Yellowstone 2×04 – Only Devils LeftTEMPO DI LETTURA 4 min

John: “Working with them is a deal with the devil, Dad.”
Jamie: “All the angels are gone, son. There’s only devils left. At least they admit it.”

E finalmente, dopo questo quarto episodio, si può dire che anche questa seconda stagione di Yellowstone sta iniziando a decollare. Dopo una partenza incerta ed una bellezza narrativa che viene mostrata solamente a fasi alterne, “Only Devils Left” riparte dall’elemento che ha fin dal pilot caratterizzato questa serie, nonché elemento da poco ricomposto (forse solo per il momento) in scena: la famiglia Dutton.
Per quanto le singole porzioni di trama potessero rappresentare una buona soluzione escogitata per differenziare il racconto (politica, azione, drama e lovestory) è, come sempre, nel momento della loro riunificazione che una storia (nel caso in cui venga divisa in compartimenti) riacquista potenza scenica, nonché maggiore capacità di attrarre lo spettatore.

Ecco quindi che anche un personaggio come Jamie Dutton, lasciato praticamente ai margini narrativi per i primi tre episodi, acquisisce nuovamente valore ed importanza all’interno della storia.
Valore ed importanza che non piovono dal cielo come semplice atto di carità, ma che gli vengono donati dallo Yellowstone e dal suo proprietario, John: la sola presenza di Jamie al ranch, con la figura del padre a fare da chioccia, permette al personaggio interpretato da Wes Bentley di riguadagnare la propria posizione di importanza agli occhi dello spettatore. C’è da appuntare, tuttavia, che il tutto risulta un “ritorno al passato” dal momento che il giovane torna alla situazione di partenza in cui avevamo avuto modo di conoscerlo e vengono nuovamente riproposte le diatribe familiari con Beth. Niente di nuovo, quindi, ma piuttosto di un assenteismo nauseante, meglio qualcosa di già provato e consolidato (anche se puzza di minestra riscaldata).
È quindi presente un forte spirito di ritorno alle origini con Beth nuovamente alla ricerca di attenzioni paterne cercando in tutti i modi di mettersi in mostra e surclassando il fratello che ha da poco fatto ritorno al ranch. Per quanto concerne Kayce, invece, nulla di nuovo anche se è da segnalare il riavvicinamento con Monica, elemento che sarà sicuramente sfruttato per poter ricreare nell’animo di Kayce quel diverbio interno (tra bene e male) sul quale così bene sono riusciti a giostrarsi gli sceneggiatori durante la prima stagione. Forse non è così saggio puntare su schemi così già ampiamente sfruttati, ma altre soluzioni non appaiono all’orizzonte dal momento che la figura di Monica (unitamente al figlio) rappresentano le uniche due persone in grado di far percepire ed interiorizzare il senso di “umanità” che altrimenti Kayce sembra dimenticare al ranch dei Dutton.

Anche dal punto di vista dell’azione e del drama la puntata non demerita, regalando un danneggiamento milionario ai danni dei Dutton che perdono un alto numero di capi di bestiame in seguito ad un sabotaggio ben orchestrato; ottimamente presentata in scena, inoltre, risulta essere la sequenza del breve, ma intenso, conflitto a fuoco in cui il giovane ragazzo con il fucile rimane ucciso sul finale di puntata. La paura ed il caos iniziano a palesarsi alla porta di casa Dutton, bussando insistentemente e costringendolo non solo sulla difensiva, ma anche alla ritirata. Un qualcosa che, dall’inizio della serie, raramente era capitato di vedere (forse solo durante i concitati momenti successivi alla morte di Lee) e che a suo modo spiazza lo spettatore, incapace di inquadrare la famiglia dei Dutton come in grado di assorbire duri colpi senza restituire il favore in modo immediato.
Purtroppo del grave sabotaggio non c’è alcuna prova ed anche lo sceriffo, solitamente sul libro paga dei Dutton, inizia a venir meno al suo ruolo rendendo John più suscettibile e la famiglia più esposta. Ma la vendetta, cosa sulla quale stanno meditando tutti al ranch, arriverà ben presto. E sarà esattamente come lo spettatore se l’attende: inarrestabile. O almeno si spera.

Un buon episodio, finalmente, con il sapore di passato. Sarà questa la strada giusta per Yellowstone?