“Evidence doesn’t win the day. Jurors go with the narrative that makes sense. We’re here to tell a story. Our job is to tell that story better than the other side tells theirs.”
American Crime Story affonda a piene mani in questa torbida realtà e agita le acque come meglio riesce per rendere evidente al pubblico che non ha vissuto quegli anni come fosse vista la comunità nera in America. La scena iniziale del 1982 di Cochran è molto forte e lascia intendere una miriade di pregiudizi e soprusi perpetrati dalla polizia e in generale dalla comunità. È però questa stessa scena a dare ai due monologhi sottostanti un’altra lettura, ben più introversa di quanto non fosse già.
The-the “N” word is a dirty, filthy word, Your Honor. It is so prejudicial and inflammatory that the use of it in any situation will evoke an emotional response from any African-American. We’re talking about a word that blinds people. When you mention that word to this jury, it will blind them to the truth. They won’t be able to discern what’s true and what’s not. It will impair their judgment. It will affect their ability to be fair. It’ll force the black jurors to make a choice: whose side are you on, the Man or the brothers? So, the People strongly urge the court, respectfully, not to allow that vile word to be uttered at any time during this trial.”
Johnnie Cochran: “Mr. Darden’s remarks this afternoon are perhaps the most incredible remarks I’ve heard in a court of law in my 32 years of practice. His remarks are deeply demeaning to African-Americans. And so, first and foremost, Your Honor, I would like to apologize to African-Americans across this country. It is preposterous to say that African-Americans collectively are so emotionally unstable that they cannot hear offensive words without losing their moral sense of right and wrong. They live with offensive words, offensive looks, offensive treatment every day. And so, Your Honor, I am ashamed that Mr. Darden would allow himself to become an apologist for Mark Fuhrman. Who are any of us to testify as an expert as to what words black people can or cannot handle?! Your Honor, across America, believe you me, African-Americans are offended at this very moment. And so, for a friend that I deeply respect, I would say this was outlandish, unfortunate and unwarranted. Thank you, Your Honor.”
Johnnie Cochran: “Nigga, please.“
Premettendo che Darden aveva sempre visto in Cochran un professionista da rispettare e a cui ispirarsi, la sua arringa iniziale per non convogliare tutte le discussioni sul razzismo di Fuhrman aveva un senso, ancor più alla luce del colore della pelle di Darden stesso. Eticamente, un individuo con scrupoli e con rispetto, non avrebbe risposto come fatto da Cochran ma, come ricorda lui stesso fuori dall’aula del tribunale “Brother, I ain’t trying to be respectful. I’m trying to win.“. In una sorta di paradosso, Cochran, che si è sempre erto a paladino dei “fratelli neri”, sfrutta in maniera viscida ed arrivista la piaga del razzismo per plagiare corte e giurati al suo volere. La “n word” di cui Darden chiede l’estromissione è la stessa che gli viene rivolta per disprezzo da Cochran alla fine della sua arringa, è una “n word” che però non viene usata in tono offensivo ma schernente: “Nigga, please” è un colpo ad ogni principio morale di Christopher Darden e di noi spettatori. Chiaramente il pubblico ha modo di empatizzare più con Darden che con Cochran ma, a prescindere dallo schieramento, è l’interpretazione sentita e reale che va premiata perché entrambi gli attori (Sterling K. Brown e Courtney B. Vance) sono totalmente nella parte. Altro che David Schwimmer e John Travolta…
La deriva sul tema razziale del processo è iconica di un periodo storico complesso che in Italia non è stato vissuto allo stesso modo e che, pertanto, viene visto vividamente per la prima volta in questo modo. Il 1994 non sembra molto distante temporalmente, sono “solo” 22 anni fa, però in 22 anni sono cambiate molte cose e, nonostante il razzismo non sia ancora stato estirpato, sicuramente in California non viene più vissuto con la spregiudicatezza dei modi mostrati da American Crime Story. Eppure, proprio per questo motivo, il fatto che siano passati 22 anni crea un distacco enorme tra la realtà socio-culturale descritta e quella attuale, un divario che sembra quasi appartenente ad un’altra realtà per tutte le nuove generazioni che vedono per la prima volta queste scene.
Il caso O. J. Simpson è solo un metodo per Ryan Murphy, Brad Falchuk, Nina Jacobson, Scott Alexander e Larry Karaszewski di enfatizzare un problema sociale che si è andato riducendo negli anni ma che è ancora attuale, seppur in tempi e modi differenti. Nel momento in cui Cochran riferisce ai giornalisti che l’inserimento di Darden è dovuto solo alla sua pelle, il dubbio che questa frase potesse essere vera anche solo in minima parte si è fatto largo nella testa di tutti. In fin dei conti gli sguardi di Marcia Clark dicono un’altra cosa rispetto alle sue parole e, volente o nolente, la malizia emerge prepotentemente.
“How many black people did you interact with on a daily basis?
How many blacks did you actually consider a friend?”
“The Race Card” d’altronde è un titolo di per sè emblematico e che non ricusa un argomento forte, al contrario lo abbraccia e lo sfrutta in ogni elemento, siano i discorsi pubblici di Cochran e Darden, sia il nuovo arredamento della Simpson’s Maison, sia il rapporto tra Darden e i suoi colleghi. Tutto è ovviamente più romanzato di quanto non fosse stato realmente ma è normale che lo sia perchè American Crime Story è una serie tv, ha bisogno di piazzare elementi forti in determinati momenti della puntata e, proprio per tale necessità, a volte enfatizza più del dovuto alcuni eventi. Questa è ovviamente una velata scoccata nei confronti dell’infarto avuto da William Hodgman durante le arringhe iniziali, un infarto che in realtà non si può considerare effettivamente avvenuto. Il 26 Gennaio 1995 The Los Angeles Time titolava così: “Deputy Dist. Atty. William Hodgman, 41, complained of chest pains during a trial strategy meeting at the Downtown Criminal Courts Building and was taken by paramedics to California Medical Center, Garcetti said at a news conference.”
Nell’articolo non viene fatta alcuna menzione ad uno svenimento o ad un infarto ma a dolori al petto. Si deve quindi perdonare la trasposizione seriale di questo evento, fatta un po’ per eccesso di zelo e un po’ per necessità di sceneggiatura. Va bene quindi il modo in cui si stanno riproponendo gli eventi, bisogna però ricordarsi che non tutto è avvenuto realmente in quella esatta maniera. Così, a titolo informativo.
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.