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Questa volta Grey’s Anatomy si divide in tre.
Tre come le differenti storyline, con tre diversi protagonisti, che danno vita a “One Day Like This”. Ci si è lamentati numerosissime volte degli episodi centrici, sempre più frequenti nelle scorse stagioni, incentrati solo su determinati character lasciando fuori tutto il resto del cast; questa volta però, il focus rivolto solo su Meredith, April ed Owen è risultato più sopportabile, grazie soprattutto al tipo di stroyline a loro dedicate. O almeno, il discorso può ritenersi valido per due storie su tre.
Se infatti quanto accaduto intorno a Meredith ed April appare una strada decisamente accettabile, utile soprattutto a smuovere le anime delle due protagoniste, la trama dedicata al Maggiore Owen Hunt è semplicemente imbarazzante.
Era già sembrata assurda la svolta presa dai minuti finali della scorsa puntata, con Owen che, spinto esclusivamente da due frasi di Amelia, era partito immediatamente alla volta della Germania senza neanche il tempo di razionalizzare cosa stessa accadendo; le scene che questa settimana hanno poi visto Hunt e Teddy insieme, non hanno fatto altro che far precipitare ulteriormente la considerazione per un personaggio che dall’addio di Cristina non riesce più a trovare un senso alla sua esistenza all’interno dello show. Dar vita adesso ad una fantomatica love story che in realtà non è mai realmente esistita (o almeno non da parte di Owen, mentre è sempre stato presente l’interesse di Teddy) appare l’ennesima trama senza senso buttata in mezzo dagli autori per macinare minuti, come al solito non prestando la minima considerazione verso una qualsivoglia crescita per i propri personaggi; in quest’ottica, da applausi è la reazione di Teddy a fine puntata nel rispedire a casa un Owen che adesso ha davvero toccato il fondo.
Discorso diverso, invece, per le due protagoniste donna di giornata. Sembra giungere al termine la crisi di fede di April, una crisi che iniziava a durare troppo e che, continuando a mostrare la Kepner sempre e solo alle prese con questa nuova tendenza distruttiva, iniziava decisamente anche a stancare. Invece, bisogna ammettere che la presa di coscienza e la risoluzione avvenute in questo episodio sono state ben gestite. Positiva sotto più punti di vista la presenza del rabbino toccato alla Kepner: un personaggio che è servito a dar vita ad un toccante caso medico e allo stesso tempo si è rivelato essenziale per dare modo ad April di superare la sua crisi di fede. Adesso, considerato l’inevitabile ed ormai imminente addio di Sarah Drew, si spera solo che gli autori riescano a dare senso all’uscita di scena del personaggio.
Da considerare a parte, poi, la storyline che invece ha visto al centro Meredith. Si era già parlato ai tempi di Riggs (ancora inspiegabilmente mandato via) di come la strada di una nuova storyline amorosa facesse bene al personaggio di Meredith. Seppur restando per sempre nel ricordo di Derek, una nuova ventata di lovestory era servita a dare una scossa alla versione acida della Grey delle passate stagioni. Con l’addio di Riggs si era ritornati un attimo indietro, seppur con un carattere abbastanza migliorato. Tuttavia, continuando a vedere Meredith ancorata sempre e solo alla medicina viene concesso inevitabilmente meno margine di sfruttare il personaggio. E dato che alla ABC continuano imperterriti a non volersi arrendere con la serie, che male c’è a sfruttare tutte le carte?
Il personaggio del dottor Marsh ha senza dubbio colpito al primo colpo. Interessante, intrigante e soprattutto capace di instaurare in una sola e semplice puntata una chimica ben visibile con la stessa Meredith (cosa che ad alcune coppie non riesce neanche dopo aver passato mezza stagione a provarci… e ogni riferimento a Jackson e Maggie è puramente casuale). La Meredith vista in quest’occasione è apparsa come una versione più sciolta e di sicuro meno noiosa da guardare. Un primo incontro, quindi, decisamente da promuovere e non è un caso che lo show decida di sottolinearlo, con un rapido e sagace cambio di scena: per un attimo, infatti, quella che vediamo in conclusione di puntata e la Meredith del primissimo episodio.
Per ora non è previsto il soggiorno del nuovo personaggio nello show, tuttavia, vedere il dottor Marsh riapparire sulla porta del Grey-Sloan Memorial in futuro non sarebbe affatto male.
