“It’s Nick.“
New Girl chiude questa atipica stagione, iniziata tardi, inframezzata dall’assenza della sua protagonista di punta e quasi “liquidata” con grande fretta, con la bizzarra messa in onda due episodi settimanali. Eppure, nonostante la sfiducia del network, degli stessi spettatori, scoraggiati dalle due ultime altalenanti stagioni, e le difficoltà della stessa produzione, costretta a fronteggiare con la gravidanza della sua “star”, chiude con incredibile onore e merito quest’ultima fatica, ritrovando non solo la freschezza di un tempo, ma al tempo stesso instillando nel suo pubblico la giusta dose di curiosità per il prossimo capitolo Aspetto quest’ultimo che, pensando a come ci si era approcciati inizialmente, convinti com’eravamo di trovarci di fronte al “canto del cigno” dello show di Elizabeth Meriwether, vale già di per sé come vittoria assoluta di tutto il team creatore.
Autori che meritano l’importante riconoscimento di non essersi fatti demoralizzare per niente da tutte queste problematiche ma, piuttosto, son riusciti a sfruttarle per ricominciare da “zero” e superare gli errori passati con impareggiabile dimestichezza. Due son state le formule predominanti che hanno sancito la positiva riuscita di questa stagione, come abbiamo più volte constatato nel corso delle puntate, le quali puntualmente si ripresentano nel regalarci questo splendido ed emozionante finale: innanzitutto il ritorno alle “origini”, con il ridare slancio a quelle qualità che tanto avevano reso singolare e unica la serie nelle prime due stagioni, riscontrabile ora nel giocare con la propria mitologia, ora (e soprattutto) nello scommettere sui personaggi maschili protagonisti e nelle doti recitative degli attori che l’interpretano (nella scorsa recensione si faceva già notare quanto le mimiche facciali e le modalità delle stesse battute portassero a presupporre una continua improvvisazione del cast; impressioni che assumono un certo credito se si pensa a tutte le smorfie sfoggiate da Schmidt/Max Greenfield in questo finale); il giocare, poi, coi cliché del genere comedy, quindi non innovando all’apparenza nulla, ma al tempo stesso, proprio mediante l’interpretazione degli attori e la “stranezza” unica dei loro personaggi, mettendo in scena situazioni che diventano anti-convenzionali nei dialoghi e nelle azioni della stramba compagnia protagonista (e qui basterebbe citare ogni cosa che vediamo fare a Winston, per esempio come arriva il “ti amo” con Aly, e ovviamente come viene recitato da un’altra ottima new entry come quella di Nasim Pedrad, in termini di integrazione e chimica col cast “storico”).
Partiamo quindi dal primo punto. La gravidanza della Deschanel ha portato all’assenza della centralità del personaggio di Jess, con il consequenziale sfruttamento, vincente, delle doti artistiche dei vari Nick, Schmidt e Winston e insieme a loro, delle particolari dinamiche interne al loft. Per esempio, non abbiamo probabilmente mai visto rappresentato così profondamente il legame indissolubile tra Schmidt e Nick come in questa stagione, sia nelle parti comiche (le promesse perse in “Wedding Eve”, il discorso del testimone in “Landing Gear”) sia in quelle più emotive (sempre le promesse, alla fine, nel primo episodio). Quasi di conseguenza, ma per nulla scontata, il recupero continuo della mitologia della serie, con queste ultime due puntate che non sono state da meno, colme di capisaldi delle gag più riuscite di sempre, dai tipici scherzi di Winston al gioco del “True American”, irresistibile e memorabile praticamente in ogni sua apparizione, fino al barattolo rotto nel finale, al momento del matrimonio.
Ancor meno banale, inoltre, è il modo in cui certe gag vengono trattate e ripresentate, ossia con una circolarità raffinata e perciò oggetto di indiscutibile lode. Lo stesso barattolo, infatti, aveva caratterizzato il primo incontro tra Schmidt e Cece e praticamente chiude l’evoluzione della loro storyline; il “True American” era stato occasione per il primo e indimenticabile bacio tra Nick e Jess, e stavolta, non solo sancisce la fine della storia con Sam, altra forte componente “mitologica” proprio nella nascita della relazione tra i due protagonisti (tra l’altro preventivata già nella scorsa puntata, ma ritardata abbastanza furbamente per dedicarci attorno un intero episodio), ma quel significativo e perfettamente costruito “It’s Nick” apre gli occhi a Jess e all’eventuale ritorno di fiamma della coppia. Gli stessi scherzi di Winston erano protagonisti del matrimonio di Cece precedente a questo, il quale vedeva, manco a farlo apposta, proprio Jess e Nick mettersi finalmente insieme. Perché in fondo, volente o nolente, Jess e Nick sono parte integrante della mitologia di New Girl e non c’è modo migliore per chiudere la serie l’anno prossimo, probabilmente incentrando l’intera stagione su di loro, sempre se davvero ciò avverrà.
“I mean, who really has a plan for their life?“
“Who does that? Me. I d… did it.“
“I do it. I’m sure there are plenty of guys out there who keep a very traditional banking account. Yeah.“
“There are. And I just dated one of’em. And I… I don’t think any of that stuff matters.”
