Una grande interpretazione di Marianne Jean-Baptiste (vedere le scene in cui si chiarisce le idee mettendo insieme gli indizi e spiegandoli al cane) per fare uscire di scena col botto l’amata direttrice Mayfair. Una trama verticale perfettamente legata ai tatuaggi (assenti, per esempio, nello scorso episodio), che colpisce gli spettatori come un pugno nello stomaco. Risultato: grandissima irritazione del pubblico. Infatti, è certamente logico che le più importanti rivelazioni non vengano sparate subito (vedere la confessione di papà Weller in punto di morte). Non lo è invece aspettare tutta una stagione per far sì che il meccanismo, finalmente, cominci ad ingranare. Non lo è nemmeno realizzare puntate dove, per trovare un contatto con i tatuaggi della protagonista, si è dovuto ricorrere agli arzigogoli più improbabili. Si crea l’irritazione che prende, ad esempio, un insegnante quando si accorge di un alunno che non studia nel primo quadrimestre “perché tanto non è importante”, contando poi di “rimediare” con una grande galoppata nel secondo. Cioè, se le cose le sai fare, perché non le fai subito? Quasi peggio di chi, a capire le lezioni, non ci arriva perché proprio non ci può arrivare e viene serenamente catalogato come causa persa.
Certo, si è compiuta la Fase 1 del piano di Oscar e del suo gruppo, con cui, a quanto pare, era d’accordo anche Sofia Varma, perché non riusciva più a sopportare il peso sulla coscienza di quanto fatto al di là della legge nel corso dell’operazione Daylight. Ovviamente, per la regola dei pasticci su pasticci per rimediare ad altri pasticci, bisogna andare ancora più fuori legge. Dispiace, infatti, mandare in libertà molti veri, grandi criminali arrestati con false prove durante l’operazione in questione. Prevedibilmente, Fase 2 sarà l’argomento della seconda stagione di Blindspot, ammesso che arrivi a mangiare il panettone. Se l’obiettivo di primo livello è stata una direttrice F.B.I., si aprono scenari anche interessanti su quale potrebbe essere il secondo, su quanto oltre si possa andare. Basti notare tutto il pescare fatto, seguendo i tatuaggi, nelle famiglie di deputati e senatori di spicco. Forse però è il caso di rivedere seriamente, per i prossimi episodi, il modulo “su 45 minuti circa di una puntata 5 sono dedicati a cose serie e importanti, il resto è tutto riempitivo”. Intanto, l’ambiguità morale di Oscar si tinge di toni sempre più oscuri.
Nel promo del finale di stagione si vede come il ragazzo, invece di prepararsi a fornire le molte spiegazioni che dovrebbe dare, preferirebbe fare a Jane una nuova iniezione di medicinali per cancellarle ancora la memoria. Speriamo non riesca a fargliela e assuma definitivamente il ruolo del villain. Non è mai male quando il cattivo della situazione è anche portatore sano di charme. A lui si contrappone Kurt Weller, promosso direttore della sua squadra, pur controvoglia, per doti di leadership e meriti di specchiata integrità. Talmente gentiluomo che per dare un vero bacio alla donna amata aspetta la chiusura delle indagini su di lei. Ci chiediamo solo se provvederà a farsi la barba, qualora questo suo nuovo incarico si protraesse nel tempo, ma non è essenziale. In mezzo Jane: esclusa formalmente da qualsiasi contatto e collaborazione con il Bureau, “caso chiuso”, forse è un clone della Taylor originale, come lasciano sospettare le scoperte sui bambini “coltivati” nell’ambito di del progetto genetico di cui ha parlato l’episodio.
Vedremo se quanti, fra gli spettatori che hanno giurato di non guardare più Blindspot nel caso si fosse rivelato il caso di una gemella cattiva, manterranno fede alla parola data. Nessuno, comunque, crede neanche per un minuto che cesseranno i rapporti fra lei e i suoi amici della squadra F.B.I., i quali sono dotati ciascuno di un cervello pensante e stanno cominciando a farsi domande sempre più scottanti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Of Whose Uneasy Route 1×21 | 5.61 milioni – 1.3 rating |
If Love A Rebel, Death With Render 1×22 | 5.27 milioni – 1.3 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).