Strange New Worlds è in tutto e per tutto la perfetta naturale prosecuzione dell’ideologia e dell’identità che apparteneva agli show che hanno reso grande la saga di Star Trek. “Tomorrow And Tomorrow And Tomorrow” ne è solo l’ennesima conferma che sceglie, stavolta, di imbarcarsi in un altro classico, quale è l’episodio ambientato ai “giorni nostri”. Protagonista di quest’avventura è l’ufficiale La’an Noonien-Singh, finora ancora abbozzata e mai esplorata a fondo, trascurando un cognome importante e significativo per ogni fan del franchise di vecchia e nuova data. Una chance importante data a Christina Chong, che ha dimostrato di saperla cogliere al volo in un episodio probabilmente tra i più belli della serie.
Ad accompagnarla in questo viaggio c’è anche il lieto ritorno di Paul Wesley nei panni del capitano più iconico della Flotta Stellare, in un episodio che sarebbe riduttivo considerare filler, data l’ottima qualità messa in campo per la scrittura così come per la recitazione. “Tomorrow And Tomorrow And Tomorrow” è un episodio stand-alone capace di suscitare emozioni fortissime nello spettatore, ormai non più una novità per lo show del Capitano Pike, ma è sempre giusto evidenziarlo.
WHAT IF
L’esperimento dell'”e se?” è sempre stato un escamotage dal grosso potenziale, in cui gli autori possono dare libero sfogo alla propria immaginazione nel sovvertire le regole del gioco e creare situazioni del tutto nuove in cui muovere i propri personaggi. A tal proposito La’an viene catapultata in uno degli innumerevoli universi paralleli di Star Trek in cui la cara vecchia Terra Unita è in guerra con i Romulani, che sono a loro volta in guerra con i Vulcaniani, in un panorama belligerante e sull’orlo del crollo. I due protagonisti, tornando in una odierna Toronto, molto comoda dato che la serie è girata negli studios canadesi della CBS, dovranno quindi scoprire qual è il battito di farfalla che ha provocato una tale escalation.
La’an Noonien-Singh: “It’s Toronto. Biggest city in what used to be called Canada. You know, maple leaves, politeness, poutine?”
UN VELO ROMANTICO
Il vero punto di forza dell’episodio è l’elemento romance, inaspettato e ben costruito tra due personaggi quanto più agli antipodi per la lore di Star Trek. James T. Kirk e la discendente di Khan, assassino prima di Spock, e poi di Kirk nella timeline Kelvin. E invece è proprio con l’affascinante capitano dell’Enterprise che il cuore di pietra del Capo della Sicurezza si scioglie, aprendosi completamente a una relazione impossibile e senza alcun futuro.
Kirk proviene da una linea temporale, La’an da un’altra. Cambiare il corso degli eventi significa eliminare una realtà o l’altra, con nessuna chance di riconciliazione al termine dell’episodio. In questo è bravissima Christina Chong, nel mostrare la metamorfosi della sua La’an, fino allo straziante finale in cui il cuore vince sulla mente per concedersi un ultimo saluto al suo amato. Un finale che in realtà può anche essere considerato a lieto fine, con una porta non chiusa del tutto su una possibile liaison con il Kirk “tradizionale”.
NOONIEN-SINGH
Il succo dell’episodio è quello che riguarda, però, il difficile cognome dell’ufficiale protagonista. La differenza sostanziale tra i due universi risiede nell’assassinio prematuro di un giovane Khan, futuro dittatore e protagonista delle sanguinosissime Guerre eugenetiche. Un male necessario per il corso degli eventi, che ha portato alla nascita dell’utopia che rappresenta la Federazione dei Pianeti Uniti. Una situazione evidentemente non compiacente ai soliti Romulani, che, con un complotto temporale, cercavano di mettere in atto il più classico piano alla Ritorno al Futuro.
Una trama intrigante, a maggior ragione se condita dal dilemma morale, caro a Minority Report, nel decidere se è giusto o meno uccidere un bambino perché diventerà uno spietato genocida. Agli spettatori l’onere di trovare una risposta, mentre La’an cerca di rimettere le cose a posto, compiendo una scelta non dettata dall’egoismo (sarebbe comunque rimasta in vita possedendo il dispositivo temporale, prevenendo il paradosso del nonno) ma dall’amore, scoperto grazie a Jim Kirk.
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“Tomorrow And Tomorrow And Tomorrow” è probabilmente uno dei migliori episodi di Star Trek: Strange New Worlds, rendendo un episodio bottiglia un ottimo esperimento di sceneggiatura, andando finalmente ad approfondire uno dei personaggi più misteriosi e promettenti come La’an e facendo tornare in scena il caro vecchio James Kirk, che non guasta.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.