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Grey’s Anatomy 14×23 – Cold As IceTEMPO DI LETTURA 4 min

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“In Japan, when a piece of pottery breaks, some potters fill the cracks with gold. The potters, they see the repairs as something beautiful. They know that the unexpected happens. Change happens. They know that nobody gets through this world in one piece. But that doesn’t have to diminish us. The cracks are part of our history.
They will always be with us. They made us stronger. They made us something new.”

Il kintsugi è una pratica giapponese che consiste nel riparare oggetti di ceramica con l’oro. La casualità e l’irripetibilità con cui la ceramica si frantuma permette di andare a ricreare intrecci unici e peculiari di ogni singolo oggetto riparato. Filosoficamente, il kintsugi viene interpretato come la possibilità che dall’imperfezione, da una ferita, possa nascere una forma con maggiore perfezione estetica (nel campo del vasellame), interiore (nel caso si intendano delle ferite praticate nello spirito di una persona).
È indubbio che il richiamo alla pratica, in conclusione di puntata, sia stato fatto in virtù di April e Matthew, ma come esattamente il kintsugi potrebbe essere riapplicato alla serialità televisiva di Grey’s Anatomy? La serie si è fatta odiare a più riprese ed è da anni in una fase di stasi narrativa sotto una infinità di aspetti nauseante, ma con il precedente episodio e con “Cold As Ice” rialza il capo e dimostra che, volendo, le carte da giocarsi le potrebbe anche avere.
Prima decide finalmente di concedere il giusto spazio ad uno dei personaggi mai esplosi all’interno dell’universo narrativo di Grey’s Anatomy, Alex Karev, creando uno spaccato sul dramma famigliare vissuto dal giovane chirurgo, fino a quel momento solo banalmente abbozzato soprattutto tramite flashback. Ma è in “Cold As Ice” che Shonda decide di ritornare al suo cliché narrativo per antonomasia: una dolorosa, sconvolgente e non prevedibile morte. O almeno così sembrerebbe.
La prima metà di puntata viene confezionata in maniera semplicemente superlativa (considerati gli standard recenti della serie) e porta davanti agli occhi dello spettatore il fantasma, non recente, di una morte eccellente nel mondo di Grey’s Anatomy: George O’Malley. Le modalità, il pathos creatosi all’interno dell’ospedale, l’unitarietà tra ogni singolo strutturato e specializzando, ogni singolo fattore sembrano riportare in campo i concitati attimi seguiti alle fatiche parole proferite da Meredith: “It’s George. John Doe is George.”
Successivamente, iniziava a suonare Off I Go di Greg Laswell ed il resto è indubbiamente impresso nella mente di ogni singolo spettatore. Ma si era trattato di pochi (densissimi) minuti di pathos e completo caos. “Cold As Ice” costruisce la sua fortuna su quei densissimi minuti diluiti, protratti e proiettati in circa 20-25 minuti di puntata. Una scelta coraggiosa (far reggere un singolo caso medico tutto quel tempo poteva risultare avventato), ma che ripaga in termini di attaccamento ed empatia che la scena riesce a ricreare.
Se da un lato la morte di George semplificava la conclusione della vicenda, April dal canto suo riesce a portarsi in salvo. In una scena in cui misticismo, amore e sentimento si mescolano tutti insieme, Jackson cede ad ogni sua regola morale e fa ciò che pensava non avrebbe mai fatto: prega.
Si potrebbe pensare ad una caduta nel buonismo, ma il confezionamento della scena e la sua messa in atto avrebbero potuto perdonare scelte narrative ben peggiori.
Forse annebbiati dal sentimentalismo o forse colpiti dal fatto che Grey’s Anatomy riesca a fare ben due episodi di ottima fattura uno dopo l’altro, risulta difficile anche scorgere veri e propri lati negativi all’interno dei circa quaranta minuti di puntata. Si potrebbe, cercando il pelo nell’uovo, far notare la prodigiosa coincidenza del ritorno della Herman proprio per aiutare Arizona a crearsi un’uscita d’emergenza dallo show, giusto sul finire di stagione. Però, dopo un episodio così, avremmo un bidone dell’immondizia al posto del cuore se decidessimo di andare a cercare il famoso pelo nell’uovo. Quindi, per una volta, touché a tutta la truppa di Grey’s Anatomy. Ma solo per questa volta, basta sentimentalismi d’ora in avanti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • April, l’incidente, Matthew e tutto ciò che è annesso
  • Pathos, musica di sottofondo e richiami alle morti celebri del passato
  • Amelia ed il suo nuovo ruolo
  • Jackson ed April
  • Se non crea fastidio nemmeno il pianto di Meredith, vuol dire che stai facendo il lavoro giusto
  • Eccessiva religiosità? Forse, ma essendo April il personaggio in questione è giusto così
  • La ricomparsa della Herman

 

Ed anche in questa stagione, Grey’s Anatomy è quasi riuscito a fare una strage. Diciamo quasi perché la prossima puntata sarà l’ultima di questo quattordicesimo anno e Shonda è ancora in tempo per farsi odiare ulteriormente dai propri spettatori.

 

Fight For Your Mind 14×22 6.66 milioni – 1.6 rating
Cold As Ice 14×23 7.35 milioni – 1.9 rating

 

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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