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Da un po’ di anni a questa parte il pubblico sembra voler vivere sospeso nel tempo, colpa di una nostalgia che lo attanaglia al cuore. Le emittenti televisive, decise a lucrare su questo puro e bambinesco sentimento, hanno ben pensato di togliere dalla naftalina ogni singolo prodotto di qualità che nel passato li aveva contraddistinti nel panorama seriale della sua epoca.
The CW ha una storia molto recente rispetto alle altre emittenti: nata da una fusione tra The WB e una branca della CBS, la rete esordì a tutti gli effetti nel settembre del 2006. Quindi la domanda che probabilmente si saranno posti i produttori esecutivi del network sarà stata relativamente a quale prodotto dell’ormai defunta The WB andare a ripescare dal cilindro magico. E di serie rinomate ne sono state prodotte parecchie: Buffy, Supernatural, Gilmore Girls, Dawson’s Creek, Everwood, Angel, Sabrina, Smalville ecc ecc.
Ma bisognava trovare un prodotto che potesse adattarsi anche alla situazione politica sociale di oggi, dato che i tempi sono cambiati (e molto) rispetto al 2006. Ecco quindi che, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia: Charmed (arrivato in Italia con il titolo Streghe) avrà il proprio reboot.
Com’è quindi questo ritorno dal passato del famigerato trio?
Volendo andare con ordine e quindi iniziare dall’elemento più importante (il casting e la personalizzazione dei personaggi) è d’uopo fare una breve postilla prima di iniziare: quello che si troverà scritto non è una demonizzazione per quanto riguarda la scelta delle attrici in sé; ciò che si vorrebbe appuntare è la ridicola volontà del prodotto televisivo in questione di apparire puro e candido, politicamente corretto e pari in ogni singolo frangente che si possa immaginare.
Il trio (questa volta niente nomi con la P, si è preferita la M) è composto da: Mel (Melonie Diaz), Maggie (Sarah Jeffery) e Macy (Madeleine Mantock). Già osservando i lineamenti del viso si può percepire una certa distanza narrativa con il passato: insomma, volenti o nolenti, Shannon Doherty, Holly Marie Combs e Alyssa Milano riuscivano a risultare molto più credibili nel ruolo di sorelle, mentre le attrici di questo reboot, date le origini e le discendenze differenti (afroamericane, portoricane, afro-caraibiche), potrebbero risultare tutto tranne che consanguinee. E visto e considerato che il tema centrale della serie si basa totalmente sul potere del trio, un elemento del genere non può essere considerato un dettaglio. A conti fatti, quindi, la scelta del casting risulta essere un semplice espediente per poter riequilibrare le quote all’interno della serie, niente di più.
Ma siamo nel 2018 quindi la serie deve dimostrare di essere al passo con i tempi e, soprattutto, deve far notare quanto sia giovane e progressista in ogni suo singolo campo. Ecco quindi che una delle tre sorelle (anche se una in realtà è sorellastra) è una femminista incallita alle prese con una lotta all’ultimo sangue contro il patriarcato ed al tempo stesso, sempre per dimostrare che la serie è giovane, è pure lesbica. Pare quindi che anche oggi l’obbiettivo di voler apparire candidi e mascherare l’odio razziale sotto il velo di perbenismo sia stato egregiamente raggiunto e superato.
Anche Phoebe, nella serie originale, ricopriva il ruolo di giornalista d’assalto (prima di aprire la rubrica della posta del cuore sul giornale per cui scriveva), quindi qualche somiglianza volendo è possibile trovarla. Ma tutta la storia continua ad essere una forzatura notevole: il reboot cerca di amalgamare all’interno della storia elementi narrativi della vecchia serie (Angelo Bianco, il Trio, i tre identici poteri, la casa, il forte legame tra le tre) al tessuto sociale moderno, plasmando quindi i tre personaggi secondo dettami che dovrebbero spingere gli spettatori a far percepire la modernità del prodotto. Purtroppo, questo processo di inglobamento è trasposto in scena veramente male e, soprattutto come si menzionava poco sopra, tutto appare molto forzato.
