Arrow 6×18 – FundamentalsTEMPO DI LETTURA 3 min

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Quentin:I mean, look at you. You’re the mayor, you’re a family man. You’re out busting your hump every night for this city. I’ve seen how much you’ve changed, Oliver.
Oliver:So why is all this happening?

Se ne è già parlato ma rimane comunque un tema attuale vista la costante destrutturazione della serie: Arrow necessita di una rivoluzione. Una rivoluzione pesante che deve partire dalle radici dello show, unico modo per poter effettivamente ripartire e dare nuova linfa vitale ad una serie che sembra essere finita nell’ennesimo vicolo cieco.
Come già si diceva in “The Thanatos Guild“, con “Lian Yu” si chiudeva un ciclo e se ne doveva aprire un altro vista sia la conclusione dei flashback (sempre utili a porre la narrazione su due piani diversi), sia i nuovi status quo del protagonista (Oliver padre). Finora però questa 6° stagione ha dimostrato tutta una serie di debolezze (partendo dai villain e finendo alla costruzione delle singole puntate) che hanno talmente minato la qualità della serie da farla raggiungere rispettivamente: un nuovo series low (“Brothers In Arms” è la prima puntata a scendere sotto il milione di spettatori) ed un generale calo motivazionale. Eppure, come forse avrete potuto spoilerarvi andando a fine recensione, “Fundamentals” è stato premiato con un Thank Them All nonostante i classici siparietti tra personaggi. Perchè?

Oliver:Why does everyone keep leaving me?
Quentin:That’s the thing about change, right? You hope you’re doing the right thing by becoming a better person, but you’re also becoming a different person. Some people, they just… I guess like John, they just react badly.
Oliver:That’s one possibility.
Quentin:What’s the other?
Oliver:That I haven’t really changed at all.

Guardando al percorso tracciato dalla stagione in corso e riesumando quanto accaduto in “Brothers In Arms“, “Fundamentals” è stata usata per fare il punto della situazione, smantellare ulteriormente le ultime certezze che si avevano, mettere ulteriormente in ginocchio Oliver Queen ed infine farlo riemergere come una fenice dalle proprie ceneri. Nonostante si possa prevedere un futuro riavvicinamento di tutti i vari sub-team Arrow presumibilmente nel season finale, ad ora si vuole (giustamente) radere al suolo ogni aspettativa e ricominciare da capo. Esattamente come doveva essere fatto 18 episodi fa.
Ecco quindi che, al termine di un confronto che riecheggia di Dickensianesimo, Oliver perde il ruolo di sindaco, viene accusato di impeachment, sceglie di non avere l’aiuto di Felicity e, di fatto, ritorna alle origini. C’è un passaggio, nel corso della puntata, in cui Oliver si ritrova faccia a faccia con Arrow (ed è bene sottolineare l’assenza del “Green”), ovvero la sua prima versione da vigilante molto più “back to basic” e solitaria, ed è in quel momento che l’epifania arriva: bisogna resettare tutto e tutti per andare avanti.
Bisogna fare anche una considerazione piuttosto banale ma mai effettivamente messa nero su bianco fino ad ora: Ricardo Diaz non è un granchè come villain (“Known by whom? I’ve never heard of a Ricardo Diaz.“) ma funziona grazie alle problematiche che si sono create intorno e nel Team Arrow. E questa è una delle principali cause del malfunzionamento di questa stagione perchè non c’è un villain forte per le sue qualità ma solo un nemico che è difficile da sconfiggere a causa di circostanze esterne. Manca quindi il carisma di un Adrian Chase (qui ritornato in splendida forma) o di un Ra’s Al Ghul, emerge invece una povertà di motivazioni e la necessità di fare tabula rasa. Ed è qui che “Fundamentals” funziona molto bene andando a fare il punto della situazione e costringendo il protagonista a compiere delle scelte che, ci si augura, risolleveranno la serie. Il colpo di spugna a questo punto è la miglior arma possibile per ripartire con freschezza.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Il ritorno di Adrian Chase ed il suo effetto sulla psiche di Oliver
  • Major no more
  • Quentin alla ribalta come sidekick e come nuovo sindaco
  • Reset della struttura
  • Effetto “Charles Dickens” che può disturbare
  • Solita mancanza di motivazioni in alcuni discorsi

 

Si ricomincia da qui. Si spera.

 

Brothers In Arms 6×17 0.87 milioni – 0.3 rating
Fundamentals 6×18 1.04 milioni – 0.4 rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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