C’era qualcuno che si aspettava, sicuramente, un inizio con il botto. Qualcuno che si aspettava di vedere il pedale spinto sull’acceleratore spy/thriller e di sfornare nuovamente un’apertura di stagione alla “Shadows“. E qualcuno, all’interno della crew di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D., avrebbe anche voluto accontentare questa fetta di pubblico che inneggiava all’azione vertiginosa e sincopatica a mo’ di Captain America: The Winter Soldier. E sapete cosa? Avrebbe anche potuto funzionare, e il serial ABC/Marvel Studios avrebbe confezionato l’ennesimo successo; ma la produzione decide di comportarsi da Signore, tenendo fede alla maturazione e alla presa di coscienza che l’ha contraddistinto finora e che gli è valsa una meritata rivalutazione da parte di pubblico e critica, preferendo giocarsela con più calma e compostezza.
In questa puntata, che potremmo definire in maniera riassuntiva lenta e intimista, “Aftershock” preferisce prendere in esame i cambiamenti apportati durante la prima parte della seconda stagione, e in particolare, quelli del mid-season finale “What They Become“, invece che spingere totalmente sull’azione; sappiamo benissimo che la parola “lenta” affiancata a “puntata” può far rizzare i peli di voi lettori dallo spavento, ma tranquilli: non è un “lento” alla The Walking Dead, quanto più un “lento” inteso come “prendersi il suo tempo”. Una scelta che si è dimostrata oltremodo saggia, e che ha ulteriormente confermato quanto il personale coinvolto nella realizzazione di questo telefilm abbia imparato da errori che, ancora oggi, sottraggono a lui spettatori, penalizzandolo un po’: sopratutto sul discorso dei ratings si fa sentire questa penalizzazione, sempre più incostanti e incapaci di rappresentare (numericamente parlando) il vero valore degli episodi. Benché questa mid-season premiere sia comunque ricca di tutti gli elementi che hanno sbalordito gli spettatori e permesso la sua rivalutazione, quest’ultimi sono tenuti più come “asso taglia tutto”, più come elemento da dosare e maneggiare con cura, che vere e proprie carte da giocare come se non ci fosse un domani; più di ogni altra cosa, vengono valorizzate le conversazioni e i dialoghi, finalizzati all’introspezione e all’esplorazione del nuovo status-quo dei personaggi.
Del resto, c’è un motivo per cui il titolo dell’episodio è “Aftershock”: termine che, nella sismologia, sta a rappresentare una piccola scossa sismica, che solitamente, si manifesta dopo una molto più grande e violenta. Pur non dimenticando l’azione e l’inserimento di elementi che caratterizzeranno questa seconda parte, come l’introduzione degli Inumani e il successivo approccio a questa antica e misteriosa razza, questi segmenti vengono utilizzati più come intermezzo tra una conversazione e l’altra che, per quanto interessanti e toccanti siano, portavano con sé il rischio di appesantire troppo la visione degli stessi e renderne difficile la digeribilità; la produzione, però, riesce ad ovviare questo problema, dosando bene questi momenti con altre gradite consuetudini e caratteristiche dello show. Tra spettacolari apparizioni qua e la di alcuni sparuti Inumani, segreti all’interno dello stesso Team Coulson (quello di Bobbi e Mack sopra tutti) sanguinarie scene d’azione con protagonista una Raina tutta da scoprire e una scioccante, aggressiva e violenta contromossa che ha privato l’Hydra delle sue “teste”, impariamo nuovamente a conoscere i nostri protagonisti dopo questo evento traumatico, attraverso brillanti dialoghi realizzati e recitati con il giusto tatto e livello emotivo.
Sotto questo aspetto, la morte di Triplett ha avuto il suo effetto benevolo (ma anche malevolo) e ha permesso al Team Coulson di trasformarsi in uno di quei gruppi di protagonisti tipici del film degli anni ’80 alla The Breakfast Club, dove la forza di tali pellicole non stava negli avvenimenti in sé, quanto nello scontro delle personalità differenti e incongruenti tra loro. Ogni personaggio diventa l’avatar di una manifestazione caratteriale che segue un forte trauma, e che unito con altre personalità totalmente differenti, crea una bomba ad orologeria piena di testosterone ed emotività; rabbia (Mack), ansia (Skye/Daisy), paura (Raina), isteria (Simmons), risentimento (Coulson, Calvin), patteggiamento (Fitz) e accettazione (Bobbi, Hunter, May): sono queste le parole d’ordine che fanno entrare lo spettatore nelle teste e nei cuori dei personaggi, facendo sentire come se fosse loro, la preoccupazione per il futuro e il senso della perdita. Quest’ultima, insieme alla fin troppo paranoica isteria di Simmons, è forse un po’ troppo enfatizzata, visto il personaggio a cui è legata; Triplett era un buon personaggio, ma non s’è mai obiettivamente distinto per particolari meriti, e tutte le parole di complimenti dei colleghi (per quanto veritiere) suonano un pò asettiche, ma questo solo perché lo spettatore non ha avuto modo di constatarle appieno.
