“He decided to wait for me opposite the offices. And when I left, he hadn’t departed. I didn’t think he was serious. I straightaway thought that I should tell him. He said to me it had clicked for him while he was waiting. He smiled and politely wished me good evening, and started to go. My position posed a problem, like it did for all the others. So this time, I approached him. I just asked if he liked wine. So, we’d meet in secret more and more often.”
Così come nella puntata precedente, Criminal: France ha l’indubbio pregio di scegliere un plot molto interessante e fortemente collegato ad argomenti vicini alla sensibilità di molti spettatori (e, naturalmente, dei francesi in generale). Mentre nella prima puntata la sospettata era accusata di aver mentito sulla sua presenza al teatro Bataclan il giorno del terribile attentato, in questo caso la persona al centro dell’indagine è un’imprenditrice di grande successo (premiata anche con la Legione D’Onore), accusata di tentato omicidio nei confronti di un operaio particolarmente critico nei suoi confronti. La gestione dell’interrogatorio è molto fedele a quanto già mostrato nella prima puntata (si potrebbe obiettare, in realtà, che lo schema sia quasi identico e ciò non rappresenta certo un punto a favore): Olivier guida le indagini, ad un certo punto Laetitia perde il controllo e rischia di mandare a monte il caso; durante l’interruzione (causata dal comportamento di Laetitia), c’è un diverbio tra Olivier e Audrey, frutto delle tensioni tra i due.
Ad onor del vero, un elemento di forte discontinuità è presente, ed è rappresentato dalla caratterizzazione della sospettata: mentre la finta sopravvissuta al Bataclan assumeva spesso un atteggiamento molto sulla difensiva, in questo caso l’imprenditrice (fino ad un certo punto) appare molto spavalda, affronta Olivier a viso aperto e si dimostra sicura di sé e della sua innocenza. Un altro elemento simile tra le due puntate è rappresentato dalla presenza, molto rilevante ai fini della narrazione, di una relazione amorosa tenuta segreta (nel primo episodio perché stava tradendo il partner con il suo migliore amico, in questo caso sia per motivi di età che per il rapporto dirigente-operaio ma anche per il fatto che l’operaio stesse probabilmente facendo il doppio gioco).
Quello che emerge, dunque, è un quadro generale simile a quello già delineato nella precedente recensione, ossia uno show di buon livello ma assolutamente non rivoluzionario e che non cerca quasi mai di differenziarsi dalla moltitudine di show polizieschi ai quali lo spettatore è abituato da molti anni. Certo, bisogna sottolineare la scelta di “assolvere” la sospettata, in quanto non ci sono colpevoli – almeno dal punto di vista legale, dal punto di vista indiretto e morale la situazione è un po’ diversa – per l’omicidio, ma questa scelta non è sufficiente a cambiare l’opinione sul corso della serie.
Infine, per quanto riguarda il tentativo di trama orizzontale, si dovrà aspettare l’ultima puntata, nella quale si scoprirà chi ha rivelato all’avvocato difensore del primo episodio della situazione di Laetitia, e si vedrà il tentativo della squadra di rimuovere Audrey dal suo incarico.
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Émile 1×01 | ND milioni – ND rating |
Carloine 1×02 | ND milioni – ND rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.