Mentre si scrivono queste righe arriva l’informazione (più o meno accurata ma comunque basata su dati non disponibili a tutti) che la series premiere di Secret Invasion sia il penultimo show Marvel in termini di spettatori negli USA:
- Loki: 2.5 millioni;
- Moon Knight: 1.8 millioni;
- The Falcon And The Winter Soldier: 1.8 millioni;
- WandaVision: 1.6 millioni;
- Hawkeye: 1.5 millioni;
- She-Hulk: Attorney At Law: 1.5 millioni;
- Marvel’s What If…?: 1 millioni;
- Secret Invasion: 994,000;
- Ms. Marvel: 775,000.
Se da un lato si può capire lo scetticismo in merito alla miniserie visti i risultati delle due serie che l’hanno preceduta, dall’altro si prova un po’ di disappunto perchè ad ora la serie creata da Kyle Bradstreet non sta affatto deludendo, anzi aggiunge carne al fuoco puntata dopo puntata. Trattandosi di uno spy-thriller ovviamente non ci si deve aspettare colpi di scena a ripetizione ma piuttosto un lento procedere, come un fuoco che deve accendersi ma che poi è pronto a divampare.
DUBBI, TRENI POLACCHI E DITA MOZZATE
Se la morte di Maria Hill negli ultimi istanti della precedente puntata poteva sembrare un mero escamotage per attirare attenzione, “Promises” fuga i dubbi (leciti) degli spettatori grazie ad un cast che si conferma decisamente al di sopra delle aspettative (Olivia Colman su tutti ma anche Kingsley Ben-Adir) e anche ad una trama che non rallenta ma, al contrario, si muove rapidamente verso uno scontro inevitabile.
Come nelle migliori stori spy-thriller, il protagonista è messo alle strette in una posizione impossibile e abbandonato da tutto e da tutti. Questa è esattamente la puntata che rende questa situazione possibile, sia portando addirittura ad un licenziamento di Nick Fury (è già storia la risposta “I’m Nick Fury: even when I’m out, I’m in.“) e al tempo stesso creando qualche punto di domanda sulla possibilità che Rhodes sia uno Skrull, sia rinforzando Gravik dandogli più potere e credibilità.
I due sceneggiatori della puntata Brant Englestein e Brian Tucker fanno un ottimo lavoro di sviluppo dei personaggi, dosando il minutaggio e concedendo praticamente a chiunque, tranne che a Talos, il giusto spazio per muoversi nella scacchiera. E proprio su Talos sembra esserci però una sorta di forzatura difficile da spiegare perchè proprio in un momento di difficoltà il litigio con Nick Fury sembra un po’ fuori luogo. Forse bisogna concedere il beneficio del dubbio ma, ora come ora, questa scelta appare senza senso.
MIA MOGLIE È UNA SKRULL
Ovviamente non ci si poteva esimere dall’analizzare il cliffhanger finale con cui lo spettatore viene lasciato in sospeso, un cliffhanger che in fase di scrittura nemmeno esisteva, come asserisce il regista Ali Selim in un’intervista, ma che è stato inserito per aumentare il dubbio nello spettatore, qualora già non ce ne fosse abbastanza.
In realtà più che una domanda questa scena ne fa sorgere almeno due. La prima è ovviamente relativa al fatto che Nick Fury sia o meno a conoscenza del fatto che sua moglie sia una Skrull, la seconda è più focalizzata sul fattore temporale, cioè sul quando i due si siano sposati trasferendosi sulla Terra. Se per quest’ultima probabilmente le risposte arriveranno già nella prossima puntata, la prima domanda è un qualcosa con cui molto probabilmente sia Selim che Bradstreet vogliono giocare un po’ più a lungo. A sensazione (almeno per chi scrive queste righe) però è molto difficile immaginare che Nick Fury non sia a conoscenza della vera identità di sua moglie, specialmente considerata sia la scena flashback con cui si apre la puntata e soprattutto il tema dell’intera serie.
Il dubbio parrebbe quindi solamente relativo all’interruzione dell’episodio sul momento chiave e un po’ di senso logico sembrerebbe prevalere sul fattore wow, però in una serie del genere finchè non arriva la conferma ufficiale tutto può sempre accadere. E va bene così perchè fa parte del gioco.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Sembra quasi fatto apposta ma “Promises” mantiene le proprie promesse (e non quelle di Nick Fury) tenendo Secret Invasion su un livello qualitativamente molto alto e sciorinando al tempo stesso un potenziale inespresso che potrebbe essere svelato a breve. Il Bless Them All è pronto per essere calato.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.