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“Nemo propheta in patria.”
È tutto ciò che può venire in mente guardando la 3×08, con la consapevolezza che Starz ha ufficialmente cancellato Ash VS Evil Dead e che non si rivedrà la creatura di Sam Raimi e Bruce Campbell l’anno prossimo. Ciò non vuol dire che il commento di “Rifting Apart” sarebbe stato privo di una certa amarezza dovuta all’incapacità del pubblico di apprezzare una serie che è stata capace di mettere a frutto ogni sua potenzialità, però con la conferma del network del “pensionamento” del serial la contrarietà aumenta, soprattutto osservando le numerose serie che vengono rinnovate senza un vero e apparente motivo se non quello del mero guadagno.
Arrivati in zona season finale (ora series finale) “Rifting Apart” si laurea come il classico episodio che non aggiunge nulla alla trama, ma approfondisce certi aspetti; una puntata di passaggio che prepara ulteriormente il terreno per i due episodi cruciali della stagione e dove il Team Ash dovrà capire come sbrogliare l’intera matassa. Solitamente, però, queste tipologie di episodi contengono al suo interno narrazioni contenute, stuzzicando lo spettatore con anticipazioni, strizzate d’occhio e tutto ciò che può fare intendere un determinato sviluppo delle cose, lasciando però la conferma alle puntate successive. Ecco, Ash VS Evil Dead – come del resto ha sempre fatto finora – ignora ogni regola del bon ton della serialità e crea un episodio che a modo suo fomenta comunque lo spettatore, ma non lo fa giocando per sottrazione, quanto più per addizione.
Pertanto, usando l’espediente del recupero delle anime di Kelly e Brandy, la 3×08 soddisfa l’esigenza di un episodio preparatorio senza però sacrificare divertimento e intrattenimento, sancendo il viaggionel sotto-sopra di Stranger Things nell’aldilà come un abile e funzionale divertissement, che dà al pubblico l’idea di una progressione narrativa senza confezionare le classiche battute d’arresto narrative basate sul nulla cosmico che ormai regnano sovrane in una certa serie con gli zombie. In questo modo, “Rifting Apart” fornisce al “pubblico pagante” venti minuti di puro gore demenziale, mostrando solo in parte il mondo “parallelo”. Questo nuovo ed interessantissimo ambiente, quindi, non verrà approfondito sennonché negli episodi restanti. E’ un grande peccato perché in questo modo gli spettatori non vedranno mai sviluppate al massimo tutte le potenzialità e gli spunti narrativi che l’upside down di AVED offre.
L’unica cosa che potrebbe far storcere il naso è forse la piccola mancanza di coerenza. In questa terza stagione, Ash VS Evil Dead ha lavorato tanto sulla creazione di una vera e propria trama, non creata semplicemente per dare teatro ai siparietti splatter-demenziali, ma anche per creare della vera e propria sostanza narrativa. Il problema è che, per ogni dettaglio rilasciato sul mondo di Ash e sul Male, della sua demonologia e geografia infernale, il serial sembra rallentare il ritmo per paura di scadere troppo nel classico schema narrativo delle serie tv; quindi, per ogni dettaglio “serio”, ne seguono almeno altri dieci demenziali. Non che questo sia un male, ma se l’obiettivo era avere più storia era forse il caso di bilanciare meglio il tutto.
È tutto ciò che può venire in mente guardando la 3×08, con la consapevolezza che Starz ha ufficialmente cancellato Ash VS Evil Dead e che non si rivedrà la creatura di Sam Raimi e Bruce Campbell l’anno prossimo. Ciò non vuol dire che il commento di “Rifting Apart” sarebbe stato privo di una certa amarezza dovuta all’incapacità del pubblico di apprezzare una serie che è stata capace di mettere a frutto ogni sua potenzialità, però con la conferma del network del “pensionamento” del serial la contrarietà aumenta, soprattutto osservando le numerose serie che vengono rinnovate senza un vero e apparente motivo se non quello del mero guadagno.
Arrivati in zona season finale (ora series finale) “Rifting Apart” si laurea come il classico episodio che non aggiunge nulla alla trama, ma approfondisce certi aspetti; una puntata di passaggio che prepara ulteriormente il terreno per i due episodi cruciali della stagione e dove il Team Ash dovrà capire come sbrogliare l’intera matassa. Solitamente, però, queste tipologie di episodi contengono al suo interno narrazioni contenute, stuzzicando lo spettatore con anticipazioni, strizzate d’occhio e tutto ciò che può fare intendere un determinato sviluppo delle cose, lasciando però la conferma alle puntate successive. Ecco, Ash VS Evil Dead – come del resto ha sempre fatto finora – ignora ogni regola del bon ton della serialità e crea un episodio che a modo suo fomenta comunque lo spettatore, ma non lo fa giocando per sottrazione, quanto più per addizione.
Pertanto, usando l’espediente del recupero delle anime di Kelly e Brandy, la 3×08 soddisfa l’esigenza di un episodio preparatorio senza però sacrificare divertimento e intrattenimento, sancendo il viaggio
L’unica cosa che potrebbe far storcere il naso è forse la piccola mancanza di coerenza. In questa terza stagione, Ash VS Evil Dead ha lavorato tanto sulla creazione di una vera e propria trama, non creata semplicemente per dare teatro ai siparietti splatter-demenziali, ma anche per creare della vera e propria sostanza narrativa. Il problema è che, per ogni dettaglio rilasciato sul mondo di Ash e sul Male, della sua demonologia e geografia infernale, il serial sembra rallentare il ritmo per paura di scadere troppo nel classico schema narrativo delle serie tv; quindi, per ogni dettaglio “serio”, ne seguono almeno altri dieci demenziali. Non che questo sia un male, ma se l’obiettivo era avere più storia era forse il caso di bilanciare meglio il tutto.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Rifting Apart” è una puntata in puro stile Ash VS Evil Dead, in grado di intrattenere senza guardare alla classiche “norme sociali” delle serie tv, uscendo dagli schemi e fornendo semplice divertimento. La cosa più amara e triste è che, se queste parole prima potevano suonare di incoraggiamento, ora sono intrise di forte scoraggio per una serie brillante che se ne va, sicuramente non capita e apprezzata di conseguenza dal grande pubblico. Ma del resto, lo disse anche Gesù: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». (Marco 6,4)
ThreeTwist And Shout 3×07 | 0.13 milioni – 0.7 rating |
Rifting Apart 3×08 | 0.17 milioni – 0.7 rating |
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