“From now on, protecting Brandy is job one.”
È domenica pomeriggio, si è distesi sul divano, annoiati e consapevoli che domani si tornerà a lavorare senza sosta per un’intera settimana. Si è, usando un gergo giovanile, scazzati e non si ha voglia di pensare a quello che succederà il giorno seguente. “Che si fa? – ci si domanda – Che fare tutto il pomeriggio?”. Dopo tali quesiti ecco che arriva la risposta, ecco che su Infinity passa la pubblicità di Ash VS Evil Dead. La serie targata Starz arriva al galoppo e risolve lo spinoso dilemma. Guardare senza sosta per tutto il giorno le avventure di Ashley Williams & Co. è la soluzione, l’unico modo per non diventare dei vegetali apatici sul divano. Tutt’a un tratto, guardando la serie, si ricominciano a vedere i colori, ci si ricorda cosa significa ridere e si spegne quell’allarme immaginario che lampeggia nel nostro cervello ricordandoci che il weekend sta per finire.
Ecco spiegato, in poche righe, il valore della serie ideata dai Raimi bros e Spezialy, un valore più unico che raro. Grazie a questo show, in breve, si spegne il cervello e si passano in beata felicità trenta minuti settimanali. Non ci si deve scervellare per comprendere trame e sottotrame, i personaggi sono poco più che bidimensionali e, come detto nella scorsa recensione, le storie sono più o meno sempre le stesse. Questi per alcuni potrebbero essere dei difetti incolmabili, niente di più sbagliato. Essi infatti rappresentano i veri punti di forza della serie. Coloro i quali decidessero di approcciarsi ad Ash per la prima volta potrebbe storcere un po’ il naso, ma dopo poco si ricrederebbero e capirebbero che questi sono dei vantaggi, motivi che spingono a continuare la visione e non ad abbandonarla. Ash VS Evil Dead è come un pacchetto di patatine, cibo spazzatura delizioso che si mangia a cavallo tra due pasti impegnativi. Una serie che probabilmente non è la preferita di nessuno ma che in tanti amano guardare.
Anche nella 3×02 sono presenti le caratteristiche fondamentali della serie ed è già possibile scorgere quali saranno le tematiche e i problemi che Ash e amici dovranno affrontare nelle prossime otto puntate. Lucy Lawless, aka Ruby, torna ad essere la villain principale della serie, ma stavolta non è sola, è accompagnata da un dolce bambino assatanato e, a quanto pare, affamato di carne umana, figlio, non si sa bene come, dell’eroe dello show. Questo bambino indemoniato, la cui nascita ricorda per certi versi quella del bimbo alieno in Men In Black, racchiude in sé la dose di trash di cui una persona ha bisogno per arrivare a fine giornata. La spettacolarità e la demenza di quanto accaduto durante la sua nascita non possono che essere l’inizio migliore che un episodio di Ash possa offrire.
Stesso discorso può essere fatto per la visita del buon vecchio Ashy Slashy alla banca del seme; tutto quello che ne consegue è emozionante e disgustoso allo stesso tempo, un qualcosa che difficilmente se ne andrà dalla mente di chi ha avuto la (s)fortuna di vederlo. Purtroppo quello che è nel mezzo tra le due scene madri della puntata è alquanto fiacco, il nuovo arrivato non è ancora riuscito a convincere, così come la figlia del personaggio di Bruce Campbell. In certi momenti è evidente che alcuni discorsi vengano fatti a puro scopo riempitivo, solo ed esclusivamente per raggiungere i trenta minuti di episodio. Tuttavia questo è perdonabile sia perché non ci si aspetta molto altro dallo show, sia perché siamo solamente alla seconda puntata. In futuro ci sarà sicuramente tempo per migliorare e raggiungere una meritata benedizione. Probabilmente avverrà quando Ruby metterà definitivamente le mani su Brandy.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Family 3×01 | 0.23 milioni – 0.1 rating |
Booth Three 3×02 | 0.17 milioni – 0.07 rating |
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.