Tre come le differenti storyline, con tre diversi protagonisti, che danno vita a “One Day Like This”. Ci si è lamentati numerosissime volte degli episodi centrici, sempre più frequenti nelle scorse stagioni, incentrati solo su determinati character lasciando fuori tutto il resto del cast; questa volta però, il focus rivolto solo su Meredith, April ed Owen è risultato più sopportabile, grazie soprattutto al tipo di stroyline a loro dedicate. O almeno, il discorso può ritenersi valido per due storie su tre.
Se infatti quanto accaduto intorno a Meredith ed April appare una strada decisamente accettabile, utile soprattutto a smuovere le anime delle due protagoniste, la trama dedicata al Maggiore Owen Hunt è semplicemente imbarazzante.
Era già sembrata assurda la svolta presa dai minuti finali della scorsa puntata, con Owen che, spinto esclusivamente da due frasi di Amelia, era partito immediatamente alla volta della Germania senza neanche il tempo di razionalizzare cosa stessa accadendo; le scene che questa settimana hanno poi visto Hunt e Teddy insieme, non hanno fatto altro che far precipitare ulteriormente la considerazione per un personaggio che dall’addio di Cristina non riesce più a trovare un senso alla sua esistenza all’interno dello show. Dar vita adesso ad una fantomatica love story che in realtà non è mai realmente esistita (o almeno non da parte di Owen, mentre è sempre stato presente l’interesse di Teddy) appare l’ennesima trama senza senso buttata in mezzo dagli autori per macinare minuti, come al solito non prestando la minima considerazione verso una qualsivoglia crescita per i propri personaggi; in quest’ottica, da applausi è la reazione di Teddy a fine puntata nel rispedire a casa un Owen che adesso ha davvero toccato il fondo.
Discorso diverso, invece, per le due protagoniste donna di giornata. Sembra giungere al termine la crisi di fede di April, una crisi che iniziava a durare troppo e che, continuando a mostrare la Kepner sempre e solo alle prese con questa nuova tendenza distruttiva, iniziava decisamente anche a stancare. Invece, bisogna ammettere che la presa di coscienza e la risoluzione avvenute in questo episodio sono state ben gestite. Positiva sotto più punti di vista la presenza del rabbino toccato alla Kepner: un personaggio che è servito a dar vita ad un toccante caso medico e allo stesso tempo si è rivelato essenziale per dare modo ad April di superare la sua crisi di fede. Adesso, considerato l’inevitabile ed ormai imminente addio di Sarah Drew, si spera solo che gli autori riescano a dare senso all’uscita di scena del personaggio.
Da considerare a parte, poi, la storyline che invece ha visto al centro Meredith. Si era già parlato ai tempi di Riggs (ancora inspiegabilmente mandato via) di come la strada di una nuova storyline amorosa facesse bene al personaggio di Meredith. Seppur restando per sempre nel ricordo di Derek, una nuova ventata di lovestory era servita a dare una scossa alla versione acida della Grey delle passate stagioni. Con l’addio di Riggs si era ritornati un attimo indietro, seppur con un carattere abbastanza migliorato. Tuttavia, continuando a vedere Meredith ancorata sempre e solo alla medicina viene concesso inevitabilmente meno margine di sfruttare il personaggio. E dato che alla ABC continuano imperterriti a non volersi arrendere con la serie, che male c’è a sfruttare tutte le carte?
Il personaggio del dottor Marsh ha senza dubbio colpito al primo colpo. Interessante, intrigante e soprattutto capace di instaurare in una sola e semplice puntata una chimica ben visibile con la stessa Meredith (cosa che ad alcune coppie non riesce neanche dopo aver passato mezza stagione a provarci… e ogni riferimento a Jackson e Maggie è puramente casuale). La Meredith vista in quest’occasione è apparsa come una versione più sciolta e di sicuro meno noiosa da guardare. Un primo incontro, quindi, decisamente da promuovere e non è un caso che lo show decida di sottolinearlo, con un rapido e sagace cambio di scena: per un attimo, infatti, quella che vediamo in conclusione di puntata e la Meredith del primissimo episodio.
Per ora non è previsto il soggiorno del nuovo personaggio nello show, tuttavia, vedere il dottor Marsh riapparire sulla porta del Grey-Sloan Memorial in futuro non sarebbe affatto male.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio che, seppur lascia fuori la maggior parte dei personaggi, si lascia guardare. Tutto tranne la parte dedicata ad Owen Hunt, protagonista di uno sviluppo personale patetico e no sense.
Caught Somewhere In Time 14×16 | 7.51 milioni – 1.9 rating |
One Day Like This 14×17 | 7.15 milioni – 1.8 rating |
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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.