Realizzare questo episodio, per gli addetti ai lavori, deve essere stato come scriversi una lista della spesa, andare al supermercato e poi cucinare secondo la solita ricetta. Almeno la maggior parte di esso. Abbiamo infatti i personaggi rinchiusi in una stanza, a gruppi di due o tre, i quali approfittano della situazione per chiarire i propri rapporti, a parte alcuni i quali si ingegnano per risolvere la situazione. Tutta la puntata è realizzata così all’interno del palazzo sede della nostra cellula F.B.I., con qualche inquadratura angolata nel modo giusto per rendere l’idea della claustrofobia.
Unica concessione allo stile del telefilm, la simpatica signora con qualche piccolo problema di ansia in ascensore con l’agente Reade e Sarah Weller, perché il momento fra i due non diventi troppo zuccheroso. Il momento emotivo fra i due ex viene rimandato al finale, quando lei annuncia di voler andare a Portland (cioè nell’Oregon, cioè all’altro capo degli Stati Uniti rispetto a New York) “per far stare il bambino con il padre”. Stranamente, la notizia non ci piace e ci lascia l’amaro in bocca. Non tanto per il bisogno di avere Sawyer fra i piedi, ma forse perché i due adulti una gioia se la meritavano. Ah, nel novero dei luoghi comuni abbiamo pure chi, casualmente, ha dei vecchi aggeggi molto adatti alla bisogna e i soliti condotti dell’aria dove pure Annibale potrebbe far passare i suoi mitici elefanti.
Non ci facciamo neanche mancare una classicissima lista di agenti sotto copertura che, se finisse in mani sbagliate, farebbe danni enormi, in procinto di essere venduta al nemico da gente che pensa di far soldi e dare una svolta alla propria vita. Stavolta poi non è come nello scorso episodio, non c’è svolta finale: questa parte della trama va tutta dritta, liscia e prevedibile fino alla sua conclusione. Da tutta questa prima parte, comunque, vediamo come il rapporto Jeller si vada cementando, come lo psicologo Borden sia ormai parte del team a tutti gli effetti (molto umano il suo scambio con Kurt Weller) e come l’agente Reade sia ormai l’addetto ufficiale alle scene di azione più adrenaliniche: stavolta c’è quella del crollo dell’ascensore, l’unico momento, forse, di vera paura in tutto l’episodio.
Se qualcuno invece volesse una descrizione realistica di quante rampe di scale può fare una persona in breve tempo, anche andando in discesa, gli consigliamo di vedere, ad esempio, il vecchio film L’inferno di cristallo. Per lo meno, comunque, l’exploit di Kurt e Jane che salgono di corsa decine di piani in pochi istanti lascia intatta l’autostima dello spettatore, perché non esiste in natura. La polpa sostanziosa è riservata agli ultimi cinque o sei minuti, in cui si compone un puzzle di tanti piccoli pezzi messi lì nelle puntate precedenti, ad esempio lo scambio della penna nell’ufficio della direttrice Mayfair o il furto di dati da un computer del Bureau richiesti da Oscar a Jane. C
‘è anche una parziale spiegazione del ruolo di Alexandra: non sarà stata proprio una spia, a quanto pare era un’investigatrice privata, ma chi ha sospettato di lei fin dall’inizio, con quell’incontro al bar un po’ troppo provvidenziale, non aveva tutti i torti. Il risultato, almeno per ora, sembra un piano tendente a rovinare la stessa Mayfair, che adesso, poco poco, rischia l’ergastolo senza possibilità di sconti della pena. Come si vede nel promo del prossimo episodio, Jane Taylor è già in partenza per andare a prendere il suo ex per la collottola e chiedergli spiegazioni di tutto quanto. Cercando, ovviamente, di gestire i propri sensi di colpa per essere stata parte integrante nella realizzazione del diabolico piano.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Swift Hardhearted Stone 1×20 | 5.43 milioni – 1.3 rating |
Of Whose Uneasy Route 1×21 | 5.61 milioni – 1.3 rating |
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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).