Killing Eve 2×07 – Wide AwakeTEMPO DI LETTURA 3 min

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Uno degli elementi che ha reso possibile la perfetta riuscita di Killing Eve sin dalla scorsa stagione, è stato senza dubbio l’estrema bravura delle due attrici protagoniste. Jodie Comer e Sandra Oh hanno conquistato in un colpo solo critica e pubblico, riuscendo a rendere un prodotto con delle buone basi ad un livello maggiore grazie alle loro performance.
Lo scorso anno, a portarsi a casa la maggior parte dei riconoscimenti è stata Sandra Oh, vincitrice tra le altre cose anche di un Golden Globe per la sua interpretazione di Eve Polastri. Adesso, però, lo scettro inizia a passare di testimone, raggiungendo sempre più spesso anche l’altra protagonista indiscussa della serie targata BBC America. Jodie Comer, così, fresca vincitrice nella categoria miglior attrice protagonista per il suo ruolo in Killing Eve ai BAFTA – British Academy Television Awards 2019, continua a prendersi sempre più la scena e con lei anche il suo personaggio.
Dopo una seconda stagione che a livello narrativo si sta consolidando come un vero e proprio passo indietro rispetto il primo ciclo di episodi, ciò che sta emergendo maggiormente come elemento di spicco in questi ultimi appuntamenti, è proprio il personaggio di Jodie Comer.
Villanelle, quando riesce ad ottenere un’adeguata attenzione nel corso dei 40 minuti, si manifesta prepotentemente come quel fattore in più che spinge la serie a riacquistare parte di quell’energia recentemente andata persa. E “Wide Awake” è una rappresentazione perfetta in questo senso.
Per tutto l’episodio, infatti, la narrazione scorre lenta, con lo spettatore alla continua ricerca di quel qualcosa che dovrebbe far scattare il colpo di scena e far gridare alla svolta narrativa tanto cercata e mai arrivata nei passati sei episodi. Purtroppo, il caso che è stato posto al centro come storyline primaria non riesce ad attirare l’attenzione necessaria. Aaron Peel appare come un personaggio misterioso al punto giusto, tuttavia, la trama non risulta abbastanza intrigante o i personaggi coinvolti abbastanza efficaci per mantenere tutta l’attenzione di un’intera puntata.
Perso il mistero come elemento fondamentale che manovra l’intera serie, dunque, coadiuvato dalla totale mancanza di qualsivoglia accenno a tutti gli altri fattori che lo scorso anno sembravano fondamentali (coff coff I Dodici) ciò che resta, ancora una volta, sono esclusivamente le due protagoniste. Come si sottolineava precedentemente, dunque, una parte fondamentale che regala ancora quell’elemento da WTF all’interno degli episodi, viene circoscritta quasi interamente alla figura di Villanelle. Già per quanto riguarda la trama che gira intorno la figura di Aaron Peel, infatti, bisogna ringraziare lei, che con le sue espressioni e i suoi modi di fare riesce a non far distogliere l’attenzione dalla scena, lasciando lo spettatore sempre all’erta nel caso Villanelle combini qualcosa.
E quel qualcosa in questa puntata infatti lo ha regalato. Quando meno lo si aspettava, e nei confronti di una storyline differente rispetto a quella principale ma, con “l’agguato” nei confronti di Niko e compagna, con la conseguente uccisione di quest’ultima, Villanelle è riuscita nell’intento di dare un bel colpo finale ad un episodio che, fino a quel momento, era rimasto colpevolmente troppo immobile.
Alle mosse esageratamente sopra le righe della killer, poi, vengono contrapposte quelle più interne e personali di Eve. Ottima, infatti, si è rivelata la chiacchierata della donna con lo psichiatra criminale, utile a far emergere lo stato sempre più buio e confusionale che sta attraversando.
Killing Eve si fregia, dunque, di ottime protagoniste che sanno come reggere la scena, peccato però che in questa stagione si sia dimenticato di condire il tutto anche con una storia ben preparata e sperare tutto nell’ultima puntata adesso sembra un po’ esagerato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Villanelle: con una sola mossa riesce a ridare verve all’intero episodio
  • La vicinanza tra Eve e Villanelle 
  • Ancora un episodio “vuoto” sia a livello di storia che di phatos
  • L’inutilità di Carolyn e Konstantin inizia seriamente ad infastidire
  • Il caso di Aaron Peel: troppa poca efficacia per essere al centro di tutto

 

Il Save finale è tutto esclusivamente per Villanelle. L’unica che prova a mettere un po’ di brio a questa serie ormai.

 

I Hope You Like Missionary! 2×06 0.40 milioni – 0.07 rating
Wide Awake 2×07 0.41 milioni – 0.1 rating

 

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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