Giungiamo quindi al secondo punto, ovvero la dimensione di comedy “alternativa”, nel profondo, sguazzando però allegramente all’interno dei cliché del genere. Lo stesso tema narrativo del “matrimonio”, collante di questa stagione, ne è un esempio massimo. Pensiamo a quante storiche serie tv, prendendo solo quelle più cult e di successo nell’immaginario comune, restringendo ulteriormente il campo a quelle con impostazioni simili (togliendo quindi dalla lista sit-com più statiche come The Big Bang Theory), presentano le stesse dinamiche di narrazione, sia nei singoli episodi, sia nella trama generale, quando si tratta di far sposare due protagonisti. Friends con Chandler e Monica, Scrubs con Turk e Carla, How I Met Your Mother con Marshall e Lily: in tutti questi casi il matrimonio tra loro ha investito una stagione, se non di più, riproponendo, ciascuna a modo suo, situazioni ormai classiche, partendo dalla stessa proposta per arrivare all’evento in sé (e quello di HIMYM poi, come ben sapranno i fan, in questo senso è un caso ancor più limite, con la storia di un’altra coppia importante dello show, che ha occupato praticamente quattro stagioni, tra cui quella finale nella sua letterale interezza).
E così neanche New Girl si è fatta mancare episodi di preparazione del ricevimento, tra la scelta dei tavoli a quella della sala, quelli degli addii al celibato/nubilato, persino quelli della conoscenza o approfondimento dei genitori prima sconosciuti al pubblico, con ostacoli all’unione dei due annessi, come in questo finale. Un matrimonio che quindi, puntando sulla commozione mista a divertimento, regala sì situazioni già viste, come Schmidt che manca la cerimonia (Scrubs), presenziando comunque tramite il tablet (HIMYM, Community), ma d’altra parte risulta particolarmente spassoso grazie alle reazioni dei protagonisti (anche qui, un Max Greenfield d’eccezione) ed emozionante nell’atmosfera familiare creatasi (a cui contribuisce persino un poco sfruttato Coach, anche con un paio di battute), specialmente con l’ennesima “chiusura del cerchio” data dall’azzeccata e ristretta ambientazione del loft.
Ciò che poi accomuna tutte le coppie “celebri” precedentemente citate, poi, è in qualche modo il loro essere “secondarie” alla coppia tira e molla, vera protagonista del rispettivo show. Ross e Rachel, J.D. e Elliot, Ted e Robin: rimessi insieme quasi sempre all’ultimo, in modo spesso anche “forzato” ora dalle leggi televisive, ora dalle pressioni del fandom, ora semplicemente dal gusto per l'”happy ending” che ci si aspetta dai toni leggeri di una comedy. E così, anche in questo caso, Nick e Jess non sono da meno e il matrimonio diventa anche luogo per rimettere al centro la “romance” tra i due, dopo tanti segnali disseminati per le puntate. La bravura degli autori, però, sta tutta nell’aver sfruttato anche questa volta l’assenza temporanea della Deschanel, che come sappiamo ha portato Megan Fox a sostituirla. Il colpo di coda e il vero colpo di stile finale della stagione diventa allora l’elevare un semplice “rimpiazzo” di qualche episodio a figura rilevante per la storyline cardine dello show. Il personaggio di Reagan non funge allora solo da cotta fugace per Nick, ma, proprio in dirittura d’arrivo, diventa l’ostacolo più forte per il ricongiungimento dei due protagonisti.
Se non ci fosse stata Reagan, non avremmo il bellissimo discorso sopra riportato, che segna al tempo stesso un’evoluzione forte e davvero “conclusiva” di Jess, la quale da Nick in poi è stata caratterizzata dalla ricerca continua dell’ordinarietà, passando tra una storia e l’altra senza successo, per poi capire che non “ha importanza” e che sì, quel tizio immaturo e sconclusionato è “quello giusto” (e il fatto che, paradossalmente, tutto ciò avvenga proprio nella stagione in cui la vede meno assente, segna un’altra tacca di merito agli sceneggiatori); come non avremmo avuto quel liberatorio e da applausi a scena aperta:”Stop it, Nick! I’m tired of you being the only person who doesn’t see how incredible you are“, che porta al “cliffhanger” finale che apre a una prossima stagione che probabilmente vedrà Jess tentare di riconquistarlo. Situazione che registra, volendo, anche un certo auto-citazionismo sottile degli autori, visto che l’ultimo matrimonio di Cece, come detto, vedeva i due partire insieme, mentre ora è il solo Nick che fugge via con la sua nuova fiamma. Ma Jess e Nick non erano proprio il motivo del declino della serie? Non eran stati loro a rovinarla per sempre? Vero, eppure il modo attento e quasi impercettibile con cui questa storyline è stata ripresa, proprio come fatto con Schmidt e Cece l’anno scorso, e soprattutto la “poetica” circolarità di questo finale, fa propendere per una decisa e promettente programmazione del team di sceneggiatori che, magari, stavolta avranno imparato dai passati errori. Le emozioni regalataci, a parte tutto, da tutto l’iter della “presa di coscienza di Jess” basta anche da solo a far ben sperare per una prossima stagione (finale?) davvero imperdibile.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Return To Sender 5×20 | 1.91 milioni – 0.9 rating |
Wedding Eve 5×21 | 2.34 milioni – 1.1 rating |
Landing Gear 5×22 | 2.17 milioni – 1.0 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.