“The truth will set you free, but first it will make you miserable.”
Una puntata che comincia con Amanda come primo fotogramma parte male.
Una puntata che finisce con Amanda che piange dopo essere stata lasciata finisce bene.
C’è da dire che effettivamente sono un po’ troppo cattivo col personaggio di Allison Mack, il problema in parte è il carattere che ha ed in parte il ricordo che ho di Smallville. Ogni volta che la vedo, il senso di nausea mi pervade e l’irritazione sale come quando un toro è dentro una corrida. Certo a dirla tutta non ha mai fatto nulla per meritarsi la mia simpatia, però effettivamente quest’odio è una cosa mia che proviene dagli anni precedenti e dal suo altrettanto fastidio personaggio.
Amanda a parte,questo episodio è una bomba e ha due pregi fondamentalmente: è al 90% frutto delle allucinazioni di Ryan e, pur non avendo grossi spazi comici, riesce ad essere uno dei migliori della stagione.
La carica di tensione che scaturisce ogni parola di Wilfred è dannatamente forte quando avverte Ryan di un pericolo, sia esso un terremoto fittizio o qualcosa di ben più grosso che deve ancora arrivare. Sebbene il nostro avvocato, mollando Amanda, sperasse di aver affrontato l’ostacolo avvertito da Wilfred purtroppo per lui, ma fortunatamente per noi, non era questo. E qui l’immaginazione si spreca.
Quale potrebbe essere il Big One di cui Wilfred parla? Non userò le parole “quasi sicuramente” perchè avendo a che fare con Wilfred non c’è termine meno opportuno ma un “probabilmente” lo azzardo volentieri per parlare del confronto padre-figlio che terrorizza il nostro giovane protagonista. Già anche solo l’ultima sfida è un buon indizio su ciò che ci aspetta nel season finale. Ma le mie sono solo supposizioni comunque…
Interessanti sono le citazioni di Martin Van Buren, 8° Presidente degli USA, e del McGuffin, termine hitchcockiano per indicare un espediente che dà vita alla storia, il McGuffin qui è sicuramente la predizione di Wilfred di un terribile avvenimento che all’inizio sembrava il terremoto.
Se non vi piace come McGuffin questo, provate allora a considerare Bruce come valido sostituto. Chi è? Se, come me, quando lo avete visto non vi è scoccata la scintilla allora andatevi a rivedere la 1×11 e qualcosa forse vi ritornerà in mente. All’epoca non pensavo avremmo più rivisto questo Bruce visto che se n’era andato velocemente come era arrivato. La sua vera particolarità rispetto a tutte le varie guest stae che affollano il variegato mondo di Wilfred è quella di poter vedere Wilfred come essere umano e di potergli parlare, per la precisione se stiamo ad ascoltare quello che si dicono i due sono più degli amici-nemici.
Comunque la vogliate mettere su questo fantomatico Bruce, la realtà è che solo grazie a quell’assurdo gioco a prove Ryan riesce a scoprire la verità. La verità è dentro la valigetta che ha portato Bruce, una verità scomoda che il subconscio di Ryan ha messo lì dentro e per renderla palese a sè stesso ha bisogno di tempo, di maturazione e di un subsubconscio canino che lo aiuti. Alla fine apri la valigia fidandoti di Wilfred e ti aspetti una oscura macchia sul curriculum di Amanda, un qualcosa che la possa rovinare ai tuoi occhi per sempre, ma la verità è un’altra. La verità è un timer.
La triste consapevolezza di aver passato 12 ore in uno scantinato con un cane e “forse” con la vecchia conoscenza di questo tizio di nome Bruce è turbante e dà uno scossone importante al nostro Frodo Baggins. Finalmente avviene l’epifania: non è Amanda ad avere un problema ma è lui stesso che finalmente prende coscienza della sua situazione mentale. 12 ore sono tante, come fai a spiegare alla tua nuova coinquilina, nonchè fidanzata, dove sei stato per tutto questo tempo senza farti rinchiudere nella clinica del dottor Robin Williams? Non puoi. La verità è tutto in una relazione e visto che non ci può essere, l’unica soluzione è la rottura.
Ma il Big One deve ancora arrivare…
- Il gioco a prove assurde
- Wilfred vestito per andare in guerra
- Ciao ciao Allison “Amanda” Mack
- Troppa serietà a discapito della comicità ma in realtà non è un vero contro se ne escono episodi di questo tipo
VOTO EMMY
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.