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Homeland 8×04 – Chalk One UpTEMPO DI LETTURA 3 min

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Davvero una bella puntata. Davvero.
È doveroso iniziare così perchè spesso, ed Homeland in questo è maestro, l’attesa per un evento così importante come quello verificatosi nel finale di puntata è stata fin troppo lunga. Difficilmente si sarebbe mai potuto immaginare la morte(?) del Presidente degli Stati Uniti d’America (e anche del Presidente dell’Afghanistan, ma quest’ultimo sfortunatamente non se lo fila nessuno…) in un quarto episodio a caso di una stagione, eppure sembra sia appena accaduto. Sicuramente una mossa molto ambiziosa che ha colto di sprovvista un po’ tutti gli spettatori, serenamente appollaiati nei propri divani ben consci che niente di eclatante sarebbe apparso all’improvviso davanti ai loro occhi. Errore. Con sommo piacere di tutti.
Prima di tutto però è doveroso riportare il breve ma intenso dialogo avvenuto nella base militare, un dialogo che ha quasi un meta-significato se si vuole visto che profuma quasi d’addio anche da parte degli sceneggiatori.

POTUS:Carrie Mathison.
Carrie:Mr. President.
POTUS:It’s an honor.
Carrie:Oh, for me, sir.
POTUS:Well, no, I definitely meant for me. You know, I was thinking on the flight over just how much I was looking forward to meeting you in person, considering what an important part you’ve played in my life. One could make a pretty good case I wouldn’t be president if it weren’t for you. I read the reports more than once. What you went through in Moscow, your captivity there. It’s a profile in the kind of courage not many people can even imagine. And since I can’t thank you publicly apparently there are sources and methods that need to be protected, I wanted to do so now privately, face-to-face.”
Carrie: “I don’t know what to say.
POTUS:Yeah, you don’t have to say anything. I’m just glad you’re here to witness this thing that you helped set in motion, this ending of a war, the longest in our history.

“Chalk One Up” è un episodio “bizzarro” per il ritmo molto sostenuto che tiene per quasi tutta la durata della puntata, ma è anche probabilmente da considerare come la prima di due parti, visto e considerato il titolo della prossima 8×05: “Chalk Two Down”.
La definizione di “bizzarro” è dovuta più che altro alla velocità ed ai cambi di scena abbastanza repentini che non fanno parte del DNA di Homeland e che, di solito, sono riscontrabili più che altro verso i finali di stagione. Chiaramente la scelta di uccidere POTUS (per i non amici: President Of The United States) è più che un semplice MacGuffin: è IL MacGuffin.
La preparazione della visita a sorpresa è imponente, così come le aspettative dirette e indirette che ne derivano, quindi lo spettatore già comincia a sospettare che qualcosa possa andare storto. E questo purtroppo è l’unico vero lato negativo di “Chalk One Up” perchè, per quanto la puntata sia pregna di carisma e ponga tutto in un’ottica di cambiamento imminente, la sensazione che qualcosa debba andare obbligatoriamente storto c’è e si manifesta in maniera decisiva quando Max decide di non salire sullo stesso elicottero. Questo è esattamente il momento in cui il sesto senso del pubblico trova conferma in una decisione parzialmente senza senso. Sia chiaro che non si vuole togliere nulla alla sceneggiatura del duo Chip Johannessen e Patrick Harbinson (tra l’altro anche produttori esecutivi dello show), però l’assenza di quest’ulteriore elemento stonato avrebbe aiutato.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La carica emotiva costruita durante tutto l’arco dell’episodio
  • Saul Berenson continua ad essere un personaggione di tutto rispetto
  • La morte di POTUS segna un grossissimo cambiamento per la stagione
  • La sensazione che qualcosa di drammatico ed eclatante debba accadere toglie parzialmente il merito all’enorme plot twist dell’episodio

 

Un episodio decisamente altisonante nello spettro di Homeland ma che ha senso considerato che dà il via ufficiale alla trama orizzontale di quest’ultima stagione. Ed è anche il caso di dire: col botto.

 

False Friends 8×03 0.71 milioni – 0.1 rating
Chalk One Up 8×04 0.73 milioni – 0.1 rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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