“How few there who have courage enough to own their faults, or resolution enough to mend them.”
Benjamin Franklin
C’è stato un momento verso la fine di How I Met Your Mother in cui agli occhi del fandom è risultato chiarissimo dove sarebbe andata a parare la storia, dopo tanti e tanti anni di trasmissione. Ed era una soluzione normale e logica, non ben accolta da tutti, ma molto prevedibile (prevedibilità sbloccata solo a partire da un certo episodio). Con Wilfred non ci avviciniamo nemmeno un po’ né al numero di stagioni né tanto meno al numero di episodi della celebre comedy newyorkese. Eppure ecco che ci viene presentata una soluzione tanto naturale e realistica, quanto forse estremamente deludente non come scelta in sé, ma come risposta a tutte le aspettative che l’assurdità dello show aveva creato in noi. E’ naturale che a un cane dopo una certa età possa succedere qualcosa, il problema semmai è il tempismo con cui ciò avviene. Dopo 6 episodi incentrati su un mistero comprendente culti, sette, alterazioni della realtà e scambi di attori, siamo inaspettatamente caduti, la scorsa settimana, in un filler scadente utile ad introdurre una soluzione (l’incidente) ancora più scadente, oltreché totalmente inutile nell’economia della svolta drammatica di questo 4×08. Captata questa falla, risulteranno ancora più inutili ed irritanti i siparietti con Wilfred che deve salire le scale, Wilfred che cammina lentamente e tutte le ripetitive gag sul suo essere “cane umano”. Persino il sempre efficace intervento di Bear è risultato scialbo, con un sentore di già visto. Non c’è che dire: l’anticlimax è stato eccessivo e la svolta troppo brusca.
Rispetto al precedente episodio, non tutto è però da buttare. Si potrebbe infatti obiettare che le tristi (in tutti i sensi) parti con Wilfred davanti a dei gradini avevano come motivazione scenica quella di condurre Ryan tra le braccia della facile Jenna. Un grande passo è stato fatto, quindi. Risultava chiarissimo sin dall’inizio della serie che quello di Wilfred potesse essere un ruolo nascosto di motivatore nei confronti del timido e insicuro vicino. Certo poteva anche trattarsi di una sorta di demonio utile ad incasinare totalmente la vita di Ryan, ma in questo caso almeno, l’interpretazione degli eventi è stata sicuramente ben chiara. In un episodio più intimista del solito, quindi, viene effettuata una delle chiusure più importanti di tutta la serie: la coppia base della comedy, quella predestinata sin dall’inizio, si unisce (sebbene con un tempismo discutibile).
Wilfred alla fine sorride dicendo a Ryan di essere un Dio, e lì si chiude l’episodio. Benché possa sembrare così, non ci troviamo di fronte ad una rivelazione che aumenta l’attesa per il prossimo episodio, casomai il contrario. La battuta è malinconica, ironica e anche, un pizzico, di rimprovero. Il bisogno estremo di trovare la risposta ad un mistero, che la sorte ci ha posto davanti, rischia di farci perdere totalmente la bussola da quelle che sono le nostre vere prerogative. In “Patterns” Ryan gioca all’investigatore privato decidendo di voltare le spalle a Jenna; in “Courage”, di fronte ad un momento così umano come una sofferenza condivisa per la perdita possibile di un amico, Jenna e Ryan si abbandonano all’amore nella sua manifestazione più umana e fisica. Ed è in questo episodio così “umano” che viene a sparire l’elemento mistery citato a fine episodio da Wilfred in maniera quasi beffarda.
Tutto bene, allora. Wilfred si rivelerebbe in questo modo un’ottima lettura sulla vita umana, sul tentativo di andare a cercare l’astratto e il distante (il culto, Mataman, Krungel), trascurando il concreto e l’immediato (l’amicizia di Wilfred, l’amore di Jenna), che spesso abbiamo la fortuna di avere sotto gli occhi ma la noncuranza di non accorgercene. Troppo comodo così: sarebbe una soluzione che dietro una scontata morale nasconderebbe la paura di deludere i pochi spettatori con una rischiosa e assurda soluzione. Le mie sono solo supposizioni, e il fatto di lasciarci con ancora ben due episodi mi fa pensare che la sorpresona possa essere dietro l’angolo (anche se il promo della 4×09 è tutt’altro che rassicurante). Ciò che conta è la capacità di una conclusione che sia capace di non prendersi sul serio così poi come è stato tutto lo show sin dall’inizio. E c’è anche un attore travestito da cane a dimostrarlo.
- Ryan e Jenna
- La chiusura colorita con Bear e il simpatico cagnolino
- Scelta forse inutilmente drammatica e sviante le aspettative demenziali che i primi 6 episodi avevano creato
- La tematica forte e pesante dell’episodio azzera completamente qualsiasi tentativo di gag, annullando le necessarie risate per tutti i 20 minuti
Responsability 4×07 | ND milioni – ND rating |
Courage 4×08 | ND milioni – ND rating |
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.