Dune: Prophecy 1×04 – Twice BornTEMPO DI LETTURA 4 min

/
2.8
(4)

“Twice Born” rappresenta un momento chiave nello sviluppo narrativo della stagione, introducendo conflitti politici e spirituali di grande impatto, ma anche mettendo in luce alcuni limiti della serie.
L’apertura dell’episodio sottolinea la capacità dello show di costruire affascinanti riprese e sequenze, nonostante ci sia la percezione (a volte) di qualcosa fine a se stesso, stand alone: per la precisione, l’apertura onirica che coinvolge le sorelle Bene Gesserit, il sogno condiviso, in cui le accolite si trovano davanti alla bocca di un gigantesco Shai-Hulud e due occhi azzurri le osservano sinistramente, minuti di forte impatto visivo e carichi di tensione mistica.
Questo elemento, sottolineato dalla ripetuta presenza di simboli e colori specifici come il blu (predominante in Dune 2, su Arrakis), si ricollega al tema della connessione tra spiritualità e potere, ma anche al pericolo rappresentato da forze incomprensibili.
La scena in cui Tula guida le accolite in una trance per disegnare le visioni si distingue per la capacità di trasmettere un senso di vulnerabilità e mistero. Tuttavia, l’effetto viene parzialmente indebolito da una successiva sequenza di spiegazioni troppo dirette, che riducono l’ambiguità del momento. Questo è un problema ricorrente in Dune Prophecy: la necessità di esporre eccessivamente i punti chiave della trama perché troppo strettamente collegati a nomi, fatti, mitologia del mondo di Herbert.

MACCHINAZIONI POLITICHE


Il cuore dell’episodio si concentra sulle manovre politiche di Valya Harkonnen e Desmond Hart. Valya, interpretata da un’ottima (ma non tanto da “bucare lo schermo”) Emily Watson, emerge ancora di più come una figura ambiziosa e manipolatrice, pronta a sacrificare qualsiasi cosa pur di poter consolidare il potere della sua Casa e della sorellanza. La sua capacità di orchestrare complotti è messa in evidenza dalla sua manipolazione del Landsraad per accusare l’imperatore Corrino di omicidio. Ma si tratta di sviluppi prevedibili e spacciati per plot twist nonostante le macchinazioni siano di scarsa sottigliezza narrativa.
Desmond Hart, interpretato da Travis Fimmel, offre un contrasto interessante. Il suo potere distruttivo — bruciare vivi i nemici con la mente — è visivamente impressionante e terrificante. Ma a fare da contraltare c’è un’interpretazione che si può paragonare a quella di Raised By Wolves, sempre di Fimmel: una macchietta narrativa con poteri ancora di difficile inquadramento e non correttamente spiegati. Il mistero che lo circonda, benché intrigante, sembra essere una scorciatoia per mantenere l’interesse del pubblico senza offrire una caratterizzazione approfondita. L’esecuzione pubblica che Desmond compie nel Landsraad è una scena di grande impatto visivo, ma lascia poco spazio per interpretazioni più sfumate del personaggio.

CONFLITTI E TENSIONE


La puntata esplora anche i conflitti interni della sorellanza. La scoperta degli incubi condivisi e l’inquietante risveglio di Lila, con occhi azzurri brillanti a causa dell’esposizione alla spezia (cosa al pubblico già nota da Dune), aumentano la tensione tra le sorelle. Tula, in particolare, emerge come una figura complessa, tormentata dai suoi crimini passati (l’eccidio ai danni degli Atreides) e dalla sua lealtà alle Bene Gesserit. La sua visione in cui pugnala Emeline è potente, ma il confine tra sogno e realtà diventa sempre più sottile, creando confusione piuttosto che approfondire il dramma, finendo quindi per apparire come un riempitivo non necessario e che ingarbuglia ulteriormente la visione (già complicata in mancanza di punti di appiglio relativi alla mitologia di Dune).
Dal punto di vista visivo, Dune: Prophecy si conferma una serie di altissimo livello. La regia di Richard J. Lewis eccelle nel creare atmosfere oppressive e cariche di tensione: le scene al Landsraad sono ottimamente coreografate, con costumi e scenografie che sottolineano il contrasto tra la maestosità dell’Impero e la brutalità dei conflitti interni. Tuttavia, alcune scelte estetiche rischiano di prevalere sulla sostanza, si veda per esempio i già citati poteri di Desmond: visivamente d’impatto, ma narrativamente inutili. Gli spettacolari effetti visivi e la fotografia ricercata non sempre riescono a mascherare le carenze della sceneggiatura, che spesso si appoggia su dialoghi espositivi e colpi di scena prevedibili.
Dune: Prophecy affronta e cerca di presentare tematiche filosofiche e politiche abbastanza complesse, come per esempio il sempre verde scontro tra fede, potere e moralità. Spesso e volentieri, però, tutto si riduce a semplici intrighi e rivelazioni telefonate. Soprattutto se si prendono in considerazione serie tv moderne (Game Of Thrones su tutte) che dal mondo di Dune hanno tratto quanto meno un minimo di ispirazione: l’allievo ha superato il maestro?

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Finale di puntata con plot twist legato alla mitologia
  • Sequenze cariche di tensione: la possessione delle sorelle in trance
  • Risveglio di Lila
  • Poca sostanza narrativa
  • Molti volti ancora inutili agli occhi del pubblico
  • Travis Fimmel
  • Stretto legame con i libri con pericolo di far perdere una grossa fetta di pubblico durante la visione

 

Questo quarto episodio di Dune: Prophecy è un episodio ricco di eventi e momenti visivamente memorabili, ma soffre di una sceneggiatura che non riesce sempre a mantenere il livello di complessità promesso. L’eccellente realizzazione tecnica compensa in parte le carenze narrative, ma la serie deve ancora dimostrare di essere all’altezza delle sue ambizioni. Arrivati a metà stagione il rischio di ritrovarsi di fronte ad un buco nell’acqua appare sempre più nitido e chiaro.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

2.8

Nessun voto per ora

Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

Precedente

Dexter: Original Sin 1×01 – And In The Beginning…

Prossima

One Hundred Years Of Solitude 1×05 – 1×06 – Remedios Moscote – Colonel Aureliano Buendia