Insomma, la serie cerca di giocare a fare la giovane, ma non coglie le giuste occasioni per portare allo spettatore ciò che più importa in una serie tv: la storia. Nella recensione è stato riportato quasi come se fosse un dettaglio, ma a livello di storia è da tener presente: il reboot inizia con la stessa logica narrativa che aveva intrapreso Charmed dopo che Prue era morta e Paige doveva essere inserita all’interno della famiglia per ricreare il trio.
Mel e Maggie, nel giro di quaranta minuti circa di puntata, in ordine: perdono la madre che sciaguratamente pare essere caduta dalla finestra della soffitta; scoprono di avere una sorella (Macy) che le trova completamente a caso senza che nessuno le abbia dato indicazioni, ma è una cosa che ha “percepito”; scoprono di essere delle streghe e di avere dei poteri paranormali scientificamente impossibili da spiegare, di essere circondati da migliaia e migliaia di demoni, di avere in soffitta un libro di magia, di avere un Angelo Bianco in loro aiuto (o almeno così pare del pilot). Il tutto condensato, appunto, in appena quaranta minuti.
Il fatto che Mel e Maggie non questionino minimamente (il dialogo in cui lo fanno dura circa venti secondi, quindi è inesistente) della scoperta di una terza sorella è talmente surreale da far equiparare i tre personaggi a dei cartonati senza logica o sentimento. Durante la quarta stagione di Charmed, la serie originale, Phoebe e specialmente Piper impiegarono diversi episodi prima di accettare in maniera definitiva la nuova sorella Paige. Certo, la situazione era leggermente differente perché in quel caso si trattava di un vero e proprio rimpiazzo (Prue era morta), ma l’inesistenza di una benché minima reazione o discussione rasenta il ridicolo.
La serie, quindi, cerca a tutti i costi di giocare a fare la giovane e ripresenta al proprio pubblico lo stesso identico spunto narrativo della serie originale. Con l’unica differenza, forse, che l’Angelo Bianco della serie non sia totalmente buono come ci si potrebbe aspettare. Ma si tratta di un dettaglio, una goccia persa in un mare fatto di caos e surrealismo.
The CW ha una storia molto recente rispetto alle altre emittenti: nata da una fusione tra The WB e una branca della CBS, la rete esordì a tutti gli effetti nel settembre del 2006. Quindi la domanda che probabilmente si saranno posti i produttori esecutivi del network sarà stata relativamente a quale prodotto dell’ormai defunta The WB andare a ripescare dal cilindro magico. E di serie rinomate ne sono state prodotte parecchie: Buffy, Supernatural, Gilmore Girls, Dawson’s Creek, Everwood, Angel, Sabrina, Smalville ecc ecc.
Ma bisognava trovare un prodotto che potesse adattarsi anche alla situazione politica sociale di oggi, dato che i tempi sono cambiati (e molto) rispetto al 2006. Ecco quindi che, come un fulmine a ciel sereno, arriva la notizia: Charmed (arrivato in Italia con il titolo Streghe) avrà il proprio reboot.
Com’è quindi questo ritorno dal passato del famigerato trio?
Volendo andare con ordine e quindi iniziare dall’elemento più importante (il casting e la personalizzazione dei personaggi) è d’uopo fare una breve postilla prima di iniziare: quello che si troverà scritto non è una demonizzazione per quanto riguarda la scelta delle attrici in sé; ciò che si vorrebbe appuntare è la ridicola volontà del prodotto televisivo in questione di apparire puro e candido, politicamente corretto e pari in ogni singolo frangente che si possa immaginare.
Il trio (questa volta niente nomi con la P, si è preferita la M) è composto da: Mel (Melonie Diaz), Maggie (Sarah Jeffery) e Macy (Madeleine Mantock). Già osservando i lineamenti del viso si può percepire una certa distanza narrativa con il passato: insomma, volenti o nolenti, Shannon Doherty, Holly Marie Combs e Alyssa Milano riuscivano a risultare molto più credibili nel ruolo di sorelle, mentre le attrici di questo reboot, date le origini e le discendenze differenti (afroamericane, portoricane, afro-caraibiche), potrebbero risultare tutto tranne che consanguinee. E visto e considerato che il tema centrale della serie si basa totalmente sul potere del trio, un elemento del genere non può essere considerato un dettaglio. A conti fatti, quindi, la scelta del casting risulta essere un semplice espediente per poter riequilibrare le quote all’interno della serie, niente di più.
