Homeland 7×10 – ClarityTEMPO DI LETTURA 4 min

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Dopo sette stagioni e 82 episodi all’attivo, l’andamento altalenante di Homeland, almeno per quanto concerne i ritmi narrativi, non rappresenta più una grande sorpresa per lo spettatore. Proprio per questo motivo, quando ci troviamo di fronte ad episodi come “Clarity”, deboli dal punto di vista dell’azione seppur significativi a livello di progressione diegetica, la nostra valutazione non può far altro che risentire della suddetta mancanza di coinvolgimento spettatoriale. A maggior ragione se teniamo presente l’annuale tendenza della serie nel mostrare partenze col botto per poi terminare il ciclo stagionale con episodi deboli e quasi sempre concepiti come prologo per l’annata successiva. Considerando poi il rinnovo ottenuto recentemente per un’ottava e ultima stagione, i nostri timori si fanno sempre più vividi. Nella speranza di sbagliare, fuorviati forse da un marcato pregiudizio scaturito da anni e anni di analisi della serie, procediamo ora ad un’analisi oggettiva – per quanto possibile – degli aspetti positivi che, in vista del giudizio finale, salvano questa puntata dal baratro più oscuro.
“Clarity” è un episodio noioso. Questo è un puro e semplice dato di fatto. Spesso e volentieri, però, noioso è necessario e, in questo caso, nonostante il bisogno compulsivo di controllare la timeline di VLC nell’attesa che il supplizio finisca, le vicende sviluppate, come gli esiti delle stesse, risultano quantomeno doverose. La prima peculiarità che salta all’occhio dello spettatore nel corso della puntata è senza dubbio la centralità delle figure femminili di Homeland: Carrie, Maggie e la Madame President Elizabeth Keane rubano la scena ai vari male characters in scena, trasformandoli in semplici spalle, utili solo ed unicamente al raggiungimento dei rispettivi obiettivi narrativi. Sebbene in modi e contesti diametralmente opposti, lavorativo da una parte e personale dall’altro, Carrie e la presidentessa Keane attraversano in questa puntata un processo di accettazione che passa per una prima fase di ostinazione, dettata in entrambi i casi da un senso del dovere e forse anche da un po’ di ostinazione da ricercare nei rispettivi ruoli, quello di madre da una parte e di capo di Stato dall’altra.
Nonostante la distanza fisica e contestuale delle due protagoniste assolute (Carrie e la Keane), in entrambi i casi la posta in gioco è altissima, sia essa la preservazione degli affetti o del prestigio personale, caratteristiche che tra l’altro hanno fin da subito contraddistinto i due personaggi, e la decisione di chiudere entrambe le questioni senza troppe digressioni – seppur nel modo più asettico e noioso possibile – va certamente vista in maniera positiva nell’ottica di un finale di stagione che, sempre per colpa dei pregiudizi sopracitati, finirà col deluderci irrimediabilmente. Così, alla fine della fiera, Carrie accetta di affidare Franny a sua sorella (e all’inutile Bill), decisione più che doverosa visti i recenti avvenimenti, e la Keane decide di annullare la sua decisione circa la rimozione in blocco del Gabinetto, una decisione altrettanto sacrosanta nell’ottica di una sempre più vicina crisi costituzionale. Decisione che inoltre che pone la Drone Queen in una posizione di superiorità, quantomeno morale, dettata dalla capacità di saper dire “basta”, accantonando l’orgoglio, in nome di un bene più grande.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Carrie alla fine è rinsavita
  • La Keane pure
  • Una puntata dai ritmi blandi come questa, per esperienza, dovrebbe precedere un episodio ricco d’azione
  • Noia assoluta
  • Paura in vista del season finale
  • Saul che ingaggia Carrie senza battere ciglio dopo una crisi grave e un elettroshock
  • Un episodio senza dubbio brutto che paga il fatto di essere venuto dopo “Useful Idiot”

 

Questa settimana Homeland si becca il nostro personalissimo schiaffone. A motivarlo riportiamo l’oltremodo professionale commento di uno dei nostri recensori, la cui identità rimarrà anonima, rilasciato nella chat ufficiale di Homeland del nostro sito, senza dubbio esplicativo circa i dubbi e le perplessità in merito al giudizio finale di questo decimo episodio.

Ho rimosso la puntata da quanto mi ha fatto schifo.

Tra l’altro, lei è in ospedale a farsi curare, poi arriva Saul e si autodimette, ‘ah, ma allora sta bene’, un cazzo. E’ semplicemente una pazza bipolare che gira a piede libero.
Mi sembra Niko Bellic in GTA IV, che tenta di investire bambini. Dai cazzo, è da internare.
L’ho sempre odiata sta t***a.“Forse un giudizio severo, ma senza dubbio qualcosa su cui riflettere.

 

Useful Idiot 7×09 1.24 milioni – 0.3 rating
Clarity 7×10 1.28 milioni – 0.3 rating

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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