“I was wrong.
I thought after living behind these walls for so long that… maybe they couldn’t learn. But today… I saw what they could do, what we could do, if we work together. We’ll rebuild the walls. We’ll expand the walls. There will be more. There’s gotta be more. Everything Deanna was talking about… is possible.
It’s all possible. I see that now.”
Raramente The Walking Dead si è permesso il lusso di esprimere sè stesso tramite episodi corali, anzi. La maggior parte delle stagioni ha avuto finora anche troppe singolarità al suo interno e gli sviluppi dei singoli gruppi hanno quasi sempre sovrastato il tempo dedicato concesso all’intera comunità guidata da Rick Grimes. Qualcosa però sembra cambiare. “No Way Out” è il perfetto esempio di quella commistione d’intenti che tanto si va richiedendo a Scott M. Gimple e soci perchè, al di là di tutto, mostra tutto ciò che lo spettatore medio chiede a The Walking Dead: sopravvivenza.
Se “l’unione fa la forza” e “meglio soli che male accompagnati” sono solo due modi di dire di uso comune, nel mondo di Robert Kirkman rappresentano una sorta di mantra da ripetere costantemente. In un mondo in cui gli zombie regnano sovrani, ma in cui è l’uomo ad essere il vero essere da cui difendersi, ogni aiuto è necessario per sopravvivere ma al tempo stesso bisogna anche saper riconoscere da chi farsi dare una mano. La bontà d’animo, come spesso dimostrato, porta solo alla morte e senza una solida fermezza e una gestione oculata degli eventi anche la più semplice azione può trasformarsi in tragedia, e gli esempi anche in questa midseason premiere non mancano. Basti vedere cosa è successo a Rick e compagni durante la loro “traversata”, oppure nel tentativo di fuga di Denise e del “Wolf” o, più in generale, nel caos globale scatenatosi ad Alexandria. Una serie di eventi che potevano tramutarsi in tragedia al minimo errore (la morte del bimbo psicopatico Sam, del fratello e di sua madre Jessie sono una benedizione) si sono trasformati in una operazione di salvataggio, non solo di Alexandria, ma della serie stessa.
The Walking Dead funziona sia coralmente che singolarmente ma è indubbio che nel suo mix di individui riuniti dal caos e dalla voglia di sopravvivenza trovi la sua massima espressione. Rick Grimes in questo ha sempre funto da padre padrone e come tale ha permesso allo show di sopravvivere a prigioni, fattorie e accampamenti di fortuna. Sebbene il motore dello show sia l’ex sceriffo, è a tutti i character che gravitano intorno a lui che si deve fare riferimento per un supporto costante e necessario al corretto sviluppo della serie. Rick Grimes è, per legge non scritta, immortale e come tale non si ha motivo di temere per la sua sopravvivenza, discorso diverso va invece fatto per tutti i vari Shane, Lori, Herschel, Tyreese, T-Dog e Carl. Già, Carl. I lettori del fumetto e gli avventori dello spoiler già sapevano che sarebbe accaduto ma, come si sa, i tempi ed i modi della trasposizione seriale non hanno alcuna certezza, per fortuna. Di più è meglio non dire ma la mano che si stringe intorno a quella del padre è la realizzazione di un pronostico abbastanza chiaro che tutto andrà contro ogni regola scientifica bene.
“Bite, chew, swallow, repeat.”
Negan. Per avere Jeffrey Dean Morgan nello show bisognerà aspettare ancora un po’ e, stando così le cose, non c’è alcuna fretta per una sua ricomparsa ma sicuramente l’unione d’intenti dimostrata dagli abitanti di Alexandria è un chiaro passo verso la sua storyline. Per arrivare al “nuovo Governatore” è necessario prima di tutto far evolvere la società di Alexandria, farla diventare un popolo, una famiglia. Lo scontro per la liberazione di Alexandria equivale ad un moto di libertà e di volontà che rappresenta il passo necessario per arrivare al nemico successivo. Gli sceneggiatori sanno che presentarsi di fronte a Negan in maniera sconclusionata, senza la corretta struttura e senza il corretto approccio, sarebbe un suicidio e pertanto hanno deciso di sviluppare ulteriormente Alexandria ed i suoi abitanti per farla diventare non più un rifugio, ma una comunità. Missione riuscita: in un impeto suicida tutti si scagliano incredibilmente fuori dalle proprie case per dare il tutto per tutto. Qualche puntata fa sarebbe stato impossibile da credere, qualche puntata fa alcuni eventi dovevano ancora accadere, qualche puntata fa Alexandria non aveva ancora conosciuto la nuova realtà. Ora è così. Prendere o lasciare. Gli abitanti di Alexandria hanno preso.
Ora, come dice Rick, “It’s all possible. I see that now“. Lo vediamo anche noi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Start To Finish 6×08 | 13.98 milioni – 7.0 rating |
No Way Out 6×09 | 13.74 milioni – 6.8 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.