Yellowstone 5×14 – Life Is a PromiseTEMPO DI LETTURA 5 min

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Taylor Sheridan sembra (e si spera) voler mantenere le carte migliori per l’ultimo episodio”.
Con queste parole si chiudeva la recensione della precedente puntata in cui l’inesorabile disfatta del ranch dei Dutton veniva accettato silenziosamente e senza alcun tipo di reazione. Qualche musichetta strappa lacrime, alcuni volti scuri ma nulla di veramente interessante: rispetto allo Yellowstone conosciuto fino a “A Knife And No Coin”, questo sembra essere la sua versione castrata.
Quella andata in onda non è sicuramente la chiusura che avevano in mente Taylor Sheridan e Kevin Costner (produttore esecutivo dello show), ma purtroppo si tratta di ciò che è stato propinato al pubblico, terza parte coinvolta in questo scontro che ci rimette in maniera più vistosa ritrovandosi di fronte una seconda parte di quinta stagione senza né capo né coda, senza veri colpi di scena, senza risoluzioni “alla Yellowstone”.
Tutto termina nel più bieco degli happy ending, condito da cliché vari (il consueto patto di sangue per siglare un accordo, l’inchiostro non è per i vari machi) e zero plot twist (Beth che uccide Jamie ripetendogli le esatte parole che gli aveva anticipato in “The Apocalypse Of Change”).

SI È FATTA DI NECESSITÀ VIRTÙ


L’assenza di John Dutton ha portato, gioco forza, ad alcuni cambiamenti che si sono tramutati in modifiche pesanti ad alcuni personaggi
Beth, in primis, ha raccolto il testimone di saggia voce dei Dutton: consigli dispensati, monologhi e dialoghi (si veda post morte di Colby), venendo in parte meno all’ambito economico/giuridico che da sempre l’ha contraddistinta. Resta in parte fedele al suo carattere sanguigno nel momento in cui decide di vendicarsi di Jamie: scontro telefonatissimo e dall’esito abbastanza scontato, ma che si fatica a far collimare con la placida Beth mostrata in tutto il resto di questa seconda parte di stagione. Si è fatta di necessità virtù.
Giusto per non lasciargli solo le briciole, a Kayce è stato dato il compito di trovare la soluzione economica per salvare il ranch (“salvare”, insomma…). È indubbio che in altre circostanze il personaggio interpretato da Luke Grimes non avrebbe minimamente preso parte a questa sottotrama, ma purtroppo la coperta era talmente corta che un personaggio molto più ruvido e diretto e molto poco cerebrale ha avuto la geniale idea di bypassare l’ingente tassazione sul ranch vendendolo a Rainwater così da salvaguardare la terra e mettere in scacco l’intero progetto dell’aeroporto tanto caro a Jamie. E anche qui si è fatta di necessità virtù.
Poi probabilmente nella stanza degli sceneggiatori (plurale maiestatis per identificare il vero artefice di questo scempio, Taylor Sheridan ndr) deve essere sorto un altro dilemma: manca tutto l’aspetto mascolino e da “vero cowboy” di John Dutton però. Ci vorrebbe un personaggio da poter sfruttare in questo frangente e fargli fare la parte del duro uomo del Montana. Rip? Sarebbe un peccato rovinare anche questo personaggio (dopo Beth e Kayce), ce ne vorrebbe uno esterno magari apparso poco e che possa sembrare quasi nuovo. Se poi si potesse utilizzare come gancio per uno degli spin-off in produzione ancora meglio.
Ecco quindi che, dal nulla, ricompare Travis Wheatley (Sheridan stesso). Ennesima dimostrazione di: si è fatta di necessità virtù.

L’ULTIMO DEI DANNATI: JAMIE


Ultimo dei Dutton da menzionare è Jamie, vittima non solo di Beth, ma anche e soprattutto di una gestione imbarazzante: potenzialmente vero ago della bilancia dell’intero futuro della dinastia Dutton, il personaggio di Wes Bentley viene prima reso mandante (a tratti inconsapevole) dell’omicidio del padre. Poi litiga con la stessa donna che lo ha messo nei guai pensando di aiutarlo a fare carriera (Sarah Atwood). Lei viene brutalmente uccisa e lui viene sospettato, ricompare la donna con cui ha avuto un figlio (perché? Senso di commiato forse) e, come già preventivato in “The Apocalypse Of Change”, Beth lo uccide. In un arco narrativo forse più lungo queste dinamiche avrebbero avuto maggiore senso, ma considerato il minutaggio di Jamie quello che si palesa di fronte agli occhi è becera sceneggiatura non degna sicuramente di Yellowstone.

QUALCOSA DA SALVARE C’È?


Ma ci sarà almeno qualcosa da salvare in questi quasi 90 minuti di finale, no? Ovviamente sì.
La fase di saluti all’interno della bunk house risulta molto dolce nonostante il contesto del Montana, così come colpisce l’intera sequenza del funerale di John. Taylor Sheridan si appoggia alle immagini, ai ricordi per colpire il pubblico: il cimitero famigliare dei Dutton; Rip e la squadra di cowboy che movimenta la terra; il dolore di Beth combattuto anche da Carter; Kayce e Tate che affrontano la dipartita di John; Rainwater venuto a dare l’ultimo saluto ad uno dei suoi principali antagonisti.
Immagini che sostituiscono parole, assenti in scena, ma giustificate. Sarebbe tutto splendido, ma purtroppo anche questa sequenza (che copre poco più di dieci minuti sull’intero minutaggio) ha il grosso neo che si porta appreso questa intera seconda parte: Kevin Costner non può evidentemente essere mostrato né in immagine, né in alcun flashback quindi tutto viene depotenziato dalla rumorosa assenza del patriarca. Un vero e proprio peccato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Funerale di John Dutton… senza John Dutton
  • I saluti nella bunk house
  • Finale di puntata con la casa dei Dutton svuotata: qualche lacrimuccia la suscita nonostante tutto
  • Kelly Reilly
  • Accordi firmati con il sangue: più che giusto aggiungere un pizzico di cliché alla storia
  • Scontro Jamie e Beth: non poteva finire in altro modo, telefonatissimo
  • Nessuna telecamera, nessuna prova che possa instillare il dubbio attorno alla versione di Beth… veramente assurdo
  • Kayce e Beth totalmente riscritti per necessità
  • Jamie: un personaggio gettato al vento
  • Gli indiani sabotano i lavori della Market Equities: non c’è nessuno a controllare sapendo le tensioni della zona?
  • Sheridan-Costner: grazie mille ad entrambi

 

Le suggestive riprese finali colpiscono al cuore: l’insediamento della Riserva entra nel terreno dei Dutton mentre la casa della famiglia è stata totalmente svuotata di oggetti, ricordi e persone. Kayce e Beth si salutano all’interno della struttura mentre il ranch ritorna agli originali proprietari. Si è trattata di una decisione sofferta, ma pragmatica per salvaguardare e non svendere il ranch al progetto della Market Equities. Ma quello andato in onda non è in alcun modo il miglior finale di Yellowstone possibile: sul banco degli imputati siedono Sheridan e Costner, colpevoli di non essere stati in grado di trovare un accordo per salvaguardare uno show che da giugno 2018 rappresentava uno dei prodotti di punta della serialità (tra alti e bassi). Un vero, enorme, peccato.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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