Ma per quanto brutto possa sembrare dirlo, forse il vero scopo del personaggio, era davvero questo: quello di essere più utile da morto, che da vivo; quello di essere, insomma, una sorta di “illustre precedente” per aumentare la drammaticità della disperata lotta dello S.H.I.E.L.D. contro l’Hydra. Anche con tutte le conseguenze del caso, come la sua eccessiva celebrazione, la dipartita di Triplett ha dimostrato di servire egregiamente allo scopo. Parola d’ordine di Coulson e soci: “Ora basta cazzeggiare. Si fa sul serio. Nessuno morirà più”.
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Quest’episodio avrebbe dovuto chiamarsi “Epidemic”, ma poi venne cambiato all’ultimo perché non piaceva.
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“Aftershock” è stato pubblicizzato dalla Marvel Comics con una immagine promozionale realizzata da Gabriele Dell’Otto. Cliccate qui per visualizzarla.
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Adrianne Palicki, l’attrice che presta volto e fattezze a Mimo/Barbara Morse, è stata promossa da personaggio ricorrente, a membro regolare del cast a partire da questa puntata.
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Quando Coulson va a trovare la Signora Triplett, viene inquadrata una foto raffigurante gli Howling Commandos.
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Le persone di rilievo e ai vertici dell’Hydra, che vengono uccise nella puntata, sono tutti personaggi inventati appositamente per lo show; esse componevano l’alto consiglio dell’organizzazione: consideratela una sorta di “controparte malvagia” dell’alto consiglio dello S.H.I.E.L.D. che avete visto in Captain America: The Winter Soldier e di cui faceva parte anche Alexander Pierce (prima di tradire, ovviamente).
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In questa puntata ricompare il Doctor List, personaggio minore interpretato da Henry Goodman e comparso brevemente nella scena dopo i titoli di coda di Captain America: The Winter Soldier: è quello che parla con il Barone Von Strucker per tutta la sequenza. Benché quest’ultima fosse solo una breve comparsata, il suo ruolo è meglio definito nel digital comic Avengers: Age of Ultron Prelude – This Scepter’d Isle Infinite Comic #1 del 2015.
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Coincidenza vuole che esista per davvero un personaggio Marvel chiamato Aftershock (anche se, quest’ultimo, non centra niente con trama/personaggi/episodio/Marvel Cinematic Universe). E’ Allison Dillon: la figlia di Electro (celebre villain dell’Uomo Ragno recentemente apparso nel film The Amazing Spider-Man 2, interpretato da Jamie Foxx) di una realtà parallela denominata “Marvel Comics 2”, in cui la maggior parte dei personaggi Marvel più famosi hanno figliato e si sono ritirati a vita privata, lasciando il mantello nelle mani degli eredi. Compare per la prima volta su Spider-Girl #51 del 2002, unica serie mensile in cui veniva raffigurato questo universo seguendo le avventure di May “Mayday” Parker: la figlia di Peter Parker e Mary Jane Watson dell’Universo MC2.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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What They Become 2×10 | 5.29 milioni – 1.7 rating |
Aftershock 2×11 | 4.48 milioni – 1.6 rating |
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E' stato un gran ritorno quello di AoS!!
Avevo il sospetto che avrebbero usato in qualche modo la parola "inumani" e difatti così è stato da parte di Fitz nel descrivere il velocissimo battito cardiaco di Skye-Daisy: "E' inumano". 😀
Ciao Luca e grazie per il commento!
E cosa ci scommettiamo che non sarà l'ultima volta che la sentiamo? Moh la useranno per descrivere ogni cosa. Tipo "ma questo thè è di una bontà…inumana!" 😀 ora sono lanciatissimi con quel franchise e lo prepareranno bene per quando arriverà il film.
Hehehe…
Ma solo a me, per come si muoveva velocemente il ragazzino nella prima scena, ha ricordato Quicksilver quando lo si vede rinchiuso alla fine di Capitan America 2?
No, non credo, le movenze erano molto simili 😉