“I’m worried. You’re better than me at this, and you’re hurting worse than I have ever seen you. Don’t compound that by lying to your wife. The fact that I lied to Felicity does not give me less credibility.
If anything, it should tell you that I know what I’m talking about.”
Al solito: ci sono poche cose buone e cose estremamente male brutte. La via di mezzo per questa 4° stagione di Arrow sembra non esserci proprio e quindi sia “Genesis” sia “Monument Point”, a loro modo, rispecchiano esattamente il trend dell’intera stagione riproponendo sulla falsa riga tutti gli elementi che stanno facendo deteriorare la serie.
Chiariamo fin da subito che i due episodi vivono di memoria a breve termine, già non si parla più della morte di Laurel avvenuta solo due episodi fa e la scomparsa di Thea dalla situazione di crisi non fa preoccupare quasi nessuno anche se, a discolpa di quest’ultimo punto, i prossimi 40 minuti di “Lost In The Flood” saranno dedicati totalmente a questo argomento. Generalmente si respira molta superficialità, addirittura il livello di realizzazione dei combattimenti si è ridicolizzato molto (sempre più evidenti i soldati HIVE che rimangono immobili e non sparano in attesa di essere colpiti da uno del Team Arrow), le cose si risolvono sempre più facilmente a parole e con poca veridicità non mostrando mai veramente la fatica insita nella situazione. Basti osservare come Felicity e suo padre riescano in pochi minuti ad hackerare un sistema in teoria impenetrabile e a disattivare manualmente ogni missile nucleare eccetto uno e come, allo stesso modo, risulti estremamente facile cambiare la localizzazione di Monument Point trasformandola in Havenrock: a questo punto perchè non spostare ulteriormente Monument Point nel mezzo dell’Oceano eliminando il problema alla radice? Anche perchè sganciare un missile nucleare 20 miglia (32 km) più in là non risolve assolutamente il problema visto che si parla comunque di un fungo atomico e di radiazioni che arriveranno comunque ben oltre le 20 miglia. Come si diceva: superficialità.
In “Genesis” il vero elemento positivo della puntata è lo scontro definitivo tra Diggle e suo fratello, scontro che porta finalmente alla morte di quest’ultimo, ormai diventato un vero e proprio fardello da gestire e anche solo da ascoltare. La sofferenza e il dolore di Diggle sono percepibili e sono anche gli elementi che garantiscono all’episodio un certo spessore narrativo, altrimenti totalmente assente dall’intero contesto. Non c’è infatti nessun altro evento nell’episodio che si possa fregiare di tale importanza. Anzi.
Arrow si è creato una sua autenticità basandosi sulla veridicità delle situazioni (pur scazzando qualche volta), addirittura nel Mirakuru si poteva parzialmente credere. Qualcosa si è definitivamente rotto quando è stata introdotta la magia, una magia che non è stata centellinata ma che, al contrario, imperversa in maniera ridondante e sfiancante in ogni lato della serie. Lì, nella morte di Oliver e nella successiva presentazione di Damien Darhk, si è scelto di compiere un passaggio verso il lato soprannaturale della serie, un lato che però sembra non appartenere al DNA di Arrow. I problemi sono sorti esattamente durante questo passaggio e, se la matematica non è un’opinione, una certa correlazione è innegabile.
Ora, tralasciando l’argomento magia, è sulla capacità degli sceneggiatori di trattare la magia in sè che ci si deve focalizzare perchè, se è vero che la veridicità è venuta naturalmente a mancare con questa introduzione, era è dovere degli autori rendere la magia ed i suoi effetti adattabili alla serie, non viceversa. “Genesis” e “Monument Point” sono due esempi molto validi che dimostrano come invece Arrow sia stato plasmato per adattarsi alla magia, in una sorta di processo inverso e innaturale quindi, che ha portato ad una serie di errori grossolani nella gestione e trattazione di tematiche e situazioni. C’è una forte pochezza narrativa costante che si palesa dai flashback sull’isola utili solo a giustificare la provenienza dell’idolo di Darhk, alle continue debacle sul campo, passando per situazioni ingiustificabili come la cupola costruita sotto Starling City di cui nessuno sà nulla ma in cui Lonnie Machin riesce serenamente ad introdursi. Lo sconcerto per certe mancanze narrative è ormai diventato un’abitudine a cui però non ci si deve abituare in quanto ingiustificabile a priori.
Un minor numero di eventi ed una maggior profondità della narrazione garantirebbe ad Arrow uno spessore ed una qualità che sono ormai irrintracciabili. Si può solo chiudere gli occhi e far finta di niente perchè è molto più credibile un viaggio nel tempo di Flash che un hackeraggio di Felicity. Si, siamo arrivati a questo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Canary Cry 4×19 | 2.27 milioni – 0.9 rating |
Genesis 4×20 | 2.07 milioni – 0.7 rating |
Monument Point 4×21 | 2.16 milioni – 0.8 rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.