there are some things in this world that don’t deserve forgiveness.
Pike:What are you saying?
M’Benga: “I told you, I didn’t start the fight. But I’m glad he’s dead.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • J’Gal come il Vietnam
  • Il suono del teletrasporto che è sintomo di PTSD
  • Il focus su M’Benga e la leggenda del “macellaio di J’Gal”
  • Il Mok’bara
  • La dualità tra etica Klingon e umana
  • Il finale, l’assassinio e l’epilogo
  • Nulla

 

Ennesimo ottimo episodio per Strange New Worlds che riesce a districarsi con facilità anche in tematiche ostiche e difficili come la guerra e la giustizia.

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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.

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