Ma siamo nel 2018 quindi la serie deve dimostrare di essere al passo con i tempi e, soprattutto, deve far notare quanto sia giovane e progressista in ogni suo singolo campo. Ecco quindi che una delle tre sorelle (anche se una in realtà è sorellastra) è una femminista incallita alle prese con una lotta all’ultimo sangue contro il patriarcato ed al tempo stesso, sempre per dimostrare che la serie è giovane, è pure lesbica. Pare quindi che anche oggi l’obbiettivo di voler apparire candidi e mascherare l’odio razziale sotto il velo di perbenismo sia stato egregiamente raggiunto e superato.
Anche Phoebe, nella serie originale, ricopriva il ruolo di giornalista d’assalto (prima di aprire la rubrica della posta del cuore sul giornale per cui scriveva), quindi qualche somiglianza volendo è possibile trovarla. Ma tutta la storia continua ad essere una forzatura notevole: il reboot cerca di amalgamare all’interno della storia elementi narrativi della vecchia serie (Angelo Bianco, il Trio, i tre identici poteri, la casa, il forte legame tra le tre) al tessuto sociale moderno, plasmando quindi i tre personaggi secondo dettami che dovrebbero spingere gli spettatori a far percepire la modernità del prodotto. Purtroppo, questo processo di inglobamento è trasposto in scena veramente male e, soprattutto come si menzionava poco sopra, tutto appare molto forzato.
Insomma, la serie cerca di giocare a fare la giovane, ma non coglie le giuste occasioni per portare allo spettatore ciò che più importa in una serie tv: la storia. Nella recensione è stato riportato quasi come se fosse un dettaglio, ma a livello di storia è da tener presente: il reboot inizia con la stessa logica narrativa che aveva intrapreso Charmed dopo che Prue era morta e Paige doveva essere inserita all’interno della famiglia per ricreare il trio.
Mel e Maggie, nel giro di quaranta minuti circa di puntata, in ordine: perdono la madre che sciaguratamente pare essere caduta dalla finestra della soffitta; scoprono di avere una sorella (Macy) che le trova completamente a caso senza che nessuno le abbia dato indicazioni, ma è una cosa che ha “percepito”; scoprono di essere delle streghe e di avere dei poteri paranormali scientificamente impossibili da spiegare, di essere circondati da migliaia e migliaia di demoni, di avere in soffitta un libro di magia, di avere un Angelo Bianco in loro aiuto (o almeno così pare del pilot). Il tutto condensato, appunto, in appena quaranta minuti.
Il fatto che Mel e Maggie non questionino minimamente (il dialogo in cui lo fanno dura circa venti secondi, quindi è inesistente) della scoperta di una terza sorella è talmente surreale da far equiparare i tre personaggi a dei cartonati senza logica o sentimento. Durante la quarta stagione di Charmed, la serie originale, Phoebe e specialmente Piper impiegarono diversi episodi prima di accettare in maniera definitiva la nuova sorella Paige. Certo, la situazione era leggermente differente perché in quel caso si trattava di un vero e proprio rimpiazzo (Prue era morta), ma l’inesistenza di una benché minima reazione o discussione rasenta il ridicolo.
La serie, quindi, cerca a tutti i costi di giocare a fare la giovane e ripresenta al proprio pubblico lo stesso identico spunto narrativo della serie originale. Con l’unica differenza, forse, che l’Angelo Bianco della serie non sia totalmente buono come ci si potrebbe aspettare. Ma si tratta di un dettaglio, una goccia persa in un mare fatto di caos e surrealismo.
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Se ne sentiva davvero il bisogno del reboot di Charmed? Diamo noi la risposta: assolutamente no.
Pilot 1×01 | 1.57 milioni – 0.5 rating |
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.