Con “Where The Waters Meet” si entra di fatto nella parte finale di questa prima metà della settima stagione. Questo significa che, almeno secondo le dichiarazioni del produttore esecutivo Maril Davis, si sta raggiungendo la parte finale del settimo libro (numerazione originale).
Gli sceneggiatori stanno infatti attuando un’operazione mai vista prima in Outlander: coprire con una sola stagione due interi libri (il settimo e l’ottavo, per l’appunto) insieme alla parte finale del sesto per chiudere la storyline dedicata a Malva (a causa del Covid la sesta stagione era stata ridotta da dodici a soli otto episodi).
Di conseguenza, teoricamente la prima parte della settima stagione dovrebbe chiudere il settimo libro, per poi proseguire con l’ottavo nel corso della seconda parte.
THE BIRTH OF A NATION
A differenza degli ultimi episodi in cui gli sceneggiatori hanno spinto sull’acceleratore, questa volta la storia avanza in modo quasi impercettibile, dedicando buona parte del minutaggio all’incontro/scontro tra Claire e William. La guerra è alle porte e questo importante evento americano lentamente (allungandosi nel corso di ben due stagioni) è stato anticipato fino ad irrompere nella vita di Jamie e Claire: dopotutto, si tratta pur sempre della nascita degli Stati Uniti d’America.
La guerra è sempre stata una costante nella vita dei protagonisti che li ha sempre guidati, in un modo o nell’altro, verso il loro destino. Questa volta, la guerra ha interrotto il viaggio verso la Scozia, anche se è servita per far si che Claire e William potessero incontrarsi.
WHERE CLAIRE AND WILLIAM MEET
La relazione di Claire e William è particolare. Lui è parte di Jamie anche se, allo stesso tempo, è un ricordo vivente degli anni vissuti separati.
In questo episodio, William si mostra talmente simile a Jamie che Claire non può che apprezzarlo. È onore, umanità e cuore: tutto ciò che lei ha imparato ad amare in Jamie. Charles Vandervaart, l’attore che lo interpreta, riesce nel difficile compito di recitare in modo così simile a San Heughan che anche il pubblico stenta a credere che non siano davvero imparentati.
Nonostante William abbia scelto di lasciare libera Claire e Ian, arrivato in suo soccorso, si lascia intendere che nei prossimi episodi potrebbero scontrarsi, trovandosi letteralmente in fazioni opposte.
ROGER
Nel XX secolo, l’attenzione è tutta riposta su Roger, che finalmente sembra trovare la sua strada verso il futuro.
In questo episodio Roger serve come importante mezzo per mostrare l’importanza della tradizione linguistica come memoria storica. Se ne fa portavoce non solo nello show, ma parla a generazioni che ancora oggi rischiano di perdere un importante tratto distintivo di un intero popolo.
Nonostante questa tematica sia così importante, purtroppo mette in pausa gli sviluppi della storyline della famiglia Fraser nel futuro, che avanza ancora di poco dall’ultimo viaggio nel tempo.
Il finale dell’episodio è quello che lascia senza parole e che di colpo mette tutto in discussione: l’arrivo di Buck MacKenzie, antenato di Roger che lo aveva fatto impiccare, è destinato a cambiare le carte in tavola.
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Outlander rallenta un po’ il ritmo ma regala un buon episodio con elementi importanti sia nella storyline passata che in quella futura. L’incontro tra William e Claire era stato atteso a lungo ma ne è valsa la pena. Mancano solo due episodi al termine della prima parte e ci si augura che gli autori riescano a condensare un intero libro senza tagliare dettagli o collegamenti importanti. Considerato il punto raggiunto, non ci si può che aspettare imminenti e importanti battaglie, che vedranno la famiglia Fraser allargata contrapposta su due diversi